Flash sui mercati

Intesa Sanpaolo Studi E Ricerche Intesa Sanpaolo Studi E Ricerche - 12/04/2018 12:49

Da seguire:
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Area Euro. La produzione industriale è attesa ancora in calo a febbraio (-0,5% m/m) dopo il -1% m/m di gennaio, sulla scia della flessione in Germania e Italia e nonostante il rimbalzo visto in Francia. Se confermato il dato lascerebbe l’output in rotta per una contrazione nel 1° trimestre, il che segnala rischi al ribasso sul dato sul PIL di inizio 2018. Le indagini di fiducia hanno segnalato una moderazione tra febbraio e marzo ma rimangono su livelli coerenti con una crescita ancora solida dell’attività produttiva, che potrebbe riprendere in primavera.

BCE. I verbali della riunione di marzo faranno luce sulle posizioni interne al Consiglio riguardo la decisione di rimuovere l’easing bias sugli acquisti nonché sul fatto se già a marzo si è discusso quando comunicare ai mercati la fine del programma APP. È poco probabile che già all’ultima riunione i membri del Consiglio abbiano discusso se e quando alterare la comunicazione sui tassi.

Francia. La seconda stima dovrebbe confermare l’inflazione francese in aumento a marzo all’1,5% da un precedente 1,2% sulla misura nazionale e all’1,7% da 1,3% sull’indice armonizzato. Sulla dinamica mensile ha pesato il rincaro dei prezzi dei tabacchi del 13,2%, associato ad un aumento del costo delle sigarette.

Stati Uniti. I prezzi all’import di marzo dovrebbero essere invariati su base mensile, dopo +0,4% m/m di febbraio, grazie agli effetti della correzione stagionale dell’energia e alla stabilizzazione del cambio effettivo visto da fine gennaio. 


Ieri sui mercati
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Italia. Le vendite al dettaglio sono  su base congiunturale a febbraio, di +0,4% m/m in valore e di +0,9% m/m in volume (dopo il calo dei due mesi precedenti). La variazione tendenziale è rimasta in territorio negativo in valore (a -0,6% da -0,7% precedente); in volume le vendite risultano ferme rispetto a un anno prima (dopo il -1,8% di gennaio). Le vendite sono in rotta per una flessione di -0,3% t/t in valore nel 1° trimestre (in linea con i tre mesi precedenti), ovvero di -0,1% t/t in volume (da -0,9% t/t precedente). Ciò suggerisce che difficilmente i consumi di contabilità nazionale accelereranno significativamente a inizio 2018 dopo il debole 0,1% t/t visto a fine 2017.

Francia. Il ministero del tesoro ha alzato le stime di crescita 2018-2019 rispetto a quelle diffuse lo scorso settembre. Il PIL è atteso ora avanzare del 2,0% quest’anno e dell’1,9% nel 2019 rispetto all’1,7% stimato precedentemente per il biennio; le previsioni del Governo sono allineate al consenso degli analisti. Di conseguenza, anche alla luce dei numeri di finanza pubblica 2017 migliori delle attese, il deficit quest’anno è atteso in calo al 2,3% dal 2,6% della precedente stima, ma la correzione di tre decimi rispetto al 2017 rimane confermata in quanto il deficit 2017 era già stato rivisto dal 2,9% al 2,6%. Il deficit strutturale è stato rivisto per quest’anno all’1,9% dal 2,1% precedente.

Stati Uniti. Il CPI a marzo cala di -0,1% m/m, ma accelera su base annua a 2,4% a/a, per via dell’effetto confronto con marzo 2017, quando l’indice era stato frenato da un’ampia correzione delle tariffe della telefonia mobile. Il focus come sempre è sui prezzi core, che registrano variazioni di 0,2% m/m (0,176% m/m) e 2,1% a/a. I beni core hanno prezzi in calo di -0,1% m/m, i servizi al netto dell’energia hanno prezzi in rialzo di 0,3% m/m. I dati di marzo non modificano il quadro di un’inflazione moderata, vicina al 2%, con variazioni mensili dell’indice core mediamente comprese fra 0,15% e 0,2%, coerenti per ora con le proiezioni del FOMC di altri due rialzi dei tassi nel 2018.

Stati Uniti. Paul Ryan, leader repubblicano e da tre anni presidente della Camera, ha annunciato che non si ricandiderà alle elezioni midterm.

Stati Uniti. La Fed ha pubblicato i verbali della riunione del FOMC del 20-21 marzo, da cui emerge una diffusa fiducia nel miglioramento delle prospettive di crescita e di inflazione e un consenso per ulteriori graduali rialzi dei tassi. Non ci sono vere novità rispetto al grafico a punti: i rialzi quest’anno dovrebbero essere tre, ma potrebbero anche diventare quattro: l’inflazione nella parte centrale dell’anno sarà cruciale. Riteniamo che in questo quadro il FOMC intenda alzare i tassi a giugno e a settembre, per tenersi aperta la possibilità di un altro rialzo a dicembre. Per ora non c’è fretta di cambiare la comunicazione: i dati dell’economia americana e di quella mondiale sono di modesto rallentamento e ci vorrà qualche mese per valutare l’entità dell’attesa riaccelerazione, oltre che per vedere l’evoluzione delle tensioni sui dazi.    
 

Cordiali Saluti.
Intesa Sanpaolo S.p.A.

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