Powell il suo l'ha fatto

Giovanni Lapidari Giovanni Lapidari - 11/07/2019 09:01

IL BUONGIORNO DI LAPIDARI – 11/07/2019

Avvio cauto delle borse europee, nonostante lo sprint americano grazie al boost delle dichiarazioni di Powell al congresso, che ha confermato le intenzioni della Banca centrale americana di procedere ad un taglio del costo del denaro.

SP 500 di nuovo sopra 3000, Bond appesi ancora sui massimi sia pure con qualche distinguo trainano l’Asia ma non più di tanto l’Europa sulla quale le eventuali azioni espansive di Bce non possono avere lo stesso effetto di quello che Fed potrebbe causare all’economia americana (quantomeno un sostegno).

Secondo me l’Europa si sta comportando saggiamente perché comunque da un lato deve fare fronte ai suoi problemi (geopolitica, questione Deutsche Bank, riassetto del settore bancario, crescita economica in rallentamento) e dall’altro se vai a leggere le dichiarazioni di Powell scopri che comunque anche oltre oceano stanno dichiarando che le previsioni per il futuro sono meno ottimistiche perché comunque anche gli USA sono in rallentamento.

Anche perché se così non fosse davvero non si capirebbe a che cosa serve calare un costo del denaro già di per sé molto basso.

La dico molto chiara: probabilmente il 2019 in qualche modo verrà aggiustato, ma la bolla sia dell’obbligazionario che dell’azionario sta continuando a montare e, fossi negli investitori sia di breve che di lungo, mi preparerei a studiare molto bene i mercati perché credo che il 2020 sarà un anno molto “particolare” (chi vuole leggere fra le righe lo faccia pure).

Restando all’immediato, le chiusure di ieri su Dax ed Eurostoxx, nonché in parte su Milano, disegnano un quadro di incertezza. Attenzione che sul nostro mercato molti titoli bancari sono su livelli di resistenza, e cerchiamo di interpretare anche il quadro tecnico che ha spinto a rialzo Piazza Affari più di Francoforte: non va infatti negato che i processi di ristrutturazione e eventuali fusioni/acquisizioni tutto sono meno che terminati.

Unicredito potrebbe seguire Deutsche Bank in questa fase di riassetto delle principali banche continentali, senza poi contare che l’innovazione tecnologica e le novità del settore, a partire da Libra, comprimono e continueranno a comprimere i margini del credito tradizionale.

Non capisco davvero come Deutsche Bank possa raccontare in positivo questa manovra di ristrutturazione, dicendo che torna con gioia al business tradizionale dei prestiti a famiglie e imprese, in un momento dove da un lato in Germania comunque le cose rallentano e dall’altro il denaro a costo zero non credo che renda questa attività particolarmente produttiva.

Siamo quindi attenti alle balle che ci raccontano le agenzie di stampa cerchiamo di interpretare invece i messaggi, anche a volte un po’ nascosti, che i grafici trasmettono.

Oggi i sistemi indicano di comprare la debolezza soltanto molto in basso, per quanto riguarda i principali futures e indici azionari europei, e di alleggerirsi sulla forza. Così non è per l’America, che ha registrato chiusure ufficiali e pattern grafici ben diversi da quelli di Dax e compagnia bella.


Powell il suo l’ha fatto. Oggi vediamo i dati dell’inflazione Usa, che potrebbero sicuramente muovere un po’ listini e valute in nuova compressione di volatilità.

La mia sensazione è che il taglio dei tassi da parte della Fed sia già nei prezzi, e che è già recepito nei cambi e di conseguenza sull’oro, e anche sulle materie prime legati al ciclo produttivo ed energetico.

Non so quanto sia bello vedere un petrolio a 60, contro un’inflazione sempre piuttosto bassa, e anche questo mi fa continuare ad essere assai prudente e selettivo in questo periodo estivo in cui vedo un eccesso di gioia nei prezzi, assai controbilanciato dalla cautela e dalle striscianti preoccupazioni rilasciate dai banchieri centrali (vedi verbali del Fomc di ieri).

Trump ha avuto successo minacciando Powell, che ha dovuto eseguire i compiti consegnati a lui a fine dicembre con la pistola alla tempia, ma io credo che prima o poi i nodi verranno al pettine, anche se la mia idea resta che questa eventualità non sarà probabilmente a breve, al netto di qualche temporale estivo cui mi sento personalmente di prepararmi.

Per quanto riguarda i livelli di prezzo, Dax potrebbe girarsi in positivo sopra 12.420, che è baluardo molto tormentato da giorni. Cento punti sotto c’è il supporto importante di oggi, vicino a 12.320 e cioè l’area dei minimi di ieri.

Su Milano sotto 21 mila 800 punti non vi sono molti volumi a supporto, e quindi attenzione perché in termini di prezzo abbiamo 21.700 ma poi si potrebbe avere un altro buco fino a 21.500. Il FtseMib crea le sue zone ogni 100-200 punti, e questo mi fa pensare che la dinamica dei prezzi incorpori una volatilità che ancora non è visibile, ma c’è.

Supporto per Eurostoxx passa oggi a 3485, con il 3500 prezzo tondo e livello di sostanziale equilibrio.

A parte SP 500, che nel momento in cui scrivo poco - prima dell’apertura delle borse europee - naviga con il future stabilmente sopra 3.000, porrei un allarme a 26.800 poi 26.700 per il Dow Jones, e a 7918 per il Nasdaq. Pericolosamente vicino a 8.000 l’indice tecnologico Nasdaq, prezzo davvero in grado di lanciare segnali importanti su un ulteriore eventuale rialzo, che oggi potrebbe creare allunghi qualora venisse superata con buoni volumi la resistenza di 7968.


Buon trading.

Giovanni Lapidari

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