La tempesta dopo la quiete

Staff GBinvesting Staff GBinvesting - 15/02/2017 16:00

Ricordate il mio ultimo articolo dell’inizio di febbraio “La quiete prima della tempesta”?

Sono passati pochi giorni, ma adesso il contesto è cambiato e della quiete non c’è più neanche l’ombra.

Cosa sarà mai successo in così pochi giorni?

Ci sono settimane e settimane: la settimana iniziata il 6 febbraio, per chi segue veramente la Borsa, ha visto l’avvio di un’operazione che farà storia riguardo la ricapitalizzazione di Unicredit.

I più attenti e preparati possono lamentarsi di tutto, ma non di certo della mancanza di escursioni di prezzo e quindi di opportunità… d’altronde si sa, il profitto risiede nella volatilità.

Questa operazione era nel nostro mirino da mesi perché, nella sua complessità, ha dato modo di essere un bellissimo campo di battaglia, dove si sono scontrati ripetute volte i ribassisti ed i longhisti, ciascuno con le proprie argomentazioni più o meno veritiere, che hanno scatenato accese diatribe sui social e sul web in generale.

Ma tanto l’unica cosa che conta è il verdetto del mercato, l’unico giudice terzo ed imparziale, mica le chiacchiere.

E visto che il mercato lo macino molto da vicino da qualche decennio, questo ennesimo banco di prova (sono allievo tanto quanto voi!) ci ha regalato delle belle operazioni, alcune dal mio punto di vista largamente scontate.

Se vi dovete portare via solo un paio di concetti dai miei insegnamenti, prendete questi due:

 

  • C’è un aumento di capitale nell’aria? Benissimo, se hai la “sfortuna” di avere le azioni in portafoglio le vendi. Se sei un investitore evoluto, ci vai addirittura short, altrimenti intanto vendi e mettiti alla finestra, che male non fa
  • Ti sei proprio fissato che vuoi a tutti i costi avere quelle azioni in portafoglio? A parte che bisogna valutare caso per caso i fondamentali dell’azione in questione, ma comunque, come linea guida di massima, almeno abbi l’accortezza di comprarle DOPO l’aumento di capitale

 

Questo è proprio l’ABC e vorrei non tornarci sopra mai più (anche se con il prossimo aumento di capitale, mi sa che per molti saremo ancora punto e a capo, purtroppo, dato il livello di educazione finanziaria mediamente bassissimo che abbiamo in Italia).

Dopo l’ABC, ad arrivare alla Z dell’alfabeto di passaggi ce ne sono un bel po’ e, se siete registrati al sito www.eduwebcertificates.it e mi leggete regolarmente, evidentemente l’ABC (mi auguro) l’avrete già assimilato.

Le settimane entranti saranno fondamentali per intercettare il punto di ingresso al rialzo su Unicredit (lo short lo abbiamo chiuso la settimana scorsa, dove regolarmente titolo e diritto sono scesi, più o meno come da manuale).

L’operatività al rialzo è notoriamente la più conosciuta (non per questo è la più facile, anzi!), quindi con questo articolo mi pongo l’ambizioso obiettivo di fornirvi una serie di indicazioni molto concrete per chi è interessato a comprare le azioni Unicredit.

Gli strumenti per posizionarsi al rialzo sul titolo sono molteplici; senza addentrarci su cfd o opzioni, che non sono di certo oggetto di questo sito e di questo articolo, la modalità più semplice e diretta per andare al rialzo sarà comprare l’azione stessa, l’operazione più semplice, che tutti bene o male conoscono.

Può andarmi bene, probabilmente lo farò anch’io e lo segnalerò prontamente ai miei Clienti.
Con l’azione, nel bene e nel male e con i conti adeguati, si potrà anche usare la leva.
L’importante, soprattutto se si usa la leva, è usare le giuste dosi.
Altrettanto importante sarà intercettare il giusto timing di ingresso ed ovviamente quello di uscita.

 

Compreranno azioni tanto i cassettisti, quanto gli speculatori; io rientro sicuramente nella seconda categoria, ma un consiglio che mi sento di dare a chi comprerà le Unicredit per tenerle è di conservarle fino alla fine di aprile, ossia quando uscirà la prossima trimestrale, che dovrebbe essere positiva, a conferma del buon lavoro che sta facendo l’a.d. Mustier (anche perché i suoi compensi sono legati anche all’andamento del titolo, fuori dai denti, quindi rimarrei molto stupito se la trimestrale di aprile fosse negativa!!!).
 

Lo sapete perché in Borsa “tutti” perdono?
Vi dice niente “Comprare sull’indiscrezione e vendere sulla notizia”?
Ai non esperti viene naturale fare il contrario, cioè comprano quando escono i dati belli; sembra sensato, eppure non lo è, perché i Big, quando esce la notizia, approfittano di vedere i book pieni di denaro ed escono con un facile guadagno, lasciando gli ultimi arrivati col “cerino in mano”.

 

Questo discorso non interessa a chi vuole comprare le azioni e tenerle fino “all’anno del poi ed al mese del mai”, anche se questi cassettisti, sono cassettisti veri o è gente che rimane dentro perché incapace di uscire??? Misteri destinati a rimanere irrisolti…
 

Certo che comprare azioni… o tanto bene, o tanto male…
Non ci sono protezioni, se non gli stop-loss (sempre che poi uno li rispetti, senò stiamo parlando di aria fritta!), è tutto molto lineare.

 

Io grandi tracolli del titolo non me ne aspetto più, mi aspetto piuttosto un rialzo.
Sull’entità e la velocità del rialzo, bisogna stare sui book e interpretare le notizie che usciranno nei prossimi giorni, assolutamente decisivi.

Se entra un azionista importante, l’azione può tranquillamente partire “a razzo” e chi è fuori, dopo fa fatica a entrare a prezzi sempre crescenti e soprattutto più alti rispetto alla sua precedente vendita.
Ma questo si saprà ufficialmente solo dopo la sottoscrizione dei diritti…
Se non entrerà nessuno di importante, meglio frenare gli entusiasmi… occhio!!!

 

Io, se sento “puzza di bruciato”, sono pronto ad uscire in meno di un nano-secondo, come ho dovuto imparare a fare negli anni, altrimenti col cavolo che adesso stavo qua a scrivere se non mi svegliavo ad uscire quando era il caso di uscire (e chissenefrega del prezzo di carico! Se la casa va a fuoco, è meglio se scappi ed anche veloce, anche se in casa hai un Caravaggio originale, senò rimani carbonizzato te insieme a tutto l’arredamento).
 

Monte Paschi docet: dopo l’aumento di capitale del 2015, che sembrava potesse mettere la banca finalmente in buone condizioni, non ci ho pensato su due volte a vendere le azioni che avevo comprato sull’onda di quella aspettativa positiva, perché quando uscì la trimestrale in novembre, da cui si evinse che i conti erano tutt’altro che sistemati, non potei fare altro che uscire alla velocità della luce! Mi ricordo che uscii addirittura nella sessione serale, ed i miei Clienti con me, solo per liberarcene al più presto a 1,97€ e non arrivare neanche all’apertura del giorno dopo (dove ovviamente prevalsero le vendite, fino ad arrivare alla tristissima situazione attuale, che tutti conosciamo).
 

Recentemente c’è stato l’aumento di capitale di Banco Portugues, diverso da Unicredit perché molto più diluitivo, ma ricordo che, dopo l’operazione, il titolo è salito velocemente di un bel 20%, per poi rimangiarsi tutto appena è arrivata sul mercato la cd. “carta” e poi risalire, una volta che i più deboli sono stati elegantemente cacciati insieme alle loro paure, perché ospiti indesiderati a quel balletto.
 

Non vorrei che con Unicredit succedesse qualcosa del genere… se intendi comprare le azioni, sappi che questi movimenti apparentemente irrazionali sono all’ordine del giorno nell’azionario in generale ed in occasione di queste operazioni straordinarie sul capitale, che i più conoscono molto poco, in particolare.
Quindi, se capita qualcosa del genere e hai le azioni Unicredit, hai il sangue abbastanza freddo e una capacità decisionale tale da non lasciarti influenzare nelle tue decisioni di tenere o meno il titolo?

Non rispondere adesso che le azioni non le hai, così è facile… immaginati quando ci sei in mezzo con una parte di te che ti dice “aspetta” e quell’altra che ti dice “scappa”, il titolo che va su e giù e hai pochi minuti per scegliere…

 

Lungi da me l’idea di terrorizzarvi, ma di aprirvi gli occhi sì.

Ecco perché adesso arrivo “al dunque” dell’articolo e vi espongo alcune modalità secondo me molto intelligenti per entrare al rialzo su Unicredit, ma conservando dei vantaggi che le sole azioni non danno.
Sto parlando ovviamente dei certificati di investimento, ce ne sono per tutti i gusti ed infatti vi porterò certificates per profili di rischio moderati, medi ed alti.

Prima della partenza dell’aumento di capitale, me li sono contati tutti e sul mercato erano quotati ben 99 certificates aventi Unicredit come sottostante, 98 dei quali al rialzo.
Una bella cavolata, anzi, 98 belle cavolate!
Se sta per partire un aumento di capitale, ma che te ne frega delle condizioni dello strumento?

E’ sbagliata la direzione, quindi che gli Emittenti scrivano pure tutte le cavolate che vogliono su cedole e compagnia bella, ma c’è da starci alla larga a prescindere, senza neanche sprecare tempo ad approfondire nessuno dei 98 (cosa che io comunque ho fatto, perché spero sempre che cambino marcia, ma mi sembrano ancora ben lontani…).

 

Di quei 99 certificates, ce n’era solo 1 REVERSE quotato sul mercato con sottostante Unicredit, cioè al ribasso! L’unico primo meritevole di attenzione e poi meritevole veramente di essere acquistato.
Questo reverse è nato da una mia consulenza all’Emittente e lo segnalai sempre sul sito www.eduwebcertificates.it in un articolo uscito il 2 novembre 2016, proprio perché era indecente che non ci fosse neanche uno strumento al ribasso su Unicredit a soli 2 mesi dalla ricapitalizzazione!

Se gli Emittenti capissero che farebbero più affari facendo guadagnare i loro clienti, piuttosto che spremerli il più possibile al primo passaggio, rendendo sempre più difficile il ritorno del cliente, ci saremmo ritrovati a novembre con 98 certificates al ribasso su Unicredit ed 1 al rialzo!!!
Ma si vede che sono troppo impegnati a calcolare le commissioni e ad allargare gli spread bid ask, quando il Market Maker è presente, perché quando è a prendere il caffè, hai il bel di aspettare che torni…

 

Su questo certificato reverse qualche bella soddisfazione è arrivata: tanta gente mi sta ringraziando per le performances raggiunte avendolo comprato in gennaio a prezzi tra 1.60 e 1.80 e venduto venerdì 10 febbraio a 2.07€… qualche promotore so che si è conquistato qualche bel cliente grazie a questa mossa…
Ma adesso il tempo dello short è finito e adesso ben vengano i certificates con Unicredit come sottostante al rialzo!!!
Prima di tutto distinguiamo quelli di nuova emissione rispetto a quelli esistenti da tempo che, in seguito all’aumento di capitale, hanno subìto il fattore di rettifica.

Ho visto calcoli sulle rettifiche diciamo fantasiosi… anche perché se spiego certi calcoli che ho visto coi miei occhi durante certe rettifiche, questo è l’ultimo mio articolo che leggete, perché me li trovo sotto casa armati.
Ho fatto una fatica immane a fare consulenza agli Emittenti da cui poi sono nati i 3 certificates che vi sto per esporre, perché quando si parla di fattori k, si sbaglia pure Borsa Italiana (e su alcuni di questi errori, quando li becco in tempo, altro che arbitraggi!!!).

Non basta avere un’idea su un sottostante e fare due calcoli per vedere che cedole e che barriere ci saltano fuori per fare un buon prodotto.
Non sono in grado neanch’io di fare una classifica delle cose più importanti da guardare in un certificates, perché non c’è un ordine di importanza, per me sono tutte sul podio al primo posto.
E’ ovvio che la qualità del sottostante è il punto di partenza: puoi darmi anche il 1000% di cedola, ma se il sottostante è una ciofeca, te lo puoi tenere.

Vogliamo parlare della direzione? Se il sottostante scende (e ci sono casi come sotto aumento di capitale in cui scende), che ce ne facciamo di 98 certificates su 99 al rialzo? Ci giochiamo a briscola???
Magari un occhio di riguardo per il timing di emissione ce lo metterei… e non mi riferisco solo a supporti e resistenze…
Se poi un certificato viene emesso quando la volatilità è alta o bassa, la musica cambia un bel po’… anche se stiamo andando sul complicato…

A questo punto, sì che possiamo passare ad analizzare la struttura del certificato, ma se un certificato viene bocciato ad uno dei livelli precedenti, io passo al prossimo e tanti saluti.
Nella categoria della struttura, rientrano parecchi elementi: presenza o meno della cedola (a memoria o no), tipologia della barriera (discreta o continua?) durata, data dell’autocallable (per piacere ignorate quelli con l’autocallable a 3 mesi senò il coltello dalla parte del manico lo lasciate all’Emittente. L’autocallable deve essere a 12 mesi e non ci piove).
Questi sono i 3 certificates di cui accennavo, sono prodotti completamente diversi uno dall’altro, così da poter soddisfare le esigenze di tutti gli investitori; in ordine di presentazione, sono dal profilo di rischio minore al più aggressivo e, come tutti i certificates, possono essere comprati anche con conti tradizionali.

 

  • CODICE ISIN: DE000CB0GCN0 (in quotazione dal 13/2/2017)

Emittente: Commerzbank
Mercato di quotazione: SEDEX
Tipologia: Worst Of
Sottostanti: UNICREDIT, GENERALI ed INTESA
STRIKES:

  • UNICREDIT 12.57€
  • GENERALI 14.50€
  • INTESA 2.148€

Scadenza: 26/2/2021
Cedole: 2.2% MENSILI
Barriera: 75% DISCRETA
TRIGGER CEDOLA: 80%
Autocallable solo dopo 12 mesi, cioè da febbraio 2018

Forse questo è quello che preferisco, almeno da cassetto, è il più prudente, paga belle cedole e per un anno NON può essere rimborsato, così intanto un 26,4% all’anno lo si porta a casa e direi che così il prezzo di carico si abbassa un bel po’… (anche se non sta scritto da nessuna parte che bisogna arrivare a scadenza, anzi, io di solito esco prima). Per i più sofisticati, ci sono anche le eventuali coperture da fare con le call, ma qua saliamo molto di livello e, se non è necessario coprirlo, non lo coprirò.

 

  • CODICE ISIN: CH0355521227 (in quotazione dal 16/2/2017)

Emittente: Leonteq
Mercato di quotazione: CERT-X
Tipologia: Express
Sottostante: UNICREDIT 
STRIKE: prezzo di chiusura di UNICREDIT del 14/2/2017
Scadenza: 14/2/2020
Coupon: 20% annuo A MEMORIA
Trigger: 105%
Barriera a scadenza: 95% DISCRETA

La struttura Express in linea di massima non mi fa impazzire (i miei preferiti sono i worst of e ho dedicato un precedente articolo proprio a questo), però in questo caso permette al certificato di essere abbastanza reattivo al sottostante e potrebbe arrivare a pagare sino al 60% in 3 anni. E’ anche vero che se non paga il coupon al primo o al secondo anno, a cui seguirebbe il contestuale rimborso, ed arriva al terzo anno, o prendi il 60% ed è un bel prendere o altrimenti potresti scendere a ZERO, o peggio ancora se Unicredit è sceso a scadenza sotto la barriera.  Ecco perché lo pongo già ad un livello di rischio superiore.

 

​Per me e per i miei Clienti abbonati al servizio Alert Certificates (in cui comunico in tempo reale quando entro su quello e quando passo su quell’altro e relative spiegazioni), mi destreggerò principalmente tra questi strumenti.

Come vedete lo studio e il timing di emissione possono pagare molto bene e fare LA DIFFERENZA.

Sono proprio curioso di vedere cosa tireranno fuori dal cilindro i grandi supermercati con le prossime emissioni.

In realtà, ce n’è un altro che mi piace molto ed è già in quotazione da tempo; si tratta di questo:

ISIN: XS1379112219
Emittente: ING
Mercato di quotazione: CERT-X
Tipologia: EXPRESS
Sottostanti: UNICREDIT E INTESA 
STRIKES:

  • UNICREDIT: 18.24097€
  • INTESA: 2.524€

Barriera: 60% DISCRETA 
Scadenza: 5/3/2018

Se entrambi i sottostanti alle date di rilevazione sono sopra gli strikes, il certificato viene rimborsato 143.4 il 22 marzo 2017, 154.25 il 22 giugno 2017, 165.1 il 22 settembre 2017, 175.95 il 20 dicembre 2017 e, se arriva a scadenza, 186.8. A scadenza, se i due titoli sono sopra barriera rimborsa comunque 100, se sotto barriera rimborsa 100 meno la performance del peggiore.

Questo certificato mi piace perché, se Unicredit sale con impeto, è un certificato anche più reattivo del sottostante stesso nel senso che, se Unicredit fa +50%, il certificato fa +100%.
L’unico problema è che, pur essendo rialzista, ritengo che Unicredit possa fare questa performance solo in caso di scalata ostile, non certo per i buoni fondamentali; ricordiamoci che tutti parlano di prezzo e allora è facile sparare numeri a caso con dei più 50% o anche di più mentre, se parliamo di capitalizzazione, è un po’ meno credibile, in quanto si parla di almeno 13 miliardi in più di capitalizzazione.

Data l’importanza di questa operazione, che sicuramente interessa a molti, dato il prestigio e la diffusione di Unicredit, ti invito al WEBINAR FREE DI MERCOLEDI’ 15 FEBBRAIO 2017 ALLE ORE 18,00 al quale potrai accedere, previa registrazione al sito www.eduwebcertificates.it e lo troverai in alto nella sezione Webinar, così da approfondire ulteriormente le prossime mosse su questi certificates.

Un caro saluto 

                                                                                                                                 
Giovanni Borsi


Fonte: www.eduwebcertificates.it

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