I “Tracker” sono una particolare tipologia di certificato di investimento, classificati da Acepi nella categoria “capitale non protetto”, che si caratterizzano per replicare l’andamento di un sottostante in modo lineare, per essere “open end” (senza scadenza) e per essere privi della protezione, condizionata oppure incondizionata, del capitale investito.
Detto in altre parole, l’investitore che acquista un certificato Tracker assume quindi una posizione rialzista su un sottostante, che può essere un indice azionario oppure un paniere di azioni, ad esempio appartenenti ad uno specifico settore o tematica, e ne replica in modo fedele la performance.
Personalmente ritengo che i certificati Tracker abbiano 3 punti di forza:
1-Spesso permettono di investire in settori oppure tematiche che ancora non sono coperti da altri strumenti finanziari, come ad esempio i Fondi comuni di investimento oppure gli ETF.
Un esempio è la tematica attuale della “gestione dei rifiuti”.
2-L’efficienza fiscale: le plusvalenze generate dai Tracker costituiscono “reddito diverso” e quindi possono essere utilizzate per recuperare minusvalenze pregresse contenute all’interno dello zainetto fiscale.
3-Dal punto di vista operativo, i certificati Tracker sono un prodotto duttile e possono essere utilizzati per implementare:
-un piano di accumulo (PAC);
-all’interno di una strategia statica e quindi possono essere utilizzati come uno dei componenti di un portafoglio “pigro” (lazy portfolio);
-all’interno di strategie dinamiche, come i modelli “trend follower” oppure “rotazionali”.
Rispetto ai Fondi comuni di investimento, i Tracker hanno tre vantaggi: settori e tematiche innovativi, efficienza fiscale e trasparenza della composizione del paniere e della quotazione, dal momento che sono negoziati in tempo reale su un mercato regolamentato.
Rispetto invece agli ETF hanno il pregio di investire in settori e tematiche innovativi e di essere efficienti fiscalmente, ma hanno la criticità di essere tendenzialmente meno liquidi e di avere un costo di gestione annuale superiore.
Grazie ai pregi appena descritti, il settore dei certificati Tracker è in forte aumento, come dimostra la recente emissione di BNP Paribas che ha lanciato 4 prodotti sui megatrend:
-Gestione dei rifiuti: "BNP Paribas Global Waste Management Total Return Tracker Certificate" con isin XS2348171757
-Nuove tecnologie: "BNP Paribas New Technology Total Return Tracker Certificate" con isin XS2348171161
-Energie rinnovabili: "BNP Paribas Global Renewable Energies Total Return Tracker Certificate" con isin XS2348170940
-Acqua: "BNP Paribas Global Water Total Return Tracker Certificate" con isin XS2348171245
Personalmente ritengo interessante il certificato sulla “gestione dei rifiuti” che replica l’indice “BNP Paribas Global Waste Management Total Return” che è composto da 50 azioni delle più grandi società impegnate nel settore della gestione dei rifiuti.
La composizione di questo indice viene rivisitata ogni 6 mesi e la selezione avviene in funzione di tre elementi: fondamentali economici (redditività, prospettive e valutazione), liquidità e capitalizzazione di mercato, correlazione delle attività al settore della gestione dei rifiuti.
Entrando più nel dettaglio, il Tracker "BNP Paribas Global Waste Management Total Return Tracker Certificate" con isin XS2348171757 si caratterizza per:
-Open end: non ha scadenza
-Total return: non paga cedole o dividendi ed è quindi un prodotto ad accumulo dei proventi
-Il sottostante è denominato in USD per cui la quotazione del prodotto è determinata da due variabili: andamento del sottostante e cambio valutario
-Costo di gestione annuale: 1,20%
-Quotazione su EuroTLX di Borsa Italiana con il market maker a garantirne la liquidità per cui può essere acquistato e venduto in ogni momento
Puoi approfondire l’argomento, consultando i certificati Tracker emessi da BNP Paribas a questo link https://bit.ly/3Kmc09f
Buon investing!
Gabriele
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