Scenario 2017 – sbagliato festeggiare il ritorno dell’inflazione
La presidenza Trump potrebbe lanciarsi in un esperimento di allentamento della politica fiscale in un’economia già alla piena occupazione. Il rischio è un ciclo boom & bust, ma non nel 2017. Il prossimo anno, la crescita mondiale sarà più forte, malgrado il modesto rallentamento di Eurozona e Cina. L’inflazione salirà, anche per la crescita delle quotazioni petrolifere.
Paradossalmente, un’inflazione più alta potrebbe rivelarsi destabilizzante, se obbligasse la BCE a cessare gli acquisti di titoli. Servirebbe una strategia europea organica sul debito pubblico, ma il ciclo elettorale del 2017 e l’avanzata dei populismi complica lo scenario.
I market mover della settimana
Nella zona euro i dati di fiducia presso le imprese e famiglie in Italia potrebbero mostrare un peggioramento di morale. La dinamica di M3 è vista stabile a 4,4%. La stima flash dei prezzi al consumo in Spagna dovrebbe mostrare un aumento dell’inflazione a 0,9% da 0,5% a dicembre; la settimana successiva i dati da Francia, Italia e Germania completeranno il quadro; dovrebbe cominciare a farsi sentire l’effetto del rialzo del prezzo del greggio, inoltre un effetto base favorevole dovrebbe spingere l’inflazione core verso l’1,3% in primavera.
La settimana ha pochi dati in uscita negli Stati Uniti. A dicembre, la fiducia dei consumatori dovrebbe segnare un ulteriore aumento; il Chicago PMI dovrebbe correggere modestamente dopo l’ampio aumento registrato a novembre, mantenendosi sui massimi da giugno. La stima preliminare del deficit della bilancia commerciale dei beni di novembre è prevista in moderato ampliamento, dopo la chiusura registrata nel mese di ottobre: il canale estero dovrebbe contribuire negativamente alla crescita del PIL nel 4° trimestre.