Giappone: tassi d'interesse tornano in territorio positivo dopo 5 anni

19/03/2024 10:36

Giappone: tassi d'interesse tornano in territorio positivo dopo 5 anni

Il Giappone ha concluso la sua politica di tassi di interesse negativi il 19 marzo, avviando un modesto aumento dei costi del denaro, da -0,1% a uno spettro tra zero e 0,1%. La Banca centrale ha anche eliminato una serie di strumenti finanziari non convenzionali che avevano inondato il Paese di liquidità. La Bank of Japan (BoJ) non sollevava i tassi dal 2007 e li aveva portati in territorio negativo nel 2016. Tuttavia, la mossa non segna l'inizio di un periodo di restrizioni monetarie come negli Stati Uniti e in Europa. La politica monetaria rimarrà accomodante, nonostante il raggiungimento dell'obiettivo di inflazione del 2%. Il governatore Kazuo Ueda ha sottolineato che la politica monetaria resterà normalizzata, mantenendo un ambiente favorevole all'economia. La decisione della BoJ ha causato una fluttuazione nella valuta, con un calo del rendimento dei bond decennali e un guadagno dell'indice Nikkei dello 0,66%. Il precedente governatore, Haruhiko Kuroda, aveva introdotto un importante rilancio quantitativo nel 2013 con l'obiettivo di raggiungere il 2% di inflazione in due anni. Nonostante non sia riuscito a raggiungere tale obiettivo, aveva ridotto i tassi sotto zero e adottato un programma di controllo della curva dei rendimenti nel 2016.

Questo ha portato a un aumento del bilancio della BoJ, raggiungendo il 127% del PIL del Paese. Oltre a riportare i tassi in territorio positivo, la BoJ ha anche abbandonato il programma di controllo della curva dei rendimenti, impegnandosi a continuare a comprare titoli di stato a lungo termine e a aumentare il volume in caso di un rapido aumento dei rendimenti. La BoJ ha anche cessato l'acquisto di fondi di investimento quotati in borsa. La decisione di aumentare i tassi ha diviso il consiglio direttivo della BoJ, con sette membri a favore e due contrari, indicando che ulteriori restrizioni saranno valutate attentamente. Contrariamente alla tendenza globale, il Giappone ha continuato con la sua politica monetaria ultra-espansiva, nonostante la maggior parte delle banche centrali abbiano aumentato i tassi per tenere a bada l'inflazione. Un fattore chiave della decisione della BoJ è stato l'aumento dei salari, che dovrebbe stimolare i consumi. La più grande federazione sindacale del Giappone, Rengo, ha riferito che i rinnovi contrattuali di primavera hanno portato a un aumento salariale del 5,28%, il più alto dal 1991. Per decenni, i salari in Giappone sono rimasti stagnanti, con l'enfasi posta sulla stabilità lavorativa piuttosto che sull'aumento dei salari.

(Redazione)

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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