Il punto sui mercati: tra Yemen e Grecia, trema l'Occidente

28/03/2015 10:10

Il punto sui mercati: tra Yemen e Grecia, trema l'Occidente

Indice dei contenuti

  1. Petrolio
  2. EUR/USD
  3. Grecia
  4. Italia
  5. USA
  6. Azionario

La settimana dal 23 al 27 marzo ha visto come principale avvenimento l'intensificarsi degli scontri nel territorio dello Yemen, che ha coinvolto non solo le potenze arabe sciite e sunnite, ma che ha anche assistito all'entrata in gioco degli USA, schieratisi dalla parte dell’Arabia Saudita. Vista la zona geografica coinvolta, e a seguito delle tensioni delle scorse settimane legate ai passati scontri in Libia, tra i primi a risentire delle tensioni geopolitiche sono state le materie prime, specie per quanto riguarda il petrolio.

Petrolio

Nel corso di 12 ore, la quotazione dell’oïl è passata dagli iniziali 55 dollari al barile ad un più consistente livello superiore ai 59,7 dollari.

Stesso discorso per il WTI, passato da un intorno di 47,4 dollari ad un più sostanzioso a $52,4. Proprio sul Greggio, tornato a crescere, girano però nuovi voci su un nuovo ribasso, che, questa volta, lo vedrebbero vincolato ai 35 dollari entro 3 mesi.
Movimenti consistenti anche per quanto ha riguardato l'oro, tornato a ritestare il livello prossimo ai 1219 dollari per oncia, salvo poi rimbalzare a ribasso, riportandosi al limite dei $1200.

EUR/USD

L’euro/dollaro, dal canto suo, ha seguito un trend di intensità analoga a quello delle materie prime, vedendo però il rafforzamento del biglietto verde sull’euro, che si è portato dal massimo ad 1,105 di giovedì notte, ad 1,08 nella mattinata di venerdì.

Dopo una salita a 1,094 successiva al dato deludente sulla produttività USA, l’euro è tornato in posizione di debolezza al di sotto di 1,09.

Grecia

Per quanto agitata da fattori esogeni, la presente ottava è iniziata all’insegna dell’attesa, dopo le dichiarazioni della scorsa settimana da parte della presidentessa della Fed, Janet Yellen, e un’Europa in cerca di ulteriori conferme, specie da parte della Grecia.

Dopo le indiscrezioni legate alle possibili dimissioni del Professore Yanis Varoufakis (volute forse più dalla stampa che non dallo stesso Ministro), il Governo ellenico ha confermato che entro la domenica di questa settimana provvederà a presentare la lista delle riforme richieste dall’Ue, necessarie a sbloccare l'ultima tranche di aiuti da 7,2 miliardi, utile per far fronte ai pagamenti di giugno; se così non avvenisse, già entro la prima metà di aprile il Governo di Atene potrebbe aver terminato i soldi a propria disposizione.

Decisamente negativa l’opinione di George Soros, che ha rivisto la debolezza della Grecia pronosticando un rischio Grexit al 50%.

Italia

Per rimanere entro confine, dopo il toto scommesse sulle previsioni future del Pil italico, il Governatore della BCE Mario Draghi è intervenuto questa settimana, spiegando come l’Italia potrà assistere ad un incremento dell’1% entro il 2016; il vero problema, tuttavia, rimane il blocco del credito a famiglie ed impresa, la mancanza di liquidità nell’industria e un livello di pressione fiscale ancora troppo (e sempre più) soffocante.

Proprio l’industria, venerdì 27, ha presentato dati sul gennaio 2015 in forte calo, procuranti in ottica di investimento futuro.

USA

Per gli Stati Uniti l’umore non è dei migliori: dopo i dati deludenti sul PIL e le vincente di guerriglia Yemenita (che hanno innalzato il costo del petrolio), la previsione di un rialzo dei tassi di interesse si allontana sempre più, tanto da iniziare a sentire le prime voce interne alla Fed prevedere la possibilità di aumento solo dal 2016.

Oltre alla produttività, a preoccupare sono anche i consumi che non crescono e che per lo più dipendono dal settore medico/sanitario, a seguito delle riforme apportate tramite la politica dell’Obamacare.

Azionario

Dopo il rialzo degli ultimi 7 anni, anche il comparto finanziario quotato inizia ora a destare sospetti e le raccomandazioni da parte delle grandi banche d’affari di investire in Europa non rinsaldano la fiducia statunitense.
Il pessimista Marc Faber ha ipotizzato a tal proposto la possibilità di una “bolla delle bolle”, già creatasi a seguito dell’eccesso di liquidità buttato dalle BC di tutto il mondo sui mercati; ha fatto poi tremare la dichiarazione del lungimirante Warren Buffett, il quale, dopo aver gioito nel 2008 in attesa di quello che sarebbe avvenuto, ha previsto ora la possibilità di una discesa del 50%.

Fonte: News Trend Online

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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