Corso pratico di “tenuta dei mercati”. Docente: Dr.ssa VOLATILITA'

Staff GBinvesting Staff GBinvesting - 14/02/2018 16:12

Chissà, il Mercato avrà pensato che per Carnevale potesse essere carino vestirsi in maschera, tipo da IT, terrorizzare i più fragili e risucchiare i risparmi dei meno avveduti, coloro che dopo mesi di vacche grasse hanno ingenuamente abbassato la guardia, pensando che poche operazioni riuscite bene potessero essere sufficienti per farli entrare a pieno titolo tra gli Esperti.

Chi mi segue, sa che parlo poco del VIX, ma parlo tanto della VOLATILITA’, in quanto è una componente che incide tantissimo sui prezzi dei certificati di investimento, strumenti nei quali eccelle in particolar modo la mia esperienza molto pratica sui mercati.

Apro una parentesi sul VIX per i Lettori che hanno cominciato a seguire questi testi da poco e si staranno facendo qualche domanda in più.

Il Vix è un indice che misura la volatilità attesa dell’indice azionario S&P500 (Borsa di New York) ed è correlato negativamente con questo indice per cui, se l’SP500 perde valore, il VIX acquisterà valore.

Non si può però dire che sia vero il contrario, anche se i mercati oggi, essendo governati all’80-90% dai sistemi algoritmici di trading, ci espongono a quello che è successo lunedì sera 5 febbraio, con un tracollo del mercato dovuto alla repentina discesa dei futures americani, dovuta proprio ai sistemi di trading.

In soldoni cosa è successo?

Alla rottura dei 25.000 punti di DowJones (l’indice più importante al mondo), sono scattate vendite automatiche di trading system che non hanno trovato adeguata contropartita, proprio perché tutti i sistemi algoritmici di trading si sono tolti dal fare denaro ed il DowJones in pochi minuti ha perso il 5% trascinando al ribasso tutti i futures mondiali (sì, solo i futures, in quanto sia in Europa che in Asia i mercati azionari erano chiusi).

C’è chi dice che ora sarà un disastro, perché sono falliti dei fondi che speculavano sul VIX, indice che lunedì 5 febbraio ha battuto ogni record (come rialzo in percentuale), facendo peggio anche del 2008.

Si dice che Credite Suisse debba smontare delle posizioni sul VIX per far fronte al fallimento delle sue strategie sul VIX, ma non è detto che, se compra futures sul Vix, i mercati debbano per forza scendere; a patto che Credit Suisse non sia talmente sprovveduta da comprare 1000 futures tutti in un momento, facendo fare un’impennata al Vix di un paio di punti e questo potrebbe far scattare delle vendite automatiche sull’azionario americano.

Ricordiamoci sempre che è il cash che fa salire o scendere i futures e non il contrario.

E’ altrettanto vero anche che sui futures c’è più liquidità per cui, se un grosso operatore deve vendere 10 milioni di euro di titoli italiani, potrebbe prima vendere l’equivalente in futures, per poi con calma gestire la vendita delle azioni perché, se anche le vende peggio, avrà comunque guadagnato sulla posizione corta sul future.

Molti investitori, facendo questo ragionamento, comprano l’unico strumento disponibile che replica il VIX, ovvero il VIX Future, che però non replica fedelmente il sottostante, a causa del cd. "Contango" (a questa parola immagino che molti rabbrivideranno, soprattutto quelli che ci hanno lasciato le penne qualche anno fa sull’etc sul gas naturale…).

Chi non può comprare il Future, ripiega su un comodo e “semplice” ETF che investe sul VIX così, se il mercato crolla, la perdita dell’investimento in azioni viene protetta dal VIX che sale.

C’è però una grossa fregatura in questo processo apparentemente liscio!

L’ignaro investitore, ossia colui che ha acquistato un ETF del genere, facendosi bastare questa informazione e quindi senza dedicare la giusta attenzione che merita uno strumento così delicato, non ha idea di quello che accade realmente all’ETF in questione.

Esattamente come non avevano capito un tubo quelli della classe del gas naturale…

Vedi che la storia si ripete sempre: cambia lo strumento, ma non cambia il comportamento della massa degli operatori, che ricordo sempre, non è altro che la sommatoria di tutte le decisioni degli operatori, dal più piccolo al più grande.

Conoscere la psicologia legata ai fenomeni particolarmente salienti di acquisto o vendita di un determinato strumento, una volta contestualizzato il tutto, è quello che ti fa fare il VERO Salto di Qualità verso un livello di esperienza difficilmente eguagliabile perché, quando arrivi a questa dimestichezza, significa che ne hai proprio combinate un bel po’!

Il contango è un meccanismo capestro che riduce il valore del tuo etf (o etc), anche se hai previsto correttamente la direzione del sottostante, solo per lo scorrere dei mesi.

Sarei curioso di sapere tra tutti coloro che hanno avuto o hanno in portafoglio uno strumento del genere “affetto” da contango, quanti ne sono consapevoli e lo sanno calcolare prima di rimanerci fregati? Si perché quando si accogono che, diciamo “c’è qualcosa che non va”, la spirale negativa ha già superato il point of no return e da lì il bagno di sangue è assicurato.

Nonostante gli strumenti per conoscere queste cose siano a disposizione di tutti (per lo meno di tutti coloro che poi investono in uno strumento del genere), la gente quando c’è da “provare”, magari il coraggio lo trova anche, ma se si deve IMPEGNARE, non tutti sono pronti con la stessa fame.

E questo non è di certo un dettaglio trascurabile.

BISOGNA CONOSCERE GLI STRUMENTI SU CUI SI INVESTE. SEMPRE.

Invece, la verità purtroppo è alquanto deludente: questi ETF/ETC, pur perdendo percentuali anche fino al 98% del proprio valore in pochi anni, hanno sempre nuovi investitori che ci cascano.

Nei giorni turbolenti con cui è iniziato febbraio, abbiamo potuto vedere in diretta cosa è successo al VIX e a tutti gli strumenti ad esso più o meno direttamente collegati.

  • Lunedì 5 febbraio gli indici americani hanno chiuso con ribassi di oltre il 4%, il peggior calo addirittura da agosto 2011 ed il Vix ha raggiunto un picco di 37.32 punti (nell’ultimo anno il Vix Index ha toccato un minimo storico a 8,56 punti ed è stato a lungo sotto i 10 punti).

Arriviamo da un periodo di Toro scatenato. All’improvviso l’Orso si è svegliato e ha tirato una zampata.

E quante altre volte capiterà, nelle modalità e nelle forme più disparate?!

In questa circostanza la forma con la quale si è manifestato questo movimento così brusco non è delle migliori, perché non ha a che fare direttamente con l’umano.

 

Software ed algoritmi vs Homo

L’accanimento verso una sempre maggiore automatizzazione dei sistemi di trading ha mostrato il suo risvolto più preoccupante: quello a cui si è assistito non può essere riconducibile ad un'operatività prettamente umana (comunque non più del 30%), ma di delega umana verso i computers.

Già Asimov ipotizzava negli anni ‘40 la sostituzione dell'uomo con i robot e non andava a finire tanto bene.

Lunedì 5 febbraio abbiamo avuto un assaggio del pericolo che possono recare certi strumenti, se non vengono progettati e regolati con cura ed intelligenza.

 

Molti operatori del settore, anche grossi, sono stati obbligati a eseguire le cosiddette “vendite forzate”, le conseguenti chiusure di posizione a catena, i rientri da margin call (da non perdere il film omonimo). Presente domino? Quello.

Se anche operatori professionisti sbagliano e saltano per aria, mi sembra che il messaggio sia chiaro:

o ti prepari al meglio, o non hai proprio speranze!

Noi di GB Investing stiamo portando avanti una informazione massiccia sul giusto modo di approcciare i mercati e sulle potenzialità irresistibili dei Certificates già da diversi anni ed il tema della volatilità è sempre al centro di qualunque nostro ragionamento, perché è un elemento talmente tanto strutturale che è proprio un sine qua non.

In momenti di mercato così tesi, molti si chiedono come mai il prezzo di certi Certificati è così basso, anche di certificati con barriere lontanissime dagli strike.

Beh il motivo è uno solo: la VOLATILITA’.

Più è alta la volatilità e maggiori sono le probabilità
che il sottostante possa anche andare sotto al prezzo barriera.

QUESTE SITUAZIONI DI ALTA VOLATILITA’ sono ideali per investire in certificati, ammesso che si conoscano le regole che ne determinano il prezzo. Perché alla fine compriamo e vendiamo sempre e solo PREZZI.

Tutti i certificati emessi PRIMA del ribasso di lunedì 5 febbraio, sono stati prezzati con una volatilità bassa, quasi la metà di quella che si è registrata nei giorni seguenti il fattaccio.

Sia nei casi in cui il sottostante NON è sceso, come nel il caso del certificato DE000CZ446Z0 su Fca e Unicredit (entrambi sopra gli strike) che quota 967 lettera e paga cedole del 3% trimestrali, sia nei casi di certificati con barriere al 50% e titoli che si e no sono sotto del 4-5% (come il DE000CB9Z7X7, che quota 908 lettera, con rendimento del 7% all’anno), i prezzi dei certificates sono difficilmente spiegabili, se non si conoscono le regole del gioco.

I certificati sono combinazioni di opzioni e il prezzo di queste dipende da una molteplicità di fattori: non solo l’andamento del sottostante, ma anche e soprattutto i livelli della volatilità e il decadimento temporale.

Cose che non si possono di certo improvvisare, ma che devi conoscere sempre meglio, se vuoi rimanere operativo e con risultati in crescendo. Vai sempre a scomporre e a capire il nucleo della questione, altrimenti la conoscenza non raggiunge il livello di profondità adeguato che questa attività da professionisti richiede.

La volatiltià agisce logicamente di più sulle scadenze lontane, per cui oggi io preferisco comprare certificati con SCADENZE LONTANE perché, un domani che il mercato si stabilizza e la volatilità torna a scendere, io potrei guadagnare bene sul prezzo del certificato, ANCHE se i sottostanti non saranno saliti.

Anche per questo, se sei abituato ad avere azioni in portafoglio, devi concentrarti sulle opportunità che in questa fase di mercato puoi cogliere con un ottimo rapporto rischio-rendimento, la vera formula magica per vincere oggi e anche domani.

I certificates sono da preferire alle azioni il più delle volte:

portano possibilità di guadagno molto superiori e rischi decisamente inferiori.

 

Se non lo hai ancora fatto, registrati al sito ed accedi all’area ABC FREE. Troverai un'area ricchissima di risorse gratuite per avere tutto quello che ti serve per inquadrare a 360° i certificates prima di passare all’azione.

QUI trovi le schede dei certificates che ho citato poco fa e di altri che ho già selezionato io per te tra i più interessanti OGGI.

Per ognuno di questi certificates sotto osservazione, trovi le caratteristiche, il potenziale rendimento e la rischiosità. Adesso ne vediamo qualcuno, ovviamente tra quelli che ritengo essere tra i miei Certificates preferiti del momento.

Seguimi nei passaggi, così capisci:

  • quali sono le cose importanti da sapere
  • come leggerle tutte insieme
  • come SCEGLIERE un certificato al posto di un altro

Ti sottopongo diversi esempi con diversi gradi di rendimento potenziale e di rischio, così che tu possa cominciare a riconoscerti in quello che più ti rappresenta.

QUI TROVI UN CERTIFICATO AGGRESSIVO

Codice ISIN: DE000CB940W7, dal rendimento potenziale dal 15 al 25% annuo, considerato che il prezzo di mercato è circa 900. 

Questo certificato sui titoli E.ON AG, BASF AG, TENARIS SA, ROYAL DUTCH SHELL PLC-A SHS e BILLITON PLC prevede il pagamento di una CEDOLA MENSILE di 12,9 euro (1,29%), a patto che nessuno dei 5 titoli sottostanti quoti ad un prezzo inferiore del 25% rispetto al suo prezzo iniziale, nel giorno di valutazione previsto.

La barriera vale solo nel giorno di osservazione e, dal 23 gennaio 2019, se tutti i 5 titoli quotano sopra il loro prezzo strike, entra in funzione la clausola AUTOCALL e rimborsa anticipatamente a 1000 (valore nominale).

Se invece non scatta mai il rimborso anticipato, la scadenza naturale è prevista per il giorno 24 gennaio 2022, tra 4 anni, dove sarà sufficiente che nessuno dei 5 titoli quoti sotto la barriera finale, posta al 60% dello strike di inizio, per avere diritto al rimborso a 1000.

In caso invece che il peggiore dei 5 sottostanti abbia perso oltre il 40% dal suo prezzo iniziale, il rimborso avverrà decurtando la performance negativa dal valore nominale.

Anche se alcuni titoli sono quotati in valuta diversa dall’euro, la funzione “QUANTO” sterilizza il rischio cambio, infatti il certificato quota in euro.

QUI TROVI UN CERTIFICATO UN PO' MENO AGGRESSIVO

Codice ISIN: DE000CB940U1, dal rendimento potenziale del 12-24%, annuo considerato che il prezzo di mercato, mentre sto scrivendo, è circa 900. Questo certificato sui 5 titoli del mercato USA: BAIDU.COM-ADR, REGENERON PHARMACEUTICALS, ALIBABA GROUP HOLDING-SP ADR, GOOGLE INC-CL A e CELGENE CORP prevede CEDOLE MENSILI di 9,7 euro (0,97%), a condizione che i 5 titoli sottostanti quotino nella data di rilevazione sopra la barriera posta al 75% del loro rispettivo prezzo iniziale.

Dalla rilevazione del 23 Gennaio 2019, se tutti i sottostanti quoteranno sopra il loro prezzo iniziale, scatterà la clausola AUTOCALL, che prevede il rimborso a 1000 (valore nominale).

Se non dovesse essere rimborsato in anticipo, si arriverà alla data di scadenza del 24 Gennaio 2022, quando sarà sufficiente che il titolo peggiore dei 5 quoti sopra la barriera posta al 65% del suo prezzo iniziale, per avere il rimborso a 1000.

Se invece il peggiore dei sottostanti quota ad un prezzo inferiore alla barriera, il regolamento prevede una protezione parziale (AIRBAG) del capitale investito (anche per questo motivo le cedole non sono così ricche, come ci si aspetterebbe da questi sottostanti).

Come si calcola il rimborso se un sottostante va sotto la barriera alla rilevazione finale?

Ad esempio: se il titolo peggiore perde il 40% e si trova quindi al 60% del suo prezzo iniziale, si farà 60 : 65 (barriera) x 1000  = 0,92307692 x 1000= 923,076. La perdita diventa di fatto il 7,7% a fronte del 40% del titolo!

Capito perché i certificates sono tante volte meglio dell’investimento diretto sul sottostante?

Queste protezioni con l’azionario nudo e crudo te le sogni!

QUI TROVI UN CERTIFICATO DAL PROFILO DI RISCHIO MEDIO PRUDENTE

Codice ISIN: DE000CB940V9, dal rendimento potenziale intorno al 10-15% annuo.

Questo certificato sui titoli TENARIS, ASSICURAZIONI GENERALI, UNICREDITO ITALIANO SPA, ENEL SPA e FERRARI NV prevede CEDOLE MENSILI pari a 11,1 euro (1,11% del nominale).

La barriera è valida solo nel giorno di rilevazione, sia per le cedole mensili che per il rimborso finale, ed è posta al 60% del prezzo strike iniziale. Dalla data di rilevazione del 23 gennaio 2019 e per tutte le eventuali successive rilevazioni, se tutti i 5 titoli quotano in chiusura sopra il loro prezzo strike, scatta la clausola AUTOCALL e si viene rimborsati in anticipo a 1000.

Se non dovesse mai scattare il rimborso anticipato, la scadenza del certificato è prevista per il giorno 23 gennaio 2023; se si arriva alla naturale scadenza e il titolo peggiore ha perso oltre il 40% dal suo prezzo iniziale, il rimborso avverrà decurtando la performance negativa dal valore nominale.

QUI TROVI UN CERTIFICATO DAL RENDIMENTO POTENZIALE DEL 12 FINO AL 26% ANNUO

E' nato con un obiettivo ben specifico: recuperare le minusvalenze, quindi segue logiche differenti da quelli visti finora.
Codice ISIN: DE000CB940S5

Questo certificato sui titoli ASSICURAZIONI GENERALI, INTESA SAN PAOLO, TELECOM ITALIA, ENI e ENEL prevede che in data 23 aprile 2018, se nessuno dei 5 titoli sottostanti avrà perso il 90% dal suo prezzo iniziale, pagherà una maxi cedola di 220 euro (22% del nominale), COMPENSABILE con minusvalenze in portafoglio.

Dalla successiva data di rilevazione, il 23 luglio 2018, la cedola diventa trimestrale e pari a 15 euro (1,5%), a condizione che tutti i 5 titoli sottostanti quotino sopra la barriera, posta al 75% dello strike iniziale.

Dalla cedola del 23 gennaio 2019, se tutti i titoli quotano sopra il loro prezzo iniziale, scatta la clausola AUTOCALL e si viene rimborsati in anticipo a 1000.

Se non si verifica la autocall in nessuna delle date di rilevazione previste, la scadenza naturale è fissata per il giorno 23 gennaio 2023, quando sarà sufficiente che il peggiore dei 5 titoli quoti sopra la barriera finale, posta al 65% del prezzo iniziale, per avere diritto al rimborso a 1000. Questo certificato è allo stesso tempo speculativo e difensivo, in quanto si può ambire ad un rendimento del 26,5% in un anno, in caso di rimborso alla prima data di AUTOCALL ma, nello stesso tempo, dopo l’incasso della maxi cedola, l’esposizione al rischio sarà di 780 euro per certificato.

Se a scadenza il peggior titolo è sotto alla barriera, per esempio del 40% dal suo prezzo iniziale, rimborsa a 600, ma la perdita reale sarebbe solo di 180 punti, in quanto la posizione era in carico a 780 e, se nei 5 anni di vita qualche cedola trimestrale la paga, si potrebbe anche perdere molto poco, anche a fronte di un sottostante che magari ha perso oltre il 40%.

QUI TROVI UN CERTIFICATO DIFENSIVO

In questa fase incerta di mercato, forse uno dei miei certificates preferiti è uno difensivo.
Codice ISIN: DE000CB941A1. Codice alpha C00153

Questo certificato Coupon Counter Worst Of è sui sottostanti: UBISOFT ENTERTAINMENT, TELECOM ITALIA, FINMECCANICA SPA (LEONARDO), INTESA SAN PAOLO e AMS AG prevede il pagamento di una CEDOLA MENSILE dello 0,25% per ogni titolo che quota sopra il trigger cedola posto al 75% del prezzo iniziale quindi, se tutti e 5 i sottostanti quotano sopra questo livello, la cedola è del 1,25% mensile.

E’ prevista la possibilità di AUTOCALL (rimborso anticipato) a partire da Gennaio 2019, se tutti i 5 titoli quotano sopra il loro prezzo di partenza mentre, se dovesse arrivare alla naturale scadenza, prevista nel Gennaio 2021, è sufficiente che nessun
titolo quoti sotto la barriera finale, posta al 60% del prezzo iniziale, per avere diritto al rimborso del nominale (1000).

Oggi il certificato scambia a 980, con un rendimento potenziale del 17% annuo, se rimborsato alla prima data utile.

Se ipotizziamo la durata di tre anni e l’incasso di tutte le cedole, il rendimento diventa del 47% in 36 mesi, cioè 15,66% su base annua.

Da ricordare: i coupon counter  sono molto più difensivi in quanto, anche se uno dei sottostanti va in sofferenza, la cedola viene pagata in quota proporzionale.

Per esempio: il titolo peggiore perde da subito il 30% e non paga mai cedole. Al posto del 15% annuo, io incasso solo il 12% e fra 3 anni avrei il certificato in carico a 980 – 360 = 620.

Se ottengo il rimborso a 1000, avrei fatto comunque un ottimo rendimento.

Se invece il peggior sottostante finisse malauguratamente anche sotto la barriera finale, ipotizziamo una perdita del 45% dal suo prezzo iniziale, il rimborso sarebbe di 550 euro, con una perdita in questo caso di circa il 10%, molto meno che quello che avrei perso, investendo direttamente nel titolo.

Anche in questo caso, investire in certificates porta a risultati decisamente MIGLIORI che investire sul sottostante diretto.

Se mi segui già da un po’ e ormai ti orienti e mi segui bene nei ragionamenti, OTTIMO!

Se sei alle prime armi e ti senti spaesato da tutte queste infinite sfumature, la cui conoscenza fa la vera differenza nei tuoi risultati a fine anno, resta sintonizzato.

MARTEDì 20 FEBBRAIO ORE 18
 - DIRETTA ONLINE -

Guarderemo come si stanno comportando questi e tanti altri certificates, alla luce in particolar modo della volatilità e alla fine potrai anche farmi le tue domande in diretta.

>>> ISCRIVITI GRATUITAMENTE
AL MIO PROSSIMO WEBINAR SUI CERTIFICATES

 

Il webinar verrà registrato e rimarrà a disposizione, insieme a quelli del passato, su questo sito nella sezione dedicata ai Certificates.

Per rivedere la registrazione, basta essere registrati al sito e accedere all’intera AREA ABC FREE, suddivisa in Aumenti di Capitale, Opzioni e Certificates, le nostre 3 massime specializzazioni. Troverai tantissimo materiale utile di base e tanto altro costantemente aggiornato per imparare sempre meglio a muoverti nel mondo degli investimenti evoluti.

Ti aspetto al webinar martedì 20 febbraio alle ore 18.
>>> ISCRIVITI SUBITO GRATUITAMENTE                       

 

Un caro saluto.

Giovanni Borsi & il Team GB Investing

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