TFR: meglio in azienda o in un fondo?

23/02/2023 18:17

TFR: meglio in azienda o in un fondo?

TFR in azienda: scelta vincente? 

L’anno 2022 è stato un anno negativo dal punto di vista dei mercati finanziari.

L’elevato tasso di inflazione, il pericolo di recessione, la guerra, il costo delle materie prime sempre più elevato sono gli aspetti più rilevanti di dodici mesi che, fortunatamente, sono stati archiviati. 

Non tutti, però, hanno ricevuto esclusivamente brutte notizie.

Coloro che hanno lasciato il TFR in azienda, infatti, si sono visti recapitare un bel pacco dono dalla congiuntura economica, ovvero un tasso di rivalutazione pari a circa il 10%. 

Un rendimento niente male, specie se raffrontato non solo con l’andamento generale dei mercati ma anche e soprattutto con quelli dei fondi pensione. 

Tutto rose e fiori quindi? Osservando le cose esclusivamente dal lato del rendimento, sicuramente. 

Occorre però fare alcune considerazioni a più ampio raggio.

Innanzitutto, giova ricordare che il TFR presso l’azienda si riscontra in quelle attività con meno di 50 dipendenti.

Attività che sono messe a dura prova dall’andamento economico generale. 

Ergo, è molto probabile che non tutte queste aziende accantonino annualmente quanto di spettanza di ogni lavoratore e ne contabilizzino anche la relativa rivalutazione. 

Il rischio che si corre è quello per cui, nel momento in cui si manifesta l’esigenza di avere il TFR (per quiescenza ma anche per richiesta di anticipazione prevista dalla legge), si crei una problematica doppia, sia per il datore di lavoro che per il lavoratore

Il primo potrebbe non essere in grado di garantire in tempi brevi l’operazione, il secondo potrebbe trovarsi quindi in gravi difficoltà finanziarie. 

TFR: meglio nel fondo pensione? 

L’altra possibilità offerta ad una buona fetta dei lavoratori è quella di far confluire il proprio TFR nei cosiddetti fondi pensione

Se guardiamo esclusivamente i rendimenti dell’ultimo anno, non c’è sicuramente partita ma, quando si parla di pensione, si deve ragionare in ottica di lungo periodo. 

Nel corso del 2022, infatti, i rendimenti dei fondi pensione sono stati decisamente negativi con risultati preceduti dal segno meno a due cifre (tra –10% e –12%). 

Insomma, non ci sono motivi per sorridere. 

In realtà, come evidenziato precedentemente, la visione deve essere ampliata e, in ogni caso, non riferita esclusivamente al mero e puro rendimento.

Importante sicuramente, ma non l’unico parametro da attenzionare. 

Bisogna considerare che il fondo pensione gestisce patrimoni in modalità professionale a differenza del datore di lavoro che, per esigenze di liquidità, di cassa, può vedersi costretto ad usare le quote di Tfr spettanti ai propri dipendenti come forma di auto finanziamento implicito. 

Il rischio, come già specificato in precedenza, è quello di trovarsi a dover affrontare delle problematiche nel momento del bisogno. 

Il fondo pensione invece costituisce un patrimonio separato da qualsiasi altra attività del gestore e, come tale, va considerato ed inteso.

Tutte le somme che vengono fatte confluire su di esso vengono infatti gestite sulla base delle scelte effettuate dai singoli clienti. 

TFR: il futuro è qui, ora

La gestione del Tfr è essenziale per creare le basi per un futuro decisamente più sereno. 

Al di là di necessità in corso d’opera, infatti, il trattamento di fine rapporto è dato da quella cifra che, nel momento in cui si abbandona l’attività lavorativa, funge da base di partenza per garantire una ultima parte della vita senza troppi problemi. 

Se è fondamentale la gestione del Tfr, lo è, a maggior ragione, la presenza di un fondo pensione all’interno della propria pianificazione finanziaria

In una qualunque programmazione, questo aspetto non solo non deve mancare ma deve essere uno di quelli evidenziati in rosso. 

Oggi come oggi, non è più possibile derogare o procrastinare certi argomenti e discorsi. 

 

 

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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