Ottimismo sul petrolio in probabile calo

16/08/2019 15:00

Ottimismo sul petrolio in probabile calo

Rehn (BCE) fa scendere l’euro, Jackson Hole in primo piano

By Arnaud Masset

Dopo una settimana burrascosa per chi investe in azioni e per quanto il livello di paura rimanga elevato, sui mercati finanziari è tornato un certo grado di stabilità. I future sui listini azionari si portano lentamente in territorio positivo, mentre diminuiscono lentamente gli indici di volatilità implicita.
Il DAX tedesco è in rialzo dello 0,75%, l’EuroSTOXX 50 dello 0,85%, il FTSE non ha ancora aperto, perché la Borsa di Londra (LSE) si è presa una vacanza imprevista (problema tecnico). I beni rifugio sono in graduale calo, il metallo giallo sta scivolando verso il livello a $ 1.500.

Sul mercato forex, il franco svizzero e lo yen giapponese cedono rispettivamente lo 0,23% e lo 0,05% contro il biglietto verde, attestandosi a 0,9788 e 106,15. Infine, il Bitcoin sta lottando per mantenersi sopra la linea di tendenza ascendente che ha sostenuto il rally iniziato nel maggio di quest’anno e attualmente scambia intorno a $9.890.

La moneta unica ha continuato a scendere dopo i commenti di Rehn (BCE) ripresi dal Wall Street Journal, in cui ha dichiarato che la BCE sta preparando “un pacchetto molto forte” che dovrebbe includere sia ulteriori acquisti di bond che un taglio dei tassi d’interesse.

Rehn ha aggiunto: “Quando si lavora con i mercati finanziari, spesso è meglio andare oltre le loro aspettative che deluderle, e meglio disporre di un pacchetto di misure molto forti piuttosto che limitarsi alla messa a punto”. Che ciò funga da avvertimento: la BCE è pronta al tutto per tutto e i rendimenti dei bond non avranno nessuna possibilità.
Gli investitori prevedevano un taglio del tasso dello 0,1%, attualmente pari al -0,5%, e il riavvio del programma di allentamento quantitativo (QE) con acquisti di bond per un valore di € 50 miliardi mensili. Questo, però, prima dei commenti di Rehn. Ora il mercato sconta una possibilità del 60% di un taglio da 20 punti base e del 40% di una sforbiciata da 10 punti base.

Inoltre, non sorprenderebbe se la BCE ampliasse la portata del suo QE acquistando asset diversi come le…azioni. Tuttavia, è più probabile che alla fine la BCE alzi il tetto massimo del 33% di possesso di titoli per paese emittente.

Oltreoceano, gli investitori hanno già iniziato a guardare verso Jackson Hole, dove fra il 22 e il 24 agosto si terrà l’annuale simposio della Fed.
I partecipanti al mercato saranno ansiosi di ottenere nuovi indizi da Jerome Powell sul pensiero del FOMC in vista della riunione di metà settembre. Crediamo che la Fed non perderà l’opportunità di assumere un’impostazione da colomba, proprio come tutte le altre banche centrali.

È in arrivo il QE4?

Ottimismo del petrolio in probabile calo perché preoccupano le prospettive sulla crescita

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I trader del petrolio, però, sembrano credere che presto si arriverà a una risoluzione del conflitto fra le due maggiori economie mondiali, giacché il presidente USA Donald Trump dovrebbe aver in programma “a breve” una telefonata e un potenziale incontro faccia a faccia con il suo omologo Xi Jingping, in cui si discuterà sia delle proteste a Hong Kong che delle questioni commerciali.

Nel contesto attuale e nonostante il tentativo del gruppo OPEC+ di frenare la produzione, la prospettiva che i prezzi del petrolio tornino ai massimi dell’ottobre 2018 rimane comunque fuori portata.

Difatti, nonostante un potenziale rimbalzo di breve termine dei prezzi del petrolio dovuto a notizie positive su temi quali la guerra commerciale sino-americana o il rilascio di una petroliera iraniana nel Golfo di Gibilterra, sembra che, a giudicare dalla domanda globale, le prospettive di lungo termine non promettano bene.

Il divario negativo fra prodotto effettivo e prodotto potenziale e il rallentamento dell’inflazione - come sta avvenendo in Messico, la cui banca centrale, Banxico alla fine ha tagliato il tasso dello 0,25%, portandolo all’8%, per la prima volta da 5 anni, seguendo le orme della Fed, come hanno fatto Nuova Zelanda, Tailandia o Filippine - non dovrebbero favorire il petrolio.
Ne consegue che la volontà dell’Arabia Saudita, maggior produttore dell’OPEC, di tagliare di nuovo la produzione in caso di necessità ormai è diventata una misura minima per stabilizzare i prezzi sui livelli attuali. A margine, segnaliamo che gli spread fra greggio WTI e Brent sono sui minimi dal 20 luglio 2018, a conferma della congestione protratta dell’oleodotto che collega il bacino Permiano alle raffinerie, mentre si stanno progettando terminal nel Golfo del Messico per aumentare le esportazioni verso i mercati esteri.

In tal modo il WTI diventerebbe più sensibile agli sviluppi della domanda globale, anche se non si prevede che il progetto inizi prima del 2020.

Il WTI al momento scambia a 55,61, nel breve termine si avvicinerà a 56 e si prepara ad archiviare la settimana con il segno più, dopo due ottave in territorio negativo.

Autore: Swissquote Fonte: News Trend Online

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