Gestori: pessimismo in netto aumento. Sell su azioni Italia e UK

18/10/2018 17:11

Gestori: pessimismo in netto aumento. Sell su azioni Italia e UK

Le indicazioni arrivate dall'ultimo sondaggio realizzato da Bank of America Merrill Lynch sono poco incoraggianti, visto il pessimismo che serpeggia tra i gestori sul futuro dell'economia globale.
Dall'indagine condotta tra il 5 e l'11 ottobre con il coinvolgimento di 231 fund managers che hanno asset in gestione per quasi 650 miliardi di euro, è emerso che il 40% degli stessi si attende una frenata della crescita mondiale.
Già a settembre era emerso un dato allarmante, con un pessimismo ai massimi dal 2011, ma l'indicazione di questo mese è ancora più preoccupante visto che una view negativa sulla crescita con una percentuale così alta non si registrava da novembre 2008.
Circa l'85% degli interpellati crede che l'economia si trovi nella fase finale del suo ciclo e si tratta di un dato superiore dell'11% rispetto ai massimi visti a dicembre 2007. 
In linea con quanto già emerso in occasioni dei sondaggi precedenti, tre sono i principali fattori di rischio indicati dai gestori.

Il primo è quello della guerra commerciale, seguito dalla normalizzazione delle politiche monetarie da parte delle Banche Centrali, fino ad arrivare alla frenata dell'economia in Cina che preoccupa il 16% dei fund managers.
I timori sulle prospettive dell'economia globale si associano peraltro ad una view decisamente più prudente sui profitti societari, per i quali il 20% dei partecipanti al panel prevede un deterioramento nei prossimi 12 mesi.

E' motivo di preoccupazione anche il recente rialzo del rendimenti dei titoli di Stato Usa, con quello del decennale sui massimi degli ultimi sette mesi. Dall'indagine è emerso però che i livelli attuali sono ancora troppo bassi per determinare un passaggio degli investitori dall'azionario all'obbligazionari.

I gestori prevedono che uno switch del genere si avrà nel momento il cui il rendimento del Treasury a 10 anni salirà al 3,7%.
Dai valori attuali c'è ancora un certo margine e questo fa sì che gli investitori siano ancora riluttanti a rinunciare ad un'esposizione agli asset rischiosi, mantenendo una posizione di sottopeso globale sulle obbligazionari.

Quanto all'investimento azionario, al momento la piazza preferita è quella giapponese con un sovrappeso del 18%, mentre l'esposizione alle Borse Usa è scesa del 17%, con un sovrappeso netto del 4%.
Diminuisce inoltre il numero di coloro che scommettono sull'azionario del Vecchio Continente, con una flessione del 6% rispetto al sondaggio precedente, sui minimi da dicembre 2016.


Cattive notizie per Piazza Affari, visto che il 25% dei gestori europei interpellati, contro il 20% di settembre, ha fatto sapere di essere pronto a ridurre l'esposizione sull'azionario italiano nel 2019. Ancor più ampia la fetta di coloro che vogliono vendere l'equity del Regno Unito, visto che in questo caso si sale al 40%, complici le incertezze sull'esito delle negoziazioni relative alla Brexit.

Non stupisce che il 10% dei fund managers abbia indicato l'Italia e la Brexit come il maggior elemento di rischio sui mercati globali, tanto che il populismo è indicato come quarto fattore di preoccupazione dopo quelli citati prima, ossia guerra commerciale, stretta monetaria e frenata dell'economia cinese.


A livello settoriale per il nono mese consecutivo il comparto tecnologico si conferma il preferito dei gestori. Da segnalare infine un'interessante inversione di tendenza sul fronte valutario, visto che il 51% degli interpellati ha definito sopravvalutato il dollaro, in particolare contro le valute dei mercati emergenti.

Fonte: News Trend Online

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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