Apple, nuova sfida alle banche con Savings

18/04/2023 16:14

Apple, nuova sfida alle banche con Savings

La scalata della mela alla banca segna un’altra tappa. Apple lancia il conto deposito Apple Savings e aggiunge un altro pezzo di finanza alla propria offerta. Solo negli Stati Uniti per ora, ma domani chissà.

Il gruppo guidato da Tim Cook compie così un altro passo decisivo in questo campo e approfitta del periodo di tassi elevati, del prestigio in America e della corsa agli sportelli dopo i casi di SVB e Signature Bank.

È l’ormai decennale storia della scalata del Fintech alla Finanza, solo che viene da un produttore di telefonini, computer e cuffiette.

Ce lo aspettavamo, però.

A Milano per prendere la metropolitana o il tram, se si vuole pagare con il cellulare ed evitare di prendere la carta nel portafogli, è comodo usare Apple Pay o Samsung Pay. Sono i maggiori sistemi di carta virtualizzati su smartphone e valgono anche al bar e al ristorante.

Per Apple è molto di più: è una visione industriale di lungo periodo che ha molto a che fare, appunto, con il nostro quotidiano.

Apple, come funziona il Savings

Intendiamoci, Apple non è ancora una banca, per fare finanza e pagamenti si serve di Goldman Sachs o di Green Dot Bank, che hanno tutte le autorizzazioni del caso.

Il passo però si fa sempre più breve e l’occasione è ghiotta per la mela di Cupertino. La crisi delle piccole banche a stelle e strisce è ancora molto forte e la gente non si fida. I dati della FED indicano che soltanto a marzo le piccole banche statunitensi hanno perso qualcosa come 177,5 miliardi di dollari di depositi.

Un grande gruppo come Apple può dare a molti un po’ di sicurezza e allargare un business su cui lavora da quasi dieci anni.

Il primo servizio di pagamento di Apple, l’Apple Pay è stato infatti presentato nel 2014, da allora sono venuti il Wallet, l’Apple Credit, il recentissimo BNPL (ossia “paga ora e paga dopo”, cioè una rateizzazione gratuita ormai sempre più diffusa come servizio) e ora il Savings.

I vantaggi? Soldi ovviamente.

I depositi dei clienti e nuovi canali di servizio, magari per offrire un finanziamento per l’acquisto di un nuovo Mac o di un nuovo iPhone. Oggi ti fai la tua carta, l’americana Apple Card; domani ci metti di tutto e diventi sempre più banca, incrociando tutti i servizi che passano dall’iPhone, praticamente la vita dei clienti.

Al momento però è solo un’offerta per gli Stati Uniti.
Il Savings infatti è abbinato a una Apple Credit, la carta di credito al consumo, anche soltanto virtuale, della società cofondata da Steve Jobs. Per la carta di credito di Apple però serve un Numero della Social Security o un numero di Identificazione Fiscale del Contribuente Individuale.

E bisogna anche avere un indirizzo negli Stati Uniti o in territori o giurisdizioni statunitensi. È cosa a stelle e strisce, insomma, per ora.

Apple Savings, l’occasione di tassi elevati e un mercato ingeneroso

Se poi i tassi d’interesse sono volati e puoi offrire un interesse sui depositi del 4,15% contro una scandalosa media dei conti deposito statunitensi dello 0,37%, l’appeal commerciale cresce ancora.

Puoi dire al tuo cliente che gli offri dieci volte di più. Non è proprio una rivoluzione, la CNBC ricorda il rendimento percentuale annuo del 4,75% dei conti deposito di CIT Bank e quello del 3,9% offerto dalla Marcus di Goldman Sachs, ma con Apple può diventare un’altra storia.
Quella della integrazione digitale dei servizi, anche di quelli finanziari. D’altronde i wallet digitali di Cupertino sono usati per conservare i biglietti dei concerti o delle mostre, dei trasporti e per altro ancora. Ci puoi fare molto di più insomma.

Ed Apple sembra proprio averlo capito.

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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