Le prospettive a breve di UBS per i mercati finanziari

26/09/2018 14:00

Le prospettive a breve di UBS per i mercati finanziari

La guerra commerciale resta al centro dei timori degli analisti di Ubs, soprattutto dopo i scambi di battute tra Washington e Pechino, scambi che si sono poi concretizzati nei primi provvedimenti concreti scattati luned' 24 settembre e che hanno visto dazi per l'equivalente di 200 miliardi di dollari su merci cinesi importate, con la risposta altrettanto immediata del Dragone su 60 miliardi di merci statunitensi.

La panoramica sui mercati 

La reazione dei mercati è stata piuttosto tiepida, segno che a quanto pare i contraccolpi sono stati già assorbiti dai mercati.

A sostenere un possibile ottimismo resta la crescita dell'economia statunitense, con i relativi indicatori anticipatori tutti orientati verso una dinamica ancora robusta. Sullo sfondo una Fed che dovrebbe continuare a rialzare i tassi di interesse e una Be che conferma la conclusione del suo QE per la fine dell'anno.
Di fronte a questo quadro la posizione di UBS è quella di un moderato sovrappeso sulle azioni globali rispetto alle obbligazioni e ai titoli di Stato con rating elevato. Sul fronte delle azioni le misure dei dazi potrebbero rappresentare un aumento dei costi per le imprese e un impatto relativamente forte per i profitti aziendali, attenuato da una realtà degli utili che appare ancora robusta.

Da qui la decisione di UBS di mantenere un modesto sovrappeso sulle azioni globali con un overweight per l’azionario canadese mentre si preferisce restare cauti (underweight) sull'azionario australiano. Il motivo: una dinamica degli utili che per la nazione nordameriicana appare più agile sebbene restino i rischi di un possibile fallimento dei colloqui sulla rinegoziazione del NAFTA.

La view sull'obbligazionario

Per l'obbligazionario, l'incertezza politica in Italia e la crescita economica dell’eurozona in calo hanno rappresentato timori che, al momento, appaiono attenuati.

Il debito sovrano in USD dei mercati emergenti, grazie anche a fondamentali in buona salute, per gli analisti di UBS merita un sovrappeso rispetto alle obbligazioni e ai titoli di Stato con rating elevato. Per quanto riguarda i Treasury Usa a 10 anni, sono ancora i preferiti (overweight) sulla liquidità in USD in vista della serie di rialzi dei tassi.
Per quanto riguarda il Giappone, invece, si guarda con ottimismo allo yen rispetto al dollaro di Taiwan dal momento che, come specificano nella nota, “la posizione lunga sul JPY dovrebbe beneficiare di un rialzo dell’inflazione giapponese tale da convincere la BoJ a consentire un ulteriore aumento dei rendimenti oppure di una flessione dei mercati finanziari globali che stimolerebbe la domanda di yen quale valuta rifugio.” Taiwan, invece, sconta l'onda d'urto della guerra commerciale Usa-Cina.

La Cina

E a proposito della Cina, da UBS ricordano che l’ingente programma di stimolo messo in campo dalle autorità finanziarie, immediatamente dopo lo scoppio della crisi del 2008, ha aiutato il sistema a reggere il colpo creando però uno squilibrio con l'aumento dell'indebitamento.

Adesso la nazione si trova a dover fare i conti con una serie di politiche di riequilibrio economico, in particolare sulla crescita sostenibile a lungo termine. Lo scenario previsto da UBS vede una modesta decelerazione del PIL, con un’espansione in calo dal 6,5% nel 2018 al 6,0% nel 2019, anche perché i recenti provvedimenti in materia fiscale e creditizia hanno permesso di stabilizzare l’attività economica.

Il rischio Italia

Allargando la visuale all'intero panorama internazionale, però, non sono da escludere alcuni problemi sul fronte dei cosidetti shock locali, ovvero quelle situazioni che, sebbene non rappresentino una fonte di rischio a livello internazionale, potrebbero creare problemi per tutti quei portafogli concentrati su questi orizzonti.

Tra questi pericoli UBS annovera anche l'Italia dove proprio in queste ore la tensione tra i membri dell'esecutivo, in vista della presentazione delle regole di bilancio, sta aumentando. Oltre Roma a impensierire potrebbe essere anche il Regno Unito con l'evoluzione dei colloqui per la Brexit, e il Brasile, alle prese con una crisi politica di difficile gestione.

Fonte: News Trend Online

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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