Le vendite sul franco mettono a posto le cose per la BNS

03/10/2019 14:15

Le vendite sul franco mettono a posto le cose per la BNS

Le cose sembrano girare a favore della Banca Nazionale Svizzera (BNS) in fatto di quotazioni valutarie. Ci si potrebbe chiedere perché il bene rifugio CHF negli ultimi giorni abbia perso terreno e invece la domanda di JPY sia cresciuta sulla scia della diffusa avversione al rischio. Ci sono sicuramente molti fattori da considerare: la recente diffusione di dati deboli riferiti a economia e inflazione e il timido intervento sul tasso di cambio dovrebbero spiegare parte della flessione.
Dall’ultima riunione trimestrale di politica monetaria della BNS, svoltasi il 19 settembre 2019, non sono emerse novità, la valutazione della BNS rispetto alla quotazione del franco svizzero è rimasta invariata; la BNS considera “elevata” la valutazione del franco, a fronte del “significativamente sopravvalutato” utilizzato nella prima metà del 2017, il che suggerisce un intervento piuttosto limitato sul forex, sebbene l’EUR/CHF scambi sui livelli del luglio 2017.

Nelle ultime sette settimane, i depositi a vista totali sono rimasti abbastanza stabili, mentre le riserve in valuta estera del T3, che saranno pubblicate il 7 ottobre 2019, dovrebbero confermare una tendenza al rialzo negli interventi valutari.

Sul fronte opposto, la recente serie di notizie negative, fra cui le previsioni del KOF per l’economia svizzera, l’indice PMI, l’inflazione e le vendite al dettaglio, sostengono un’inclinazione negativa del CHF. L’indebolimento del momentum economico per l’economia svizzera ha spinto l’istituto KOF a rivedere al ribasso le previsioni di crescita del PIL per gli anni finanziari 2019 e 2020, scese rispettivamente allo 0,90% (precedente: 1,60%) e all’1,90% (precedente: 2,3%).

L’istituto ha individuato nell’attività delle imprese e nel contesto internazionale forti ostacoli per l’economia che dipende dalle esportazioni. Inoltre, il crollo allo 0,10% (precedente: 0,30%) dell’inflazione primaria, minimo dal dicembre 2016, e lo stallo dell’inflazione di fondo allo 0,40% (precedente: 0,40%) non fanno ben sperare, perché i rischi al ribasso per l’economia e il CHF forte non dovrebbero sostenere gli indici.
Sempre sulla stessa linea, ad agosto le vendite nel settore della distribuzione al dettaglio sono scese del -1,40% (precedente: 1,50%), segnando un minimo da 11 mesi, mentre il PMI manifatturiero si è contratto ulteriormente, attestandosi a 44,6 punti (precedente: 47,2), livello che non si vedeva dal luglio 2009.

Pur rimanendo leggermente sotto la soglia dei 50 punti, l’indicatore PMI di Raiffeisen per le piccole e medie imprese si è attestato a 49,9 punti (precedente: 49,8) grazie a un miglioramento di ordini inevasi, volumi di produzione e scorte. In tale contesto, la flessione del franco sembra ampiamente giustificata, anche se ulteriore volatilità dovuta a notizie negative sul fronte della Brexit e degli scambi commerciali dovrebbe assicurare la domanda di CHF, scenario che probabilmente la BNS non è nella posizione di evitare.

Al momento l’EUR/CHF scambia a 1,09507, dopo il rimbalzo da 1,08594 (minimo 10/10/2019), e nel breve termine si avvicinerà a 1,0970.

By Vincent Mivelaz

Autore: Swissquote Fonte: News Trend Online

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