Banche: Unicredit e Intesa fuori dal risiko. Scalda i motori MPS

12/04/2019 18:36

Banche: Unicredit e Intesa fuori dal risiko. Scalda i motori MPS

Nelle ultime settimane è tornato di attualità il tema del consolidamento del settore bancario a Piazza Affari, sulla scia di dichiarazioni e rumors che in alcuni casi hanno contribuito a scaldare le quotazioni dei titoli interessati, mentre in altri hanno ricevuto un'accoglienza fredda, per non dire negativa, da parte del mercato.

Banche: Draghi ribadisce la necessità di un consolidamento

Non più tardi di due giorni fa il presidente Mario Draghi, nella consueta sessione di domande e risposte con i giornalisti, post meeting BCE, ha parlato di un settore bancario europeo sovraffollato, ribadendo la necessità di un consolidamento.

Draghi ha fatto sapere che in seno alla BCE non ci sono particolari preferenze tra fusioni all'interno dei confini nazionali e operazioni cross-border.

L'unica certezza è il bisogno di un consolidamento che trae origine dalla debolezza strutturale del comparto bancario in Europa, complice l'eccesso di capacità di termini di numero di dipendenti, di sportelli e di costi.

Unicredit: l'AD raffredda attese di operazioni cross-border

Una delle possibili operazioni che tiene banco al momento è la fusione tra Deutsche Bank e Commerzbank, anche se la stessa appare complicata.

Non a caso alcuni rumors nei giorni scorsi hanno parlato di un possibile intervento di Unicredit che potrebbe scendere in campo e presentare un'offerta per Commerzbank nel caso in cui le trattative con Deutsche Bank non dovessero andare in porto.

Indiscrezioni che ieri l'AD di Unicredit non ha voluto commentare, raffreddando peraltro le attese di un possibile coinvolgimento del gruppo da lui guidato in uno scenario M&A.

Il manager ha infatti dichiarato a margine dell'assemblea di ieri che l'Europa ha bisogno di banche più grandi, ma in questo momento la combinazione cross-border tra istituti europei è molto difficile e con una bassa probabilità di successo.

Tra l'altro ieri è stato ribadito che il piano industriale di Unicredit che si concluderà a fine novembre, è basato su ipotesi di crescita organica e il gruppo è focalizzato su questo.

Non è contemplata pertanto la possibilità di studiare operazioni M&A che almeno nell'immediato quindi almeno per il momento l'istituto di Piazza Gae Aulenti dovrebbe essere fuori dal gioco delle fusioni.

Intesa Sanpaolo fuori dai giochi in Italia.

Difficili deal oltreconfine

Lo stesso discorso vale per Intesa Sanpaolo che, malgrado la disponibilità della Fondazione Cariplo ad appoggiare eventuali progetti di merger, non sarà coinvolta in operazioni di consolidamento nel settore bancario.

La conferma è arrivata non più tardi di ieri dal presidente Gian Maria Gros-Pietro, il quale ha ribadito che Intesa Sanpaolo si è tirata fuori dal consolidamento in Italia, anche perchè lo ha già fatto.

Il manager ha ricordato che la banca da lui guidata  è stata l'unica in grado di intervenire sulle banche venete e questo è un consolidamento realizzato meno di due anni fa, quindi un'ulteriore operazione in Italia solleverebbe subito dei problemi di Antitrust.

Gros-Pietro ha inoltre evidenziato che gli unici deal possibili sono quelli cross-border, per i quali però non ci sono le condizioni.

Un consolidamento di questo tipo è molto costoso in termini di differenze, visto che l'Unione bancaria è incompleta.

Questo crea degli ostacoli decisamente rilevanti che vanno invece eliminati se si vogliono realizzare delle sinergie che rendano l'operazione di fusione conveniente per gli azionisti.

Fuori dai giochi quindi Unicredit e Intesa Sanpaolo, al pari di Banco BPM e Ubi Banca che hanno più volte ribadito di non essere coinvolte nè interessate ad un coinvolgimento nell'M&A almeno per il momento.

Banca MPS apre al dossier aggregazioni, ma la strada sarà lunga

L'attenzione si sposta quindi su Banca Monte Paschi che non più tardi di ieri ha messo a segno un rally di oltre l'8%, alimentato proprio dalla dichiarazioni dell'AD Marco Morelli.

Quest'ultimo ha fatto sapere che il Cda sta valutando prospettive di scenari su aggregazioni o diversificazioni dimensionali, precisando in ogni caso che la decisione finale spetterà all'azionista di riferimento, ossia il Tesoro, che al momento possiede il 68,2% della banca senese.

Entro la fine dell'anno lo Stato dovrà comunicare il piano di uscita da Banca Monte Paschi, da realizzare entro il 2021.

Sul tema si è soffermato oggi Milano Finanza, che ha evidenziato come l'individuazione di un partner non sarà un percorso breve.

Il tempo non manca, ma la banca toscana dovrà farsi trovare nelle condizioni ideali per attirare potenziali investitori, italiani o esteri che siano.

Fonte: News Trend Online

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