Flash sui mercati

Intesa Sanpaolo Studi E Ricerche Intesa Sanpaolo Studi E Ricerche - 09/11/2016 16:26

Da seguire: 

Area Euro


La Commissione Europea pubblica le stime di autunno che forniranno indicazioni sulla valutazione dei budget nazionali attesa per fine novembre.Nel contempo la Commissione avvierà formalmente il semestre europeo in cui è prevista la valutazione non solo dei budget nazionali ma anche delle politiche economiche nei singoli paesi.


Stati Uniti

I risultati delle elezioni americane sono definitivi e danno la nomina presidenziale a Trump. In termini di delegati, Trump ha finora 276 voti (su 270 necessari per la nomina), contro 218 di Clinton. Informazioni importanti per il futuro degli Stati Uniti vengono anche dal voto per il Congresso. La Camera come atteso, mantiene una solida maggioranza repubblicana, con 235 seggi già sicuri contro 185 seggi democratici (218 seggi per la maggioranza). La sorpresa maggiore viene dal Senato dove i Repubblicani hanno mantenuto il controllo con 51 seggi già sicuri contro 47 assegnati per ora ai democratici (maggioranza con 50 seggi). Il fatto che entrambi i rami del Congresso siano repubblicani dà margine di manovra per il passaggio di legislazione controversa su temi fiscali (entrate, debito, deficit) con la procedura di “budget reconciliation”.

Con un presidente Repubblicano, i poteri esecutivo e legislativo tornano ad avere un mandato chiaro, con maggiore margine di manovra per possibili riforme. Sarà comunque da vedere quale sarà il rapporto fra un presidente eletto in larga misura senza il supporto del partito che rappresentava. Nel discorso di accettazione del mandato Trump ha sottolineato i temi di conciliazione e cooperazione e ribadito che intende attuare politiche che rafforzino la crescita. In termini di politica economica, lo scenario più probabile in un contesto di mandato omogeneamente repubblicano è di politica fiscale espansiva almeno nel prossimo biennio, con possibili riforme tributarie sia per le imprese sia per le persone fisiche e possibili aumenti di spesa per infrastrutture.

Il programma di Trump, basato su drammatiche riduzioni di entrate, avrebbe come effetto collaterale un enorme aumento del deficit e del debito: riteniamo però che il Congresso non darà il via libera al piano Trump nella sua versione originaria. Il rischio maggiore in termini di politica economica riguarda il commercio internazionale, con un approfondimento della piega protezionistica che già si stava diffondendo in Congresso. Nel breve termine, il Congresso potrebbe non ratificare il TPP negoziato da Obama e sono a rischio gli altri trattati internazionali. Riteniamo improbabile che il Congresso accetti di approvare il violento incremento delle tariffe del commercio con la Cina e il Messico incluse nel programma di Trump, ma nei prossimi mesi rimarrà un clima di incertezza la riguardo. Il presidente entra in carica il 20 gennaio 2017 e il nuovo Congresso sarà in carica da inizio gennaio.

Le reazioni iniziali sui mercati sono state violente, su cambi e borse asiatiche, con un crollo del peso messicano e un generale indebolimento del dollaro,(ampi cali dei rendimenti e riduzione significativa delle probabilità di un rialzo dei fed funds a dicembre. Man mano che i risultati pro-Trump si sono consolidati gran parte delle correzioni è rientrata: quanto meno si è eliminata l’incertezza di possibili risultati contestati e di un protratto clima di conflitto analogo a quello del 2000.
 

Ieri sui mercati

Area euro

BCE Coeuré
(Comitato esecutivo) ha indicato che per il momento gli effetti collaterali delle misure BCE sono limitati e che la politica monetaria continuerà a sostenere la ripresa. Lane (Irlanda) ha dichiarato che la BCE è determinata a mantenere invariata l’ampio stimolo monetario. Intanto, sull’onda della vittoria di Trump alle presidenziali, Knot (Olanda) ha indicato che le politiche economiche americane sono assai incerte e che la vittoria solleva dubbi sulla globalizzazione. Riteniamo che le scelte BEC saranno dettate dalle condizioni cicliche domestiche della zona euro e dalle prospettive per il ciclo globale che nel breve periodo sono solo marginalmente impattate dall’esito del voto.

Stati Uniti

Evans
(Chicago Fed) ha detto di essere preoccupato per il trend discendente delle aspettative di inflazione, che a suo avviso non sono coerenti con il 2%. Riguardo alle divisioni interne al FOMC, Evans ha detto che si sta conducendo una “conversazione molto legittima” per valutare se l’economia è o no al pieno impiego. Il presidente della Chicago Fed

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