Flash sui mercati

Intesa Sanpaolo Studi E Ricerche Intesa Sanpaolo Studi E Ricerche - 19/01/2017 16:25

Da seguire:

Area Euro

BCE. La riunione BCE non vedrà novità di rilievo, il comunicato dovrebbe riaffermare la retorica ampiamente accomodante e ribadire che la riduzione degli acquisti, annunciata a dicembre scorso, è solo un aggiustamento al programma e non l’inizio di una graduale riduzione verso lo zero dei volumi. Non mancheranno domande sulle condizioni necessarie per l’annuncio di un tapering, ma pensiamo che Draghi vorrà rimarcare che per il momento la politica monetaria procede con il pilota automatico.

Stati Uniti

I nuovi cantieri residenziali a dicembre sono attesi in rialzo a 1180 mila, dopo il calo di novembre di -18,7% m/m, che seguiva a sua volta un aumento di 24,5% m/m a ottobre. Nonostante la forte volatilità della serie da agosto in poi, il trend risulta in modesto rialzo, con la media a tre mesi a 1161 mila. Nonostante l’aumento dei tassi sui mutui, il settore immobiliare residenziale dovrebbe essere in espansione nel 2017.

L’indice della Philadelphia Fed a gennaio dovrebbe registrare una correzione fisiologica, dopo l’ampio rialzo di dicembre (+13,9 punti a 21,5, sui massimi da novembre 2014), e scendere a 17, mantenendosi sempre in territorio ampiamente espansivo. Il trend per il manifatturiero dovrebbe essere di moderata espansione nella prima parte del 2017 spinta dalla ripresa dell’estrattivo, da aspettative di aumento della domanda domestica e internazionale e da previsione di stimolo fiscale, che dovrebbero più che controbilanciare gli effetti restrittivi del rafforzamento del dollaro e del rialzo dei tassi di interesse.


Ieri sui mercati

I mercati sono in attesa di due eventi importanti: oggi la riunione BCE e domani il discorso inaugurale di Trump. Mentre dalla BCE non dovrebbero emergere novità, il discorso di Trump potrebbe ridurre l’incertezza attuale sulle riforme in arrivo.

Ieri, chiusure miste sui mercati azionari americani, con l’S&P in modesto rialzo (+0,2%) e il Dow in calo (-0,1%), dopo il discorso di Yellen, che ha ribadito la previsione di “alcuni” rialzi ogni anno fino al 2019 (v. sotto), e dati di inflazione relativamente solidi. Positivi i mercati europei (Euro stoxx +0,2%, Dax +0,5%, FTSE MIB +0,3%), a parte modeste correzioni in Francia e Spagna. 
 
Sui mercati obbligazionari, i rendimenti americani sono saliti di 5 pb dopo il discorso di Yellen, a 2,37% sul tratto a 10 anni. In Europa, l’intensa attività di primario ha penalizzato i bond di paesi core e periferici. In primo piano l’emissione via sindacato del nuovo Btp a 15 anni a cui si sono poi aggiunti i collocamenti, sempre via sindacato, di Belgio e Slovenia sul tratto a 10 anni. Penalizzato il secondario italiano, che in linea con l’andamento degli altri titoli europei (periferici e core), a fine giornata registra rendimenti in aumento (-0,13% il Btp a due anni, +1pb, 1,93% per il decennale, con lo spread rispetto ai Bund in area 160pb).

Sul fronte cambi, l'euro tocca il minimo di seduta sul dollaro (in area 1,0650) mentre il dollaro verde si apprezza fino al massimo di giornata sullo yen (113,50) dopo i dati sull'inflazione americana di dicembre usciti in linea con le attese.

Stati Uniti

Il CPI a dicembre aumenta, come atteso, dello 0,3% m/m (2,1% a/a). L’indice core è in rialzo di 0,23% m/m (2,2% a/a). L’energia dà un contributo positivo, e registra un aumento di 1,5% m/m, il quarto rialzo consecutivo. La dinamica dei prezzi core è spinta dai servizi, in aumento di 0,3% m/m (3,1% a/a). L’unico calo nell’indice core è nell’abbigliamento, con -0,7% m/m, terzo calo in quattro mesi, dovuto probabilmente anche all’apprezzamento del dollaro. I dati sono in linea con il trend di inflazione vicina al 2%.

La Business Leaders Survey della NY Fed, condotta su un campione di imprese non manifatturiere a gennaio, rileva un aumento dell’indice di attività a 8 da 0,6 di dicembre, anche se l’indice di clima resta in territorio negativo a -3.

La produzione industriale a dicembre aumenta di 0,8% m/m (consenso: +0,6% m/m), ma il dato di novembre è rivisto verso il basso a -0,7% m/m da -0,4% m/m. La produzione nel manifatturiero aumenta di 0,2% m/m. L’aumento della produzione nel 4° trimestre dà supporto alla previsione di un solido aumento del PIL a fine 2016.  

Il Beige Book, preparato per la riunione del 31 gennaio-1° febbraio, riporta continua espansione “a un ritmo modesto nella maggior parte delle regioni” tra metà novembre e fine dicembre. Fra i settori, il manifatturiero segnala modesta espansione diffusa e una svolta positiva rispetto alla prima parte del 2016; nel comparto energia c’è miglioramento per gas e petrolio e debolezza per il carbone; nel commercio, si segnala debolezza dell’attività che nella stagione natalizia ha perso quote di mercato rispetto al commercio online. Il mercato del lavoro è sotto pressione dappertutto, con crescita tra modesta e moderata dell’occupazione e persistente difficoltà a coprire posizioni aperte con mansioni specializzate. I salari sono in moderato aumento, spinti in particolare dall’entrata in vigore del rialzo del salario minimo in molti stati; la tendenza riportata è di ulteriore crescita salariale e occupazionale nel 2017. Sul fronte dei prezzi, si riporta una certa intensificazione delle pressioni verso l’alto, con previsioni di rialzi dei prezzi di vendita comunque inferiori a quelli degli input. Il quadro del rapporto è in linea con le informazioni fornite dai dati recenti: crescita moderata e diffusa sia tra aree sia tra settori, mercato del lavoro al pieno impiego e graduali rialzi di prezzi e salari. Il Beige Book non modifica le indicazioni per un sentiero di graduali rialzi da parte della Fed, a meno di un ampio shock fiscale. 

Prosegue la serie di discorsi dalla Fed, che precede il silenzio pre-riunione di fine gennaio e comunica il clima e i temi del dibattito che si svolgerà fra due settimane. Gli interventi hanno mostrato un generale consenso sullo scenario e sui rischi, in particolare quelli collegati alla politica fiscale, senza modificare però il messaggio di gradualità e cautela nel sentiero dei tassi. Yellen ha prima di tutto sottolineato l’indipendenza della Fed da qualsiasi influenza politica. Sul fronte congiunturale, il presidente della Fed ha rilevato che il tasso di disoccupazione è sul livello di lungo termine e l’inflazione si sta avvicinando al 2%. Riguardo al sentiero dei tassi, Yellen ha affermato che lei e i suoi colleghi a fine 2016 prevedevano di alzare i tassi “alcune (a few) volte ogni anno” nei prossimi tre anni, per arrivare al 3% entro fine 2019. Yellen, come i suoi colleghi, ha sottolineato che la politica fiscale entra nel radar della banca centrale e che eventuale stimolo fiscale verrà preso in considerazione nel determinare la politica monetaria, sempre dipendente dall’evoluzione dei dati e dello scenario. Kaplan (Dallas Fed, votante) ha detto di essere ottimista sullo scenario economico, con una previsione di crescita intorno a 2,3% nel 2017, senza includere effetti derivanti da nuove politiche fiscali e/o da riforme strutturali. Come altri interventi, anche quello di Kaplan ha toccato il tema della politica di reinvestimento della Fed, affermando che in questo quadro si dovrebbe “rimuovere stimolo probabilmente più avanti quest’anno o all’inizio del prossimo anno guardando al bilancio della Fed”, per valutare come ridurlo. Kaplan ritiene probabili tre rialzi nel 2017.

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