Chiusi i mercati USA, franco svizzero in calo

02/09/2019 14:30

Chiusi i mercati USA, franco svizzero in calo

Chiusi i mercati USA

By Peter Rosenstreich

Oggi i mercati USA sono chiusi per il Labor Day, dopo la conclusione prudente di venerdì. Le notizie principali che condizionano il mercato sono l’imposizione, domenica, di dazi USA del 15% su merci cinesi per un valore pari a $110 miliardi, cui se ne aggiungeranno altri, su importazioni per $160 miliardi, il 15 dicembre.
La Cina dovrebbe reagire con dazi su merci importate dagli USA per un valore di $75 miliardi. Nel complesso, con il rallentamento del flusso di notizie, i mercati mostrano un andamento attendista. I prezzi del petrolio hanno ceduto gran parte dei guadagni perché l’uragano Dorian ha cambiato direzione.

La scorsa settimana è continuato l’esodo dall’EUR verso l’USD, la coppia è scesa dell’1,5%, e, nella sola giornata di venerdì, dello 0,8%, a 1,0980. Il rendimento dei TIPS USA decennali è sceso, in territorio negativo, ai minimi da 6 anni.

Il dato, uscito la settimana scorsa, sulla seconda revisione della crescita del PIL nel T2 mostra qualche elemento positivo.
Il dato è stato rivisto al ribasso, al 2,0% dal 2,1% t/t, ma i consumi personali hanno registrato un miglioramento, dal 4,3% al 4,7%. Si tratta del ritmo più veloce della spesa dei consumatori da più di quattro anni. Poi, il PCE core si è attestato all’1,7% a/a rispetto all’1,8%: il rallentamento dell’inflazione dà alla Fed più spazio di manovra.

Come previsto, la bilancia commerciale si è indebolita, salendo a $982,5 mld rispetto ai 978,7 del mese precedente. Sembra che vi sia un allentamento delle tensioni commerciali, dopo che Trump ha suggerito che per “oggi” sono in programma dei colloqui sugli scambi commerciali. Il portavoce del ministro del Commercio Gao Feng ha detto alle agenzie: “La Cina ha molti strumenti di rappresaglia, ma ritiene che la questione da discutere ora riguardi la rimozione di nuovi dazi per evitare un’escalation”.

Anche la prossima settimana i mercati valutari saranno in balia delle tensioni commerciali fra gli USA e la Cina. Tuttavia, inseguire la volatilità casuale provocata dai lanci d’agenzia e dai tweet di Trump potrebbe provocare un colpo di frusta per i trader.

In Tailandia, a luglio le esportazioni sono aumentate del 3,8% a/a, dopo la contrazione del 2,1% di giugno, mentre le importazioni sono salite marginalmente, dello 0,9% a/a, a seguito del calo precedente pari al 9,6%.

È un segnale incoraggiante, considerando che il settore esterno pesa sull’economia. L’attuale surplus commerciale è rimasto solido, pari a $1,8 mld, a fronte dei $3,9 mld precedenti. Il calo delle esportazioni potrebbe, però, gravare sui consumi privati nella seconda metà dell’anno.
Inoltre, a conferma della sensazione di una ripresa, le consistenze in riserva estera sono quasi ai massimi storici, pari a $220 miliardi. Nonostante i venti contrari sul fronte macro, pare che l’economia del Sud-Est asiatico abbia già toccato il fondo. Per quest’anno la Tailandia mostra una crescita rispettabile del PIL pari al 2,4%.

A differenza di altre valute asiatiche, che hanno seguito l’USD/CNY al rialzo, il THB si è opposto alla tendenza. L’USD/THB ha ceduto il 6,5% nell’anno corrente, facendo aumentare la probabilità di un intervento della BoT per ridurre la forza del baht. La motivazione della Bot per il taglio dei tassi d’interesse del mese scorso è stata proprio ridurre la forza del baht.
I verbali recenti della BoT indicano titubanza nel tagliare i tassi solo per frenare l’apprezzamento del TBH, ma sono ipotizzabili misure più incisive nel caso in cui la valuta continuasse a perdere competitività a livello regionale.

Franco svizzero in calo con i mercati USA chiusi

By Vincent Mivelaz

I mercati appaiono tranquilli, con gli USA che si godono il ponte del Labor Day.

I mercati finanziari, che si muovono positivamente, sembrano infatti ignorare l’introduzione di dazi da parte delle due grandi economie. Per quanto riguarda il forex, le valute considerate beni rifugio hanno finalmente un momento di respiro e il franco svizzero sta scendendo dai massimi di metà agosto.
Questa calma, però, dovrebbe durare poco, perché i negoziati commerciali fra USA e Cina, oltre a Fed e BCE, dovrebbero svolgere un ruolo cruciale nelle tendenze future delle valute. I dati pubblicati di recente riferiti a PMI manifatturiero e vendite al dettaglio danno un po’ di conforto e confermano che l’economia svizzera è ancora robusta, anche se la situazione delle PMI continua a essere fonte di preoccupazione.

La pubblicazione dei dati sulle vendite al dettaglio di luglio – pari all’1,40% (precedente: 0,70%), massimo dall’ottobre 2018 – e dell’indice PMI di agosto – attestatosi a 47,2 punti (precedente: 44,7), comunque in territorio di contrazione per la quinta volta consecutiva – sembra confermare, a prima vista, una fase di ripresa per l’economia svizzera.

Ma l’indice dei direttori d’acquisto di Raiffeisen riferito alle piccole e medie imprese (PMI) sembra indicare l’esatto contrario; l’indicatore si è attestato a 49,8 punti ad agosto (precedente: 53,5), per la prima volta dal luglio 2018; la maggior parte delle PMI conferma che il caro franco e le incertezze per l’economia mondiale sono allarmanti.
La componente dell’indice riferita agli ordini inevasi si è fermata a 49,3 punti (precedente: 55,4), il livello peggiore dalla creazione dell’indice, mentre la produzione è rimasta piatta, un risultato deludente che evidenzia l’outlook negativo per le PMI. In tali circostanze, il bene rifugio CHF dovrebbe rimanere inclinato al ribasso nel breve termine, anche considerando la chiusura odierna per il Labor Day negli USA, ma gli eventi futuri dovrebbero imprimere un netto cambio di direzione.

Autore: Swissquote Fonte: News Trend Online

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