Ci sarà il Mes? E con lui arriverà il taglio alle pensioni, la patrimoniale ed un'infinità di tasse che metteranno in ginocchio l'Italia. Ci sarà il prelievo forzoso sui conti? Mettiamoci pure l'anima in pace.
Tante promesse, tante discussioni, tante bugie, ma alla fine l'Italia dovrà chiedere il suo prestito per poter andare avanti. E poi a noi contribuenti toccherà pagare tutto. L'Italia, inutile nasconderlo, ha una assurda necessità dei 36 miliardi messi a disposizione dal Mes, e che solo il Meccanismo europeo di stabilità può garantire in tempi relativamente veloci.
E tutte le polemiche nate in questi giorni? A dover dare uno sguardo obiettivo e disincantato possiamo affermare che è una necessità politica.
Si discute, si prendono posizioni forti e poi si va verso la mediazione. Questa è la politica, signori. L'arte della mediazione. Anche perché, comunque vada, l'intento dell'Italia potrebbe essere quello di ridurre al minimo le condizionalità, che proprio il 23 aprile dovrebbero essere definite.
Mes: pensioni, patrimoniale e prelievo forzoso sui conti
E' inutile ricordare che uno dei dibattiti più accesi che ci sono stati proprio in questi giorni riguarda le conseguenze dell'adozione al Mes. Adesso, sinceramente, inizia ad essere stucchevole il comportamento della maggior parte dei politici che stanno cercando di blandire questa o quell'altra parte del proprio elettorato.
L'Italia non è certo la Grecia, che aveva falsificato i conti pubblici. Ma soprattutto non ha colpe sull'epidemia coronavirus. Gli economisti tedeschi hanno iniziato a ragionare un po' con la propria testa, comprendendo che non è possibile mettere alla gogna tutti i paesi nello stesso modo.
Non tutta l'Europa mediterranea è uguale, e i tutti i paesi che sono stati soffocati dalla morsa del Covid-19 dovranno pagare le conseguenze economiche del lockdown.
La linea di credito che l'Italia sta trattando con l'Ecofin è molto diversa da quella concessa alla Grecia nel 2010. Uno dei punti più importanti di questa concessione è che permetterebbe allo Stato Italiano un risparmio annuo sulla spesa per gli interessi pari a 400 milioni rispetto all'emissione di normali titoli di Stato.
E' bene sottolineare, in questa sede, che il Mes ha un rating pari a tripla A e viene finanziato sul mercato con un tasso a dieci anni dello 0%, contro il 2% dell'Italia. Tra l'altro gli Eurobond sono una chimera, ed è quasi assurdo continuare ad aspettarli.
Il Mes non regala niente.
Le pensioni sono a rischio?
A scanso di equivoci è bene ribadire che il Mes non regala niente. Come tutti i creditori pretende che i soldi vengano restituiti. Il prestito viene concesso a condizioni precise e dettagliate.
L'obiettivo, ovviamente, è la restituzione di quanto prestato. Al momento, l'unico requisito per poter accedere al Mes e alla sua linea di credito è l'impegno di sfruttare le risorse che vengono consegnate per il sostegno diretto ed indiretto all'assistenza sanitaria.
Ciò non esclude, comunque, che in un futuro prossimo o remoto, i beneficiari del Mes possano essere soggetti a nuovi vincoli e a nuove riforme strutturali. Con un rapporto debito/Pil come quello Italiano, che secondo alcune proiezioni potrebbe esplodere nei prosismi anni proprio a causa dell'emergenza coronavirus, l'accesso al mercato non sarebbe comunque indolore.
Secondo alcuni osservatori, addirittura, la mancata richiesta di una copertura comunitaria potrebbe esporre il paese a crisi finanziarie potenzialmente devastanti, costringendolo comunque ad adottare misure di austerità anche più pesanti di quelle che potrebbe richiedere Bruxelles.
Anche i mercati finanziari non fanno regali a nessuno quando acquistano titoli di credito.
Mes: dobbiamo proprio averne paura?
A voler proprio e necessariamente andare verso un'altra direzione sembra esserci il premier Giuseppe Conte, che nel corso di un'intervista rilasciata alla Sueddeutsche Zeitung, ha spiegato che l'Ue ha bisogno di tutta la sua potenza di fuoco nella risposta alla crisi economica generata dal coronavirus, nello specifico attraverso l'emissione di titoli comuni.
Secondo Conte molti Paesi europei hanno guardato finora soltanto ai propri vantaggi, la Germania ha un bilancio commerciale superiore a quanto prevedano le regole dell'Ue" e con questo surplus non opera da locomotiva bensì da "freno per l'Europa.
Conte conclude: non abbiamo dimenticato che ai greci, nell'ultima crisi finanziaria, sono stati richiesti sacrifici inaccettabili perché ottenessero i crediti.
Autore:
Pierpaolo Molinengo Fonte: News
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