Chiude in verde l'azionario italiano: Ftse Mib +0,61% nonostante i cali delle banche

01/07/2016 17:55

Chiude in verde l'azionario italiano: Ftse Mib +0,61% nonostante i cali delle banche

Chiusura di ottava in rialzo per l'azionario italiano:* Ftse Mib +0,61%, *Ftse Italia All Share +0,67% e Ftse Italia Star +1,15%.Fanno anche meglio i maggiori indici azionari europei. Il Dax guadagna lo 0,99%, il Cac 40 cede invece lo 0,86% e l'Ibex 35 l'1,29 per cento.
Il Ftse 100 britannico recupera l'1,13 per cento. Negli Stati Uniti l'*S&P 500 *segna un rialzo dello 0,23%, il Nasdaq uno dello 0,45% e il *Dow Jones *uno dello 0,16 per cento.

L'Euro guadagna ancora terreno sul dollaro: il cambio EUR/USD si riporta a 1,1146 con un rialzo dello 0,34 per cento.

Rimane sotto sorveglianza speciale la sterlina che si deprezza ancora sulle maggiori valute con un calo dello 0,76% sull'euro, dello 0,58% sullo yen e dello 0,18% sul dollaro.

I bancari restano sotto pressione: l'indice di settore Ftse Italia Banche *cede l'1,86 per cento. In particolare si segnalano i cali di *Unicredit (-4,92%), che non sembra trarre sollievo dalla nomina del nuovo ad francese Jean-Pierre Mustier e segna la peggiore performance del settoriale dopo un ingresso in asta di volatilità.

Molto male anche Bper (-4,82%), mentre Bpm cede l'1,33% e Ubi Banca l'1,94 per cento. Non mancano titoli in territorio positivo come Mps (+0,87%), il Banco Popolare (+1,59%), Mediobanca (+0,97%). Scivola in rosso Fineco (-1,28%). Intesa cede l'1,29%.
La Bce non sta valutando una modifica delle quote di acquisto (rispetto al totale dell'emissione) di titoli nell'Eurozona secondo quanto riportato da Reuters. Sarebbero dunque smentite in proposito le ipotesi sui "capital key" riportate da Bloomberg. In realtà rimane da tempo un problema di liquidità di alcuni titoli, a partire da quelli tedeschi, e già in passato la platea dei titoli acquistabili è stata estesa per cercare di ovviare a questa criticità.

Va ricordato il via libera invece della Commissione Ue a uno scudo di forse 150 miliardi di euro che permetterebbe garanzie pubbliche sui bond senior di banche solvibili in temporanea crisi di liquidità. Diversi osservatori però hanno ricordato che, se c'è un problema per le banche italiane, non è quello della liquidità, ma quello dei crediti deteriorati.

Recupera terreno il titolo di Telecom Italia (+0,68%).
Ieri si è registrato un rapido e vivace confronto con Cellnex sul tema irrisolto di Inwit (-0,05%), la società delle torri di Telecom Italia della quale quest'ultima controlla il 60% circa ma vorrebbe ridurre le quote. Tobias Martinez, ad di Cellnex (la società delle torri di Abertis che è cresciuta anche con l'acquisto delle torri di Wind) ha affermato: "Noi rispettiamo la volontà di Telecom Italia, ma Inwit è una questione su cui deve decidere.

Devono capire cosa fare guardando al futuro. Se hanno bisogno di soldi, noi possiamo pagare, ma se aspettano molto, può essere che in futuro noi abbiamo altre priorità". La risposta stizzita di Telecom non si è fatta attendere: la società ha ricordato che nel 2015 il flusso di cassa operativo è stato di 2 miliardi di euro sottolineando di non avere problemi di liquidità e anzi di avere un margine di liquidità a fine marzo di 10,4 miliardi di euro che permette una copertura delle scadenze finanziarie fino al 2019.

"La Società quindi - ha affermato il gruppo - è nella posizione di riservarsi il tempo opportuno per valutare il percorso di miglior creazione di valore per Inwit, come già comunicato alla stessa Cellnex". La situazione su Inwit rimane insomma sospesa e rinviata a data destinarsi.

Prezzi del greggio ancora in lieve recupero: sull'Ice il *Brent *segna un rialzo dello 0,18% a 49,79 dollari al barile e il WTI guadagna quota 48,34 dollari (+0,02%).
Goldman Sachs ha affermato che il greggio potrebbe trattare sotto le previsioni di 50 dollari al barile di media nella seconda metà del 2016 a seguito del cessate il fuoco tra milizie e governo in Nigeria. A Milano *Eni *guadagna il 2,07%, *Saipem *il 3,26% e *Tenaris *l'1,38%.

Il management di *Saipem *ha confermato lo stop ad alcuni giacimenti in Venezuela, secondo MF, dopo l'annuncio che nella seconda parte del 2016 si sarebbero ridotte le esposizioni verso PDVSA che ammonterebbero a circa 418 milioni di euro i crediti lordi vantati da Saipem verso Pdvsa.

Sarebbero in chiusura ben 25 dei 28 impianti di trivellazione nel Paese.
Union Fenosa Gas, joint venture paritetica di *Eni *e GasNatural Fenosa, ha venduto per 106 milioni di euro il 42,5% dell'impianto di rigassificazione di Sagunto Saggas a Enagas.

Da segnalare il balzo dell'8,27% di *Salini Impregilo *che ha chiuso un accordo quadro da 2,9 miliardi di dollari in Tagikistan.

(GD)

Autore: Financial Trend Analysis Fonte: News Trend Online

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