Ancora spirali dovish per l’aussie

19/10/2020 12:45

Ancora spirali dovish per l’aussie

Settimana sul Foreign Exchange Market che ha accertato una forte pressione sull’offerta di Dollari Australiani che ha visto il Rate lasciare l’area dei 72 punti base per portarsi ad un minimo settimanale vicino a 70 figura.

La causa di questa pressione sulla valuta australiana va ricercata nei venti “dovish” in vista della riunione RBA del 3 Novembre 2020.

L’attesa che il mercato sconta è un minimo storico a 0,10 punti base per il tasso OCR che confermerebbe la situazione preoccuoante di crescita del paese.

Dalle ultime release rilasciate con la “Financial Stability Review” si nota una ripresa economica più debole del previsto e grandi rischi sui fallimenti aziendali e sulle svalutazioni inerenti i prestiti.

Tenendo in considerazione che la RBA ha da alcune settimane ampliato a circa 200 Miliardi di Dollari Australiani il Term Funding Facility (TFF) ovvero finanziamenti triennali per le Istituzioni Finanziarie dedite alla raccolta del denaro ovvero il cosiddetto “cheap money to the banks”.

Le opzioni sul tavolo della RBA e discusse dagli stessi esponenti per fronteggiare la Crisi Covid-19 sono attualmente le più svariate quali l’intervento diretto sul mercato dei cambi, abbassare il tasso ufficiale senza entrare nel negativo, oppure portare lo stesso in negativo contribuendo alla relazione tassi a breve e cambio più basso. 

Infine l’acquisto di government bonds con scadenza oltre i 3Y per ridurre i tassi dei titoli a lunga.

Quale sia la soluzione scelta il mercato comprende la pressione e pertanto analisti e adetti del settore prevedono un altro “cut” dell’ Official Cash Rate al minimo storico di 0,10% nei primi di Novembre del corrente anno.

E’ pertanto plausibile che il Governatore della RBA Phillip Lowe possa adottare un mix di policy tra un taglio e ancora buy Bonds.

Tali implicazioni fondamentali impatteranno probabilmente in un aumento della volatilità sul Rate oltre ad un test o rottura del livello chiave di 0,70 anche se un pullback prima della stessa riunione RBA è altamente probabile e possibile.

Interessante ricordare che “Aussie” e “Kiwi” sono commodity currencies e pertanto risentono di simili eventi esogeni di rischio sui mercati delle merci e una loro significativa divergenza può avvenire solo su dicotomie inerenti la policy interna tra RBA e RBNZ oggi relativa ,soprattutto, all’introduzione di tassi negativi dell’OCR.

L’opinione di RBNZ risulterebbe da “hard dovish” rispetto ad un più moderato “dovish” della RBA è per tale ragione che l’”Aussie” dovrebbe sovraperformare il “Kiwi”.

Tale divergenza letta assieme al differenziale tassi a 10 anni AU-NZ Yield Bond Spread che ha un’indice di correlazione sul AUD/NZD molto alto dovrebbe alimentare il trend che in estate ha portato AUD/NZD da 1,06 a 1,12.

In settimana saranno interessanti i dati delle Minute RBA, del CPI Inglese, del tasso ufficiale Cinese e alcuni interventi della Lagarde in ottica EUR/USD.

Autore: Lorenzo Daglio Fonte: News Trend Online

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