I mercati non procedono osservando lo specchietto retrovisore

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 26/11/2018 15:51

Quest'anno, fra le maggiori asset class, soltanto il Bund tedesco e i leveraged loan hanno fornito ritorni degni di nota. Le altre forme di investimento hanno corrisposto rendimenti negativi, o comunque inferiori alla liquidità USA. Un fenomeno rarissimo.

Si chiude in territorio complessivamente negativo una settimana caratterizzata da scambi sottili per le festività americane. A venerdì sera, ordinando per performance annuale le 500 società dello S&P, si scopre che l'azione mediana è scivolata nel 2018 in territorio negativo: una circostanza inconsueta, a questo punto dell'anno, che risveglia timori di bear market in procinto di formalizzazione anche su quello che fino ad ora è risultato fra i (pochissimi) listini più resistenti. La chiusura di venerdì sera sarà decisiva, in tal senso.

Quest'anno, fra le maggiori asset class, soltanto il Bund tedesco e il segmento obbligazionario dei leveraged loan hanno fornito ritorni degni di nota. Le altre forme di investimento hanno corrisposto rendimenti negativi, o comunque inferiori alla liquidità USA. Un fenomeno rarissimo, che esamineremo nel 2019 Yearly Outlook, e che premia la cautela prescritta finora dal nostro modello di asset allocation.

Svariate sono le concause di questa delusione, a fronte di una evoluzione macro e micro tutto sommato gratificante; ma i mercati non procedono osservando lo specchietto retrovisore. Le probabilità che la Federal Reserve aumenti i tassi a dicembre sono scivolate in poco tempo da più dell'80 a meno del 65%. Ma ora che l'enfasi della banca centrale americana si è allontanata dalla stabilità del sistema finanziario, ci vorrebbe ben altro - in termini di flessione del mercato e rallentamento del PIL - per persuadere Powell che l'orientamento dei mercati (poco più di due aumenti dei tassi ufficiali nei prossimi dodici mesi) sia sensato.

Nel frattempo lo S&P vede il suo MACD su base settimanale penetrare fermamente la linea dello zero. Una circostanza sperimentata altre tre volte, in questo bull market; con gli esiti ben visibili: ulteriori ma contenute perdite nel breve periodo, seguite comunque da ripartenza da parte di Wall Street. È questo uno scenario sensato? o il paragone più efficace è con l'episodio di fine 2007, quando il segnale negativo del MACD preannunciò l'avvio del bear market?

Stanley Drukenmiller, leggendario gestore, sul Wall Street Journal ha denunciato la sovraperformance messa a segno negli Stati Uniti dal settore difensivo a partire da maggio: la medesima circostanza, a suo dire, che lo spinse undici anni fa a passare alla difensiva.


Gaetano Evangelista
www.ageitalia.net

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