Attenti al guru!

Salvatore Gaziano Salvatore Gaziano - 29/03/2017 12:20

Nei giorni scorsi un risparmiatore mi ha segnalato l’intervista a un gestore che prevede disastri sui mercati azionari di tutto il globo. Le cause? Un possibile crollo di Wall Street, giustificato anche dai fondamentali, a causa di prezzi di Borsa giudicati elevati, in aggiunta al ciuffo biondastro di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti. Ma non solo: tra le cause ci sarebbero anche l’eccessiva propensione al rischio da parte dei risparmiatori e i rischi politici, soprattutto in Europa, dove le prossime elezioni potrebbero confermare la futura disgregazione dell’euro sotto la spinta dell’ascesa di partiti e movimenti “populisti” e sovranisti.

Ciò detto, se le cause di un possibile Armageddon finanziario non vi sembrano sufficienti, fra le motivazioni portate avanti dai “catastrofisti” c’è anche quella relativa alle Banche Centrali ormai senza più munizioni o sostegno politico dopo che in questi anni hanno impiegato decine di trilioni di dollari per sostenere la ripresa dell’economia. Ebbene, prima o poi – dicono questi guru - si dovrà uscire da questo “cul de sac” di iniettare sempre più metadone nel sistema per farlo restare in vita.

Con tutte queste motivazioni si arriva così alla conclusione che le borse dovranno obbligatoriamente scendere, dopo 8 anni di salita dell’indice azionario mondiale. Una salita quasi ininterrotta, se si esclude l’unico pit stop avvenuto fra il 2015 e il 2016 che ha visto le quotazioni scivolare del 20% e anche qualcosa di più.

A dirla tutta sono anni che leggiamo brillanti articoli dove la fine dei mercati viene annunciata come imminente. Personalmente, da quando ho iniziato a lavorare in questo settore (correva l’anno 1986) di previsioni di crolli epocali fatico a tenere il conto.
Eppure da allora l’indice S&P500 (grafico sotto) si è moltiplicato per oltre 20 volte (pur passando attraverso 3 crolli “epocali”) e il rendimento medio annuo composto è stato superiore al 10 % annuo, anche se alcuni lustri si sono chiusi col segno negativo.





Perfino Piazza Affari, uno dei listini peggiori ed erratici del mondo, ha visto dal gennaio 1986 moltiplicare le quotazioni per cinque con un rendimento medio annuo composto del 6,77%. E stiamo parlando del semplice andamento degli indici tenendo conto dei dividendi staccati in questi anni.
Per completezza devo aggiungere che il gestore che prevede da tempo “la fase di costruzione della più grande bolla speculativa della storia” negli ultimi 7 anni ha reso ai suoi clienti il +23% complessivo (circa un 3% annuo realizzato) quando nello stesso periodo l’indice delle azioni mondiali è salito del +131% e quello obbligazionario aggregato del +32%. Non solo: negli ultimi 3 anni questo fondo è rimasto al palo nonostante i mercati azionari abbiano ripreso a correre e siano saliti di oltre il 50%.

Insomma, guardare il track record (ovvero i risultati realizzati nel tempo da un gestore, un analista o un cosiddetto guru) e confrontarli con l’andamento del mercato su un orizzonte di qualche lustro sarà banale ma è anche un indizio molto significativo per comprendere chi abbiamo di fronte. Del resto, è banale dirlo ma nessun esperto di mercati finanziari può prevedere cosa faranno i mercati stessi.

Diceva Winston Churchill: «Se chiedo un parere a due economisti avrò due risposte diverse. A meno che uno dei due non sia Lord Keynes, nel qual caso ne avrò tre».

Intendiamoci, proprio John Maynard Keynes, probabilmente il più grande economista di tutti i tempi, ammoniva: «Il mercato può rimanere irrazionale più a lungo di quanto tu possa rimanere solvente».

Il consiglio, quindi, è di stare un po’ alla larga sia da chi prevede rialzi epici, sia ribassi epocali. Semmai, è meglio affidarsi al momentum, cioè seguire il vento e raddrizzare le vele piuttosto che cercare di indovinare cosa ha in mente Eolo. Quindi: meglio una sana analisi fondamentale, corroborata dall’analisi quantitativa, senza mai dimenticare che Trend is your friend.

Del resto è una tecnica sempreverde quella di prevedere sfracelli, anche perché nel mondo della Rete e dei Social è un modo per conquistare l’attenzione e il click-baiting, attirando i visitatori.

Nel settembre 1990 Alexander Elder (autore del libro sul trading più venduto al mondo, edito in Italia da Trading Library) pubblicò un bellissimo articolo intitolato “I guru del mercato” dove scriveva: “Vi sono migliaia di analisti e qualcuno prima o poi azzeccherà una previsione. E magari diventerà celebre per la stessa ragione per cui un orologio rotto due volte al giorno segna l’ora esatta”.

Per concludere ancora con Winston Churchill: «Gli economisti sono come i tassisti di Bangkok: mettetene due assieme e avrete quattro opinioni, ognuna delle quali vi porterà, a caro prezzo, nella direzione sbagliata».

Salvatore Gaziano - Strategist SoldiExpert.com



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