La riunione del FOMC ad agosto dovrebbe lasciare invariati i principali segnali di politica monetaria. La valutazione dell’economia dovrebbe restare positiva, il tasso sui fed funds stabile fra 1,75 e 2%, la politica monetaria dovrebbe essere ancora giudicata “accomodante”, con la previsione di ulteriori graduali rialzi dei tassi. Le decisioni dovrebbero essere votate all’unanimità.
Fino a settembre (incluso), quando è atteso il prossimo rialzo dei tassi, il compito della Fed sarà relativamente semplice, senza conflitti né all’interno del Comitato né sugli obiettivi di crescita e inflazione.
Più avanti nell’anno, però, le decisioni si faranno più difficili perché diverse domande non hanno una risposta univoca o condivisa all’unanimità: il livello della neutralità dei tassi, l’opportunità di entrare in territorio restrittivo (e, se sì, di quanto), l’importanza di un’eventuale inversione della curva dei rendimenti, gli effetti su prezzi e attività della politica commerciale, il livello desiderato delle riserve.
La scelta fatta a giugno di eliminare la forward guidance riflette l’incertezza riguardo ai temi cruciali per il futuro della politica monetaria. I verbali potranno dare informazioni, ma saranno i dati e le decisioni dell’amministrazione sulla politica commerciale a guidare i tassi. Per ora riteniamo probabili ancora due rialzi di 25 pb ciascuno, uno a settembre e uno dicembre, con la presenza di dissensi nel voto alla riunione di dicembre. Nuovi dazi sulle auto potrebbero però indurre una pausa a dicembre.