Contagio, ora chi rischia di più sono le donne. Ecco perché

04/07/2020 16:38

Contagio, ora chi rischia di più sono le donne. Ecco perché

Non è ancora finita. Il pericolo di contagio rimane molto alto.

Soprattutto adesso. Forse, più in questo momento che le attività sono ripartite di quanto lo fosse quando eravamo tutti chiusi in quarantena. Gli ultimi dati riportano che il 28,3% degli occupati, che si traducono in un numero vicino ai 6,5 milioni di lavoratori, è ad alto rischio di contagio per quanto riguarda le malattie respiratorie, proprio come il coronavirus.

E' quanto emerge da un rapporto dei consulenti del lavoro e le più esposte al contagio sono donne, giovani e professionisti ad elevata istruzione (per un totale del 40,9% dei laureati).

Il Covid-19 inoltre, ma questa non è una novità, è maggiormente insidioso per gli addetti alla salute: medici (a rischio 308.000), infermieri, radiologi (736.000) e operatori sociosanitari (258mila). La novità riguardano i timori anche per baristi, camerieri, ma anche addetti alle vendite. Tutto sta alla corettezza del singolo invidividuo, che utilizza propriamente la mascherina e all'igiene nel lavarsi le mani.

Ma ovviamente, chi ha a che fare con i rapporti interpersonali inevitabilmente rischia qualcosa di più.

Gli anziani i più a rischio nella prima ondata di contagio. Con la seconda, timori per le donne 

Si parla tanto di seconda ondata da coronavirus. Di un possibile ritorno violento del contagio da Covid-19 adesso che le attività, non solo in Italia ma in tutto il mondo, stanno riprendendo.
Durante la quarantena è stato sottolineato come i più a rischio fossero gli anziani, dai 70 anni in su.

Per questo, il lockdown era rivolto soprattutto a loro. “Rimanete a casa” per evitare di contrarre il contagio. “Rimanete a casa” come invito rivolto ovviamente anche ai più giovani, per evitare di contrarre il virus ed eventualmente trasmetterlo ai propri cari.

Pericolo di contagio al lavoro: adesso chi rischia sono le donne e i giovani

Ma adesso che le attività sono riprese, sono ancora gli anziani i più a rischio? Pare proprio di no.

Adesso sono soprattutto donne, ma anche professionisti ad elevata istruzione e i giovani ad essere maggiormente esposti a rischio contagio da malattie infettive respiratorie. Proprio come il coronavirus che, nonostante il rallentamento della presa epidemica nel nostro Paese, continua a rappresentare una minaccia. 

Contagio Covid, sul lavoro i rischi maggiori

Il motivo è molto semplice.

I luoghi di lavoro, che lentamente stanno riaprendo anche con le proprie sedi ufficiali e di conseguenza gli uffici, sono diventati inevitabilmente gli ambiti più rischiosi. E non solo perché frequentati da una quota importante di popolazione.

Ma, soprattutto per il tempo che vi si trascorre.

Lo spiega bene, il report della fondazione Studi Consulenti del Lavoro: “Lavorare ai tempi del Covid-19: il rischio del contagio tra gli occupati italiani”. 

Quali sono i fattori che possono determinare un nuovo contagio al lavoro

I fattori di rischio contagio a cui sono esposti i lavoratori sono sostanzialmente cinque: la frequenza dei contatti con altre persone.

L’interazione con il pubblico. Lavorare al chiuso. La vicinanza fisica ad altre persone e la frequenza di esposizione a malattie e infezioni. Ovviamente l’esposizione al contagio risulta poi differente in funzione dell’attività professionale svolta.

Quante sono le donne realmente a rischio contagio?

Le donne che potrebbero essere contagiate sono 4,345 milioni e rappresentano il 44% delle occupate. Di questa percentuale, il 21,6% svolge una professione a rischio contagio molto elevato e il 22,4% elevato.

E gli uomini? I valori riscontrati sono molto più bassi: e infatti svolge un lavoro rischioso per il contagio il 16,4% degli occupati.

Non va dimenticato che anche (e soprattutto) i giovani sono coinvolti molto più frequentemente in lavori a stretto contatto con il pubblico.
Basti pensare al commercio, al ramo della ristorazione, per non parlare degli eventi pubblici anche se questi, in molti casi, non sono ancora stati riavviati poiché possono causare assembramenti. Dunque, anche i giovani presentano una maggiore possibilità di contrarre il virus: tra gli Under 35, il 35,1% svolge una professione ad altro rischio, mentre nelle altre fasce d’età la percentuale si riduce attorno al 27%.

Contagio sul lavoro, conta anche il livello di istruzione?

Poco fa abbiamo segnalato anche come il livello di istruzione sia un altro fattore distintivo correlato al rischio, rilevandosi più alto nelle classi di istruzione più elevate.

La ricerca report della fondazione Studi Consulenti del Lavoro: “Lavorare ai tempi del Covid-19: il rischio del contagio tra gli occupati italiani” riporta che il 40,9% dei laureati (di questi, il 22,9% con rischio molto elevato) contro il 27% dei diplomati e il 20,9% di quanti sono in possesso del diploma di scuola media.

Pericolo di contagio sul lavoro, donne e giovani a rischio: come si può intervenire?

A commentare l'indagine il Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca, sottolineando la necessità di "assicurare il contenimento del contagio nei luoghi di lavoro attraverso la riorganizzazione degli spazi e l’adozione di misure precauzionali che tutelino la salute dei lavoratori".

"Contemporaneamente, però, - aggiunge - è necessario salvaguardare anche i datori di lavoro virtuosi, che pur avendo attuato tutte le norme necessarie ad impedire il contagio, possono essere soggetti alla responsabilità penale, con il pericolo di vedersi riconosciuto il proprio comportamento lecito solo alla fine del procedimento".

Quali sono i lavori più a rischio contagio?

Secondo la ricerca, i più a rischio contagio sono gli infermieri, radiologi ed esperti di diagnostica: in tutto sono 736.000.

Dietro di loro le figure addette ai servizi personali o assimilati: 492.000 a rischio. Poi ci sono i professori della scuola primaria a 485.000, infine i medici, in tutto 308.000.

Numeri significativi anche per gli operatori della cura estetica: a rischio contagio sono all'incirca 277mila, i professionisti qualificati nei servizi sanitari (258.000).
Infine gli specialisti nelle scienze della vita, a quota 150.000 circa, gli 88.000 tecnici dei servizi sociali e i 19.000 assistenti di viaggio.

Fonte: News Trend Online

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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