Un'altra settimana radiosa per i mercati azionari mondiali. La capitalizzazione globale sale a 84 trilioni di dollari, grazie soprattutto al contributo delle borse americane, che per la prima volta nella storia superano l'asticella dei 30 trilioni di dollari; di cui 6 guadagnati dall'elezione di Trump in avanti (durante i pur brillanti otto anni di Obama, la capitalizzazione di borsa negli Stati Uniti è cresciuta di "appena" 12 trilioni di dollari).
Insostenibile il costo opportunità lamentato dagli investitori che negli anni si sono lasciati persuadere da fattori esogeni e valutazioni soggettive distorte da bias. Secondo Richard Bernstein, ex strategist capo di Merrill Lynch, negli ultimi vent'anni la performance annualizzata dell'investitore medio, ha superato di poco il 2%: un saldo appena sufficiente a coprire l'inflazione, e di gran lunga inferiore alla performance media di Wall Street, prossima all'8%, o se si preferisce del resto delle borse mondiali; che dal 1997 al 2016 hanno fornito ogni anno in media un guadagno del 5%.
La differenza, pari a 3-6 punti percentuali ogni anno, costituisce un salasso insostenibile, riflesso di strategie penalizzanti. La partenza a razzo delle ultime due settimane, che finirà per condizionare anche l'andamento di quest'anno - ne parliamo nel 2018 Yearly Outlook, di prossima pubblicazione - è il riflesso evidente di scelte scellerate: come quella di ritirare ben 30 miliardi di dollari da fondi ed ETF azionari nelle quattro settimane terminate a Natale; un deflusso che storicamente anticipa performance annualizzate superiori al 20%. La scorsa settimana, "per fortuna", il flusso si è comprensibilmente rovesciato: chissà che questo anticipi un salutare consolidamento di mercato.
Nel frattempo siamo chiamati a riflettere su un dato: prima della passata ottava, più del 55% dei piccoli investitori censiti dall'AAII, si è pronunciato favorevolmente sulle prospettive future dei mercati azionari. Se prevalesse la logica contrarian, ci sarebbe da preoccuparsi. Ma è proprio così? ne parliamo analiticamente nel Rapporto Giornaliero di oggi: statisticamente si riscontra una ben definita tendenza, che questo orientamento produrrà nei prossimi sei mesi.
Gaetano Evangelista
www.ageitalia.net