Unicredit: che fase sta attraversando e come agire sul lato long e short?

Davide Malandrino Davide Malandrino - 25/05/2022 18:41

La campagna ribassista di Unicredit inizia nel 2007, dunque dura da 16 anni; in particolare la rottura del supporto storico a quota 94,375 euro circa ha decretato l’inevitabile declino a cui abbiamo assistito.



 

Ma adesso in che fase ci troviamo? c’è ragione di credere che Unicredit scenderà ancora o siamo ormai in una fase di accumulazione che potrebbe portare il titolo ad una tendenza rialzista?

Proviamo rispondere a queste domande.

Ho evidenziato con dei segmenti neri gli swing del trend primario ribassista nel contesto citato; vediamo però di andare ad approfondire l’analisi concentrandoci sul periodo che va dal 2018/2019 in poi.



 

Le lettere maiuscole in nero riportano le oscillazioni del trend primario, le lettere minuscole in rosso le oscillazioni del trend secondario ed in fine i numeri le oscillazioni del trend minore; questo fino al minimo nel punto 15.

Analisi della tendenza

Grazie al grafico di lungo periodo sappiamo che il trend è ribassista, ma cosa possiamo dire circa la salute di tale downtrend?



 

In figura possiamo vedere dal punto C in poi; i punti (a), (b), (c) (linea punteggiata) evidenziano un trend di grado inferiore al minore, possiamo chiamarla tendenza di grado 1; i numeri (1), (2), (3) (linea tratteggiata) evidenziano ciò che possiamo chiamare tendenza di grado 0 in quanto di grado inferiore al grado 1.

La rottura del livello di resistenza (1) da parte del grado 0 ha fatto scattare un’inversione di tendenza parziale dando vita ad un rally [(b)-(c)] sul grado 1.

Vediamo di raffigurare meglio quanto detto.



Questo rally è molto importante perché ha rotto il massimo (a); il grado 1 si trova adesso in una tendenza rialzista e questo comporta a sua volta un rally nel trend minore.



Questo movimento rialzista partito dal minimo 15 aprirebbe cosi le porte per altri possibili scenari, sia rialzisti che non; ciò che bisogna tenere a mente è che il trend secondario potrebbe creare un minimo da cui risalire, ma tale movimento, non avrebbe ripercussioni sul trend primario di nostro interesse; parlo di questo caso anche nella conclusione.



Dunque movimenti minori non dovrebbero essere considerati per un’ipotetica inversione; discorso diverso per il trend secondario, infatti potremmo assistere ad uno swing rialzista nel tratto rosso a partire dal minimo g, in questo modo esso coinciderebbe con un minimo nel trend primario gettando delle basi concrete per un possibile uptrend di lungo periodo (failure swing); ovviamente in questa ipotesi bisognerebbe valutare una possibile resistenza sul massimo in C.

Il discorso cambierebbe totalmente se invece di uno swing, il trend secondario creasse un tratto (g-h) che rompa direttamente il massimo in C; in questo modo si creerebbe un semplice prolungamento del tratto (B-C) nel trend primario.

Infine bisognerebbe valutare altre due ipotesi:

  1. Un tratto (g-h) che si fermi prima del massimo in (C) e che da qui si formi uno swing ribassista; in questo caso assisteremmo alla creazione di un onda discendente nel trend primario; il punto B potrebbe essere un ipotetico supporto.

 

  1. Un tratto (g-h) che si fermi prima del massimo in (C) e che da qui si formi uno swing ribassista; in questo caso assisteremmo alla creazione di due onde nel trend primario, una rialzista (D-E), l’altra ribassista; in questo contesto bisognerebbe valutare il punto D per un ipotetico supporto.

 

Conclusioni

Ovviamente questi non sono gli unici scenari che potremmo osservare e non posso trattarli tutti in questo articolo; bisogna quindi capire che al momento il titolo sta attraversando un periodo in cui molti movimenti possono sovrapporsi e modificare improvvisamente un segnale long in uno short per lo meno sui trend secondario e minore; dunque dubitate di ipotesi rialziste che non interesserebbero il trend primario in particolare; discorso valido anche per i singoli movimenti, un esempio è proprio quello riguardante l’onda rialzista sul trend secondario che però creerebbe una speranza rialzista di fatto fittizia perché tale tratto non avrebbe alcuna conseguenza sul trend primario.

Non ho inserito i livelli di prezzo per permettere al lettore, di concentrarsi sui movimenti in se; comunque per chi lo desidera ecco i valori più importanti da controllare:

  • Punto C nel trend primario; resistenza: 15,932
  • Punto c nel trend secondario e B nel trend primario, caso 1; supporto: 6,012
  • Punto g nel trend secondario e D nel trend primario, caso 2; supporto: 7,752
  • Per quanto riguarda il punto h potremmo supporre dei livelli teorici, ma non è non è necessario; la sua importanza dipenderà da ciò che il mercato farà una volta creato tale livello. 

Il punto h è stato inserito perché nel caso 2 qualora il supporto D tenga, il prezzo potrebbe risalire e la prima resistenza importante sarebbe proprio questo punto.

Termino qui l’articolo; naturalmente molto altro ancora si potrebbe dire al riguardo, ad esempio sui volumi, sulla volatilità, sulla forza, su possibili zone di ipercomprato/ipervenduto, sulla ciclicità del titolo, ecc.

Ho preferito concentrarmi solo sulla price action basandomi sui concetti di trend primario, secondario e minore; il tutto approfondito tramite l’analisi delle successioni dei massimi e minimi.

Questo può rendere l’idea di quanto in profondità si possa andare con l’utilizzo di un solo strumento dell’intero arsenale che l’analisi tecnica offre.

Spunti operativi

Per chi volesse provare ad entrare a mercato su questo titolo, ecco alcune linee guida, secondo me importanti, da tenere a mente:

    1. Per una prima possibile zona di acquisto aspetterei di vedere la formazione del minimo 17 o la rottura del massimo 16 nel trend minore; acquisto di breve periodo in quanto potrei essere contro-trend nel medio e lungo periodo.
    2. Una seconda zona di acquisto potrebbe essere in corrispondenza del minimo (i) nel trend secondario; questo solo nel caso in cui nel trend primario si formi il minimo D; in questa operazione bisognerà fare attenzione nel trend secondario, al massimo ipotetico in h, e in j nel caso 2.
    3. Una zona di vendita potrebbe essere il massimo in (h) nel trend secondario; requisito necessario è la mancanza del minimo D nel trend primario; bisognerà fare attenzione al punto (i) nel caso si formi sopra (g), questo causerebbe la formazione del minimo D portandoci ad un trade in contro tendenza; occhio anche al livello di prezzo in (g) che potrebbe fungere da supporto.
    4. Nel caso 2 si potrebbe vendere per un trade di breve termine sulla rottura del minimo (i); fare molta attenzione sul possibile supporto in (g).

 

Per qualsiasi domanda e approfondimento potrete scrivermi alla seguente e-mail:

Leomaky1995@gmail.com

 

Davide Malandrino, Analista tecnico socio Affiliate SIAT

www.siat.org

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