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In borsa conta ciò che si fa; non ciò che si dice...
11/01/2018 14:40

Quel gradasso del Toro decide di strafare, e migliora a Wall Street i massimi storici per la sesta seduta consecutiva. Un'impresa, dal Dopoguerra, sperimentata soltanto un'altra volta: nel 1964. Dice niente?...
Nel 2018 Yearly Outlook, in preparazione, cercheremo di individuare l'obiettivo dello S&P500 per l'anno corrente. Come annotavamo sul rapporto di ieri con un pizzico di sarcasmo, per due primarie banche d'investimento il target per il 2018 è già stato raggiunto dopo la prima settimana. Questo, a riprova di una persistente cautela, che risulta tuttora la migliore amica del bull market. Alla fine, però, ciò che conta non è tanto quello che si dice, ma quello che si fa.
E allora non si può fare a meno di rilevare, sconsolatamente, come nelle ultime quattro settimane la raccolta netta di fondi ed ETF azionari negli Stati Uniti, si attesti a -23 miliardi di dollari: un dato che, negli ultimi vent'anni, ha garantito a Wall Street performance annualizzate di tutto rispetto. Ribaltando la prospettiva, gli Orsi dovrebbero confidare in un afflussi netti superiori ai 20 miliardi di dollari, nel medesimo arco di tempo, per confidare in uno stop duraturo; ma questa circostanza sfugge da quasi dieci mesi. E ce ne siamo accorti.
Piazza Affari nel frattempo neutralizza del tutto il testa e spalle che ha contraddistinto tutti gli ultimi mesi. Una figura fake, un capolavoro di ri-accumulazione, che ancora oggi viene confuso come pattern di inversione; con le tragiche conseguenze che ciò comporta. Il superamento della citata resistenza mette ora l'indice MIB nelle condizioni migliori per eclissare il massimo di novembre, portandosi di conseguenza ai livelli più elevati da agosto 2015. La figura che proponiamo oggi mostra le proiezioni verso l'alto per il nostro mercato.
Gaetano Evangelista
www.ageitalia.net
Nel 2018 Yearly Outlook, in preparazione, cercheremo di individuare l'obiettivo dello S&P500 per l'anno corrente. Come annotavamo sul rapporto di ieri con un pizzico di sarcasmo, per due primarie banche d'investimento il target per il 2018 è già stato raggiunto dopo la prima settimana. Questo, a riprova di una persistente cautela, che risulta tuttora la migliore amica del bull market. Alla fine, però, ciò che conta non è tanto quello che si dice, ma quello che si fa.
E allora non si può fare a meno di rilevare, sconsolatamente, come nelle ultime quattro settimane la raccolta netta di fondi ed ETF azionari negli Stati Uniti, si attesti a -23 miliardi di dollari: un dato che, negli ultimi vent'anni, ha garantito a Wall Street performance annualizzate di tutto rispetto. Ribaltando la prospettiva, gli Orsi dovrebbero confidare in un afflussi netti superiori ai 20 miliardi di dollari, nel medesimo arco di tempo, per confidare in uno stop duraturo; ma questa circostanza sfugge da quasi dieci mesi. E ce ne siamo accorti.
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