L’allungo dell’EUR dura poco

14/11/2019 14:15

L’allungo dell’EUR dura poco

La pubblicazione delle tanto attese cifre sul PIL del terzo trimestre nell’Eurozona non sembrano aver impressionato più di tanto i partecipanti al mercato, anche se – almeno per ora – sembra che il peggio sia stato evitato. Nonostante il miglioramento del sentiment, la moneta unica non sembra convincere, fa infatti fatica a mantenere i guadagni a meno di due ore dalla diffusione del PIL tedesco, da cui è arrivata la conferma che l’economia tedesca ha evitato una recessione tecnica.

Probabilmente i mercati hanno trascurato questa notizia, perché in primo piano c’è l’esito del conflitto commerciale fra USA e Cina, giacché, in caso di mancato accordo, aumenterebbero i rischi di un’ulteriore escalation. Il rimbalzo dell’EUR dovrebbe pertanto essere circoscritto, in vista della serie di appuntamenti, fra cui prezzi alla produzione, vendite al dettaglio e produzione industriale, in uscita fra oggi e domani negli USA, dopo che, durante la sua audizione, Powell ha dichiarato che la politica dovrebbe rimanere in sospeso, salvo “variazioni significative nelle prospettive”.

La pubblicazione delle cifre sul PIL tedesco a/a e t/t del T3, pari rispettivamente all’1% (precedente: -0,10%) e allo 0,10% (-0,20%), rappresenta un buon segnale per tutta l’Eurozona, considerando le ricadute negative sull’attività industriale nel mercato unico provocate dall’economia tedesca negli ultimi trimestri.

Sembra, tuttavia, che l’Unione dei cristiano-democratici (CDU), il partito al governo di Angela Merkel, abbia intenzione di tener fede all’attuale freno al debito pubblico, che impone un tetto al deficit di bilancio del governo federale pari allo 0,35% del PIL su base annua, decisione che solleva dubbi su una rapida ripresa nel prossimo futuro.
Fra gli aspetti positivi da segnalare c’è un importante traguardo raggiunto dalla Grande Coalizione tedesca: sono svanite le minacce di caduta del governo, dopo che i partiti CDU e CSU hanno finalmente raggiunto un accordo, sbloccando l’impasse sul finanziamento della pensione minima (Grundrente), che rinsalda l’unita all’interno della coalizione.

Poiché persistono i rischi sul fronte degli scambi globali, resta da vedere se la ripresa della produzione industriale e dei consumi interni, motore importante per la crescita dell’economia tedesca, continuerà anche dal 2020 in poi.

By Vincent Mivelaz

Autore: Swissquote Fonte: News Trend Online

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