Toni delle autorità concilianti, ma le sorprese sono negative

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 14/01/2019 12:40

La classifica per performance da inizio anno vede primeggiare Russia, Brasile e Italia: sembra la riedizione dello scorso anno, che però non finì bene. La stagione degli utili è preceduta dal confronto fra downgrade e upgrade degli EPS, più marcatamente negativo degli ultimi dieci anni.

Mercati in recupero per la seconda settimana di fila. Si direbbe che Santa Claus sia arrivato, seppur con ritardo. Due dei quattro setup stagionali che osserviamo si sono chiusi benignamente; attendiamo ora il responso del ToY setup e, a fine mese, del Barometro Gennaio.

È interessante notare, in queste prime battute del nuovo anno, il ripristino delle tendenze relative che hanno caratterizzato l'inizio del 2018: sul podio si sono piazzati nell'ordine Russia, Brasile ed Italia, con saldi nelle ultime due settimane compresi fra il 7.5 e il 5.3%. Una replica che conforterebbe, se trascurassimo come si è conclusa la compiacenza manifestata dagli investitori italiani nel primo quadrimestre dello scorso anno. Ad ogni modo l'indice MIB ha terminato la rincorsa esattamente a ridosso dello short stop settimanale: una soglia che ha sempre contenuto i rally correttivi, dopo il picco di maggio passato. Questo rende plausibile l'ipotesi di un ripiegamento nelle prossime sedute.

A livello globale, le tendenze macroeconomiche recenti non hanno subito alcuna soluzione di continuità. Anzi: gli EDCI di Stati Uniti, Eurozona e Mondo puntano ancora verso il basso, segnalando un ulteriore deterioramento dei dati economici rispetto al tendenziale. Come mostra il Laboratorio settimanale, eccezion fatta per il Giappone tutte le principali aree economiche vedono i rispettivi CESI puntare verso il basso o comunque permanere in territorio negativo: le sorprese sono di dubbio gusto, ma gli economisti non trovano ragioni sufficienti per rivedere verso il basso le aspettative di crescita; non a così breve distanza di tempo dalla pubblicazione degli Outlook per il 2019.

Il mercato comunque ha orientato le proprie antenne altrove: verso i toni più concilianti della Fed, verso i timidi stimoli promossi dalla Cina, e verso gli spiragli di intesa fra Washington e Pechino. Sullo sfondo, una stagione degli utili preceduta dal confronto fra downgrade e upgrade degli EPS, più marcatamente negativo degli ultimi dieci anni: l'asticella è stata sufficientemente abbassata.


Gaetano Evangelista
www.ageitalia.net

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