Nuova proposta di tipo Fixed Cash Collect Airbag. Rendimento annuo del 9% ma soprattutto perdite legate solo a un crollo superiore al 70% da parte delle tre azioni sottostanti
I mercati azionari sui massimi e la volatilità sui minimi rendono il lavoro degli strutturatori sempre più arduo, in special modo quando si tratta di elaborare nuove idee di investimento che possano risultare appetibili in termini di rapporto rischio rendimento per i risparmiatori. Tra le tipologie di strutture che mantengono sostanzialmente intatto il loro appeal anche in questa fase di mercato, troviamo certamente i Fixed Cash Collect Airbag, nella loro versione a lunga scadenza. Ricordiamo infatti che per questa specifica tipologia di prodotto è proprio una maturity distante nel tempo a fare la differenza rispetto ad un certificato di durata inferiore, potendo l’investitore contare su un flusso di premi incondizionati particolarmente consistente, vista appunto la lunga scadenza del prodotto. Peraltro, la presenza dell’opzione autocallable all’interno della struttura (che si attiva dopo circa un anno di vita) rende possibile l’uscita dall’investimento prima della sua scadenza naturale: a conti fatti, in caso di sofferenza delle azioni sottostanti il capitale verrebbe protetto dai premi incondizionati (e dall’effetto airbag), qualora invece i titoli dovessero performare bene si avrebbe comunque la possibilità di rientrare anzitempo dell’investimento effettuato.
Entrando nello specifico del certificato, stiamo parlando del Fixed Cash Collect Airbag (ISIN: IT0006757725) emesso da Marex e scritto su un basket worst of composto da Stellantis, Unicredit ed Enel. Il certificato prevede, come accennato, il pagamento di premi incondizionati pari allo 0,75% a cadenza mensile (9% p.a.) fino a scadenza, prevista in data 14 luglio 2027, con la possibilità di essere rimborsato anticipatamente (valore nominale pari a 1.000 euro), alle stesse date di osservazione mensili, a partire da luglio 2024, qualora tutti i titoli rilevino almeno in corrispondenza del 100% degli strike price (il trigger autocallable è fisso).
Andando a sommare tutti i premi previsti fino a scadenza, otteniamo un flusso cedolare incondizionato pari a 360 euro, che agisce come una sorta di “cuscinetto” in favore dell’investitore, proteggendo di fatto quasi la metà del valore nominale dello strumento e limitando così il downside risk negli scenari più catastrofici. Si evidenzia poi il posizionamento decisamente conservativo delle barriere, poste al 50% degli strike price: su Enel nell’intorno dei 3,1 euro (ben al di sotto dei minimi covid e di quelli toccati dal titolo durante la crisi del gas), su Stellantis vicino gli 8,14 euro (molto al di sotto dei minimi del 2022) e su Unicredit intorno ai 10,74 euro (che il titolo non vede da ottobre 2022). La presenza dell’effetto airbag consentirà in ogni caso di ammortizzare significativamente il rendimento negativo del certificato in caso di evento barriera: la performance negativa verrà infatti calcolata a partire dalla barriera e non dallo strike price.
Andando a sommare quanto esposto finora, otteniamo non solo una performance potenziale in condizioni di lateralità (e fino al -49% del peggiore dei sottostanti) pari all’8,9% annualizzato (il certificato è attualmente quotato sul Cert-X intorno alla parità) ma anche e soprattutto una larghissima protezione del capitale che consentirà di limitare un rendimento leggermente negativo (-4,7%) in caso di un -70% di uno dei sottostanti del basket.
A cura di Pierpaolo Scandurra
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