I due metodi alternativi per formulare previsioni

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 22/07/2019 20:27

JP Morgan la settimana scorsa ha rivisto verso l’alto il target per lo S&P500 per i prossimi dodici mesi. Innalzandolo a 3200 punti, dai precedenti tremila punti attesi.

Scivolone per Piazza Affari, con l’indice MIB che cede più del 2%. Circostanza tutt’altro che eccezionale, visto che ad esempio a maggio una simile perdita è stata registrata ben due volte. Ma se prescrivessimo l’ulteriore condizione di ricercare tutti i casi in cui una analoga performance, segua di pochi giorni il conseguimento del livello più elevato almeno degli ultimi quattro mesi; la casistica si dirada, e diventa più significativa: si risale a maggio 2017 e ad aprile 2015, per citare gli episodi più recenti. 

Nel primo caso il mercato azionario italiano si concesse una pausa rigeneratrice; nel secondo caso inaugurò un prolungato trading range (distribuzione) prima di registrare un severo ribasso. L’affondo di venerdì insomma minaccia di risultare la negazione del break del massimo di aprile da poco consumatosi. Non proprio una notizia esaltante per i Tori.

Un altro setup di cui gli analisti tecnici discutono in queste ore, è il vistoso quanto elegante bearish engulfing sperimentato su base settimanale sullo S&P500. Uno di quei casi in cui la teoria non va d’accordo con la pratica: intervenendo su un massimo almeno trimestrale, questo classico pattern dell’analisi candlestick si è manifestato prima d’ora ad agosto 2017 e a luglio 2015. Entrambi episodi irrilevanti, a dire poco. 
Per formulare previsioni, ci sono due metodi alternativi: o ci si affida agli studi delle banche di investimento; come JP Morgan, che la settimana scorsa ha rivisto verso l’alto il target per lo S&P500 per i prossimi dodici mesi. Innalzandolo a 3200 punti, dai precedenti tremila punti attesi.
Oppure, ci si basa su un rigoroso approccio oggettivo, esaminando gli effetti di setup quantitativi: come quello occorso a gennaio sullo S&P500. Un “ADT” superiore al 66.6% nell’arco di undici sedute.

Quella circostanza in precedenza era stata registrata altre 27 volte dal 1970. Il Rapporto Giornaliero di oggi propone la performance media nei nove mesi successivi. Con Wall Street che ha più che rispettato il copione prescritto oltre sei mesi fa, concedendosi una correzione soltanto a maggio: quando è avvenuto il riallineamento alla previsione. E sembra che si stia profilando una analoga situazione: con lo S&P500 che converge nuovamente verso il percorso previsionale. La cui sollecitazione probabilmente favorirà una nuova gamba di rialzo.

Gaetano Evangelista
www.ageitalia.net

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