Flash sui mercati

Intesa Sanpaolo Studi E Ricerche Intesa Sanpaolo Studi E Ricerche - 23/04/2015 11:50

Da seguire:

Area Euro

Francia

. L’indice INSEE di fiducia presso le imprese manifatturiere è salito a 101 da un precedente 99. Al contrario, nei servizi la fiducia è calata di un punto a 92 e nelle costruzioni sempre di un punto a 88. Lieve flessione anche nel commercio al dettaglio (103). L’indice complessivo di fiducia economica è stabile a 96.

Area euro. La stima preliminare dovrebbe mostrare un aumento del PMI composito a 54,5 da un precedente 54,0 ad aprile per effetto di un recupero del manifatturiero fino a 52,7 da un precedente 52,2. Il calo del prezzo del petrolio dovrebbe fare ancora da supporto, ma nel contempo si dovrebbero cominciare a vedere anche gli effetti del deprezzamento del cambio, in particolare sugli ordini all’industria. L’indice PMI servizi è atteso in miglioramento fino a 54,5 da 54,2.

Grecia. Fonti europee fanno sapere che Atene non presenterà l’attesa lista delle riforme economiche necessarie a sbloccare l’ultima tranche di aiuti al prossimo Eurogruppo di Riga, ultimo appuntamento ufficiale prima della scadenza orientativa del 30 aprile fissata in febbraio. Verosimilmente, non sarà pertanto possibile raggiungere nessuna intesa determinante nell’incontro dei Ministri delle finanze del 24 aprile prossimo, come già ripetutamente prospettato da diversi alti esponenti dell’Eurogruppo nei giorni scorsi, e domani non vi sarà nessun comunicato ufficiale sulla crisi. Oggi si terrà un nuovo incontro fra i primi ministri di Germania e Grecia, nel tentativo di superare l’impasse politica.

Tuttavia, appare difficile che la Germania appoggi la Grecia sulla richiesta di cancellare pezzi delle precedenti riforme del mercato del lavoro e della previdenza, che è uno dei principali punti di contrasto. Sul fronte finanziario, ieri la BCE ha autorizzato l’aumento del plafond ELA a 75,5 miliardi (+1,5 mld), mentre fondi pensioni pubblici, PPC ed EYDAP si sono impegnate a prestare la loro liquidità al Tesoro, per un controvalore annunciato di 400 milioni; in totale, il Tesoro conta di poter ottenere disponibilità liquide temporanee fino a 2,5 miliardi.


Stati Uniti

Le vendite di case nuove a marzo dovrebbero correggere a 520 mila, da 539 mila di febbraio. Dall’autunno 2014 c’è stata una netta accelerazione delle vendite di case nuove, che a febbraio hanno raggiunto il massimo da aprile 2008. Il trend dovrebbe rimanere positivo sulla scia di diversi fattori favorevoli. Prima di tutto, nel segmento delle case esistenti inizia a esserci una certa scarsità; in secondo luogo, il mercato del lavoro continua a migliorare e le prospettive di reddito sono positive; inoltre, da metà 2014 c’è stato un inequivocabile svolta nella formazione di nuove unità familiari, finalmente in netto aumento; infine, fra fine 2014 e il 2015 una parte preponderante di individui che avevano fatto default sui loro mutui fra il 2007 e il 2008 (gli anni bui della crisi immobiliare) vedranno i loro “credit score” tornare puliti, con un netto incremento di probabilità di concessione di nuovi mutui. Il comparto dell’edilizia residenziale dovrebbe continuare a migliorare e contribuire positivamente alla crescita del PIL nel 2015.

 
Ieri sui mercati

La seduta di ieri è stata molto positiva per i titoli governativi della periferia europea: il rialzo dei rendimenti sul mercato tedesco, che ha toccato 6-7 punti base sulle scadenze lunghe si è accompagnato a una flessione da 7 a 9pb sulla curva BTP. La compressione del differenziale, quindi, è stata di 13pb.

L’euro è oscillato fra 1,0707 e 1,08 dollari, chiudendo la giornata in marginale ribasso. Euro in rialzo anche contro CHF, dopo che la BNS ha abrogato diverse esenzioni al regime di tassi negativi applicato sui depositi presso la banca centrale.
Il petrolio ha interrotto la serie di ribassi: il future sul Brent crude è risalito di 83 centesimi a 62,73 dollari.

I principali indici azionari europei hanno avuto un andamento contrastato e volatile, anche per il flusso negativo di notizie dal fronte societario, ma alla fine hanno chiuso in moderato rialzo. 


Area euro

Italia. Gli ordini all’industria sono rimbalzati di +0,8% e il fatturato di +0,4% m/m a febbraio, circa in linea con il recupero fatto segnare dalla produzione industriale. Nel caso di ordini e fatturato si tratta però di un rimbalzo solo parziale dopo il forte calo (-3,7% e -1,7% m/m rispettivamente) di gennaio. Su base annua il fatturato resta in contrazione (-0,8%, con un -1,5% dall’interno e +0,8% dall’estero) mentre gli ordinativi tornano in positivo (a +2% da -5,5% precedente).

I dati sul fatturato mostrano che il recupero nel mese è interamente dovuto all’energia (+4,8% m/m); si nota però anche un incremento di +1,6% m/m per i beni strumentali. I dati per settore confermano la grave crisi che investe le attività estrattive e il settore della raffinazione (fatturato in calo a due cifre su base annua); in flessione di oltre il 6% sia il fatturato che gli ordini nel settore chimico. Si confermano invece in ripresa non solo i mezzi di trasporto (sia ordini che fatturato in aumento di oltre il 14%) ma anche le apparecchiature elettriche (fatturato +5%, ordini +12%). Nella meccanica, il fatturato resta in calo (-1,8%) ma il rimbalzo per gli ordinativi (+6,9%) è incoraggiante per le prospettive future. In sintesi, il dato mostra che la ripresa ancora fatica a decollare nell’industria; tuttavia, l’entità degli shock positivi è tale da suggerire un’accelerazione nei prossimi mesi.

Italia. Le vendite al dettaglio sono calate di -0,2% m/m a febbraio, esattamente quanto guadagnato il mese precedente. È il calo congiunturale più marcato dal maggio dello scorso anno. Su base annua le vendite sono tornate in un intorno dello zero (a +0,1% a/a) dopo l’accelerazione a +1,2% d’inizio anno. Si salvano dalla stagnazione i discount di alimentari (+3,6%) e gli esercizi specializzati (+3,5%).

Il dettaglio per gruppi di prodotti è variegato: si va dal +2,2% dell’utensileria per la casa e ferramenta al -2,8% di calzature, articolo in cuoi e da viaggio e al -1,5% dei prodotti farmaceutici e dei generi casalinghi. Il dato delude le attese e conferma che i consumi per lo meno al dettaglio restano molto deboli; tuttavia, il miglioramento in corso della fiducia sia dei consumatori che delle imprese del settore segnala un possibile recupero nei prossimi mesi.

Area euro. La stima preliminare della fiducia delle famiglie delude ad aprile, calando a -4,6 da -3,7. L’indice corregge in parte il forte rialzo del mese scorso, quando era salito di tre punti dal livello di -6,7, forse toccato da un ritorno di timori legati alla situazione greca. Anche se non è ancora disponibile lo spaccato per paesi, nel complesso rimane confermato il trend in miglioramento del morale delle famiglie, supportato dal basso livello dei prezzi e che vede il livello medio dell’indicatore nel 2015 a -5,9 rispetto al -10,0 dello scorso anno (media di lungo termine -13,0).


Stati Uniti

Le vendite di case esistenti a marzo aumentano a 5,19 mln di unità ann., da 4,89 mln di febbraio, segnando una variazione di +6,1% m/m e toccando il livello più alto da settembre 2013.  L’incremento riguarda sia le unità monofamiliari sia quelle multifamiliari. Le scorte di case invendute sono a 4,6 mesi, in linea con la media vista da dicembre 2014, al di sotto della media del 2014 (5,2 mesi).

Le vendite a marzo hanno più che recuperato le contrazioni viste nei mesi invernali e danno supporto alla previsione di un trend positivo per le variabili dell’edilizia residenziale nel resto dell’anno.  
L’indice dei prezzi delle case rilevato a febbraio dalla FHFA aumenta di 0,7% m/m (5,4% a/a). I prezzi delle case sono in aumento ininterrotto da fine 2012 e contribuiscono alla crescita della ricchezza netta delle famiglie.  


Giappone

Il PMI Markit del settore manifatturiero cala a 49,7 in aprile, segnando la terza correzione consecutiva e tornando sotto 50 per la prima volta da maggio 2014. In calo l’output (a 49,7 da 52) e gli ordini (a 48,5 da 49,4); migliorano invece l’occupazione (a 50,3 da 49,8), i tempi di consegna e gli acquisti; gli ordini all’export scendono a 51 da 52. Gli indici di prezzo mostrano un aumento dei prezzi ricevuti (a 50,3 da 49,4) a fronte di un calo di quelli pagati (a 54,1 da 55,2).

Il fatto che le imprese aumentino i prezzi di vendita e l’occupazione pur in presenza di rallentamento degli ordini e dell’output dovrebbe segnalare che il rallentamento dell’attività è percepito come transitorio e potrebbe risentire della debolezza della crescita americana nel 1° trimestre. I dati deboli in Cina (PMI manifatturiero ad aprile in calo a 49,2 da 49,6) però rappresentano fattori di rischio per la crescita nel 2° trimestre.

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