Brutte notizie per Banco BPM: una trimestrale al di sotto delle attese, sebbene migliore della precedente e la chiusura prevista di oltre 300 filiali.
I numeri
il primo trimestre del 2018 si è chiuso con un utile netto di 223 mln di euro, in calo rispetto alle attese che guardavano a 240 milioni ma superiore rispetto a quanto fatto nello stesso periodo del 2017, quando il saldo fu di 115 milioni, ovviamente al netto del badwill successivo alla fusione tra Banco Popolare e Bpm).
Gli altri numeri riguardano i proventi operativi (1,18 miliardi in calo a -0,5%) , il margine di interesse (595 milioni in aumento dell'8,5%), e commissioni nette (476,5 milioni con un calo pari a -7,6%) e gli oneri operativi in calo minimo (-0,1% con un saldo di 769,5 milioni). I crediti deteriorati netti sono scesi di 1,7 miliardi rispetto a fine 2017 con un'incidenza sul totale che dal precedente 12,1% è passata al 10,7% in parallelo a un aumento dei livelli di copertura dei crediti dubbi che dal 48,8% di fine 2017 è passato al 53,8%.
Il taglio delle filiali
Dai vertici dell'istituto nato dalla fusione tra la Popolare di Milano e Bpmsi è voluto sottolineare l'impegno per la cessione di circa 5 miliardi di sofferenze entro giugno, cessione divisa tra cartolarizzazione e ricorso alla garanzia pubblica Gacs.
All'interno del quadro delle sofferenze la voce vede una chiusura pari a 5,2 miliardi (-19,4% da dicembre) e le inadempienze probabili nette a 6,1 miliardi (-6,1%). L'istituto è inoltre impegnato in una drastica manovra di taglio dei costi, a cominciare dalle filiali, 312 delle quali saranno chiuse in tutto il territorio nazionale portando quindi il totale delle unità a 1934 mentre il potenziamento sarà effettuato con l'ottimizzazione di altre 200 filiali.
Una serie di notizie che a quanto pare non sono piaciute agli investitori: poco dopo le 12, infatti, il titolo cedeva il 3,7%.
Fonte: News
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