Petrolio in picchiata, ma tanti titoli oil sono da comprare

18/12/2018 11:06

Petrolio in picchiata, ma tanti titoli oil sono da comprare

Non accenna a placarsi in alcun modo l'ondata di vendite che ormai da oltre due mesi si sta abbattendo sul petrolio, incapace di frenare l'emorragia in atto. Doop aver chiuso la sessione di ieri con un ribasso di circa due punti e mezzo percentuali, scendendo per la prima volta quest'anno sotto la soglia dei 50 dollari al barile, l'oro nero registra questa mattina una brusca accelerazione ribassista.
Negli ultimi minuti le quotazioni vengono fotografate a 48,1 dollari, con un affondo del 3,57% rispetto al close della vigilia.
Inevitabili le ripercussioni sui titoli del settore oil a Piazza Affari dove ENi scende dello 0,77%, lasciando più indietro Tenaris e Saipem che arretrano rispettivamente dell'1,09% e del 2,77%, mentre tra i titoli a minore capitalizzazione Saras perde l'1,89%, diversamente da Maire Tecnimont che mostra un frazionale calo dello 0,07%.


Il petrolio continua a pagare pegno alla frenata dell'economia e ai timori di un ulteriore rallentamento il prossimo anno quando la domanda potrebbe registrare ulteriori cali.
Ad appesantire il sentiment sono anch le previsioni relative alla produzione di shale oil negli Stati Uniti, diventati ora il principale produttore mondiale.

La paura di una debole domanda di petrolio nel 2019 vanifica così gli effetti positivi legati alla decisione presa dall'Opec lo scorso 7 dicembre di tagliare la produzione di 1,2 milioni di barili al giorno a partire dall'1 gennaio prossimo.
Il taglio avrà una durata di sei mesi e per valutare le mosse successive il Cartello si riunirà nuovamente l'8 aprile piuttosto che a giugno.


La mossa dell'Opec ha avuto un effetto positivo sul mercato ma solo per alcune ore, visto ce i prezzi dell'oro nero sono tornati subito a scendere, dimostrando chiaramente che il taglio deciso ha convinto ben poco gli investitori.
Più ottimisti gli analisti di varie banche d'affari che guardano con fiducia alle prospettive dell'oro nero, mantenendo nel complesso una view positiva sul settore oil.

Gli esperti di Bank of America-Merrill Lynch ad esempio ritengono che il taglio della produzione potrà riportare il Brent a 70 dollari nel 2019, mentre per il Wti si prevede un ritorno a 59 dollari.
I colleghi di Equita SIM hanno definito superiore alle attese il taglio della produzione annunciato dall'Opec.

L'idea è che tale mossa permetterà di riequilibrare l'offerta di greggio con la domanda nel primo semestre del prossimo anno.
La SIM milanese ritiene che la decisione del Cartello possa stabilizzare il prezzo del Brent su un livello non troppo lontano dalla media di quest'anno, pari a 71-72 dollari al barile, a patto che la situazione macroeconomica globale non subisca un rilevante rallentamento.

Equita SIM conferma così la sua view positiva sul settore oil, segnalando che tra le società integrate il titolo preferito è ENI, mentre nel settore servizi la scelta cade su Saipem e nel mid-downstream su Saras.
Non diversa l'indicazione che giunge da Banca IMI che mantiene invariata la sua previsione per un ritorno del petrolio a 80 dollari al barile nel 2019.

Tra i titoli oil di Piazza Affari gli analisti indicano come preferiti ENI e Saipem perchè sono i più correlati al prezzo dell'oro nero.

A scommettere su ENI è anche Fidentiis che proprio ieri ha rinnovato l'invito ad acquistare, con un range di valutazione pari a 18-19 euro.
Con riferimento alla cessione da parte del gruppo italiano del 35% dell'Area 1 nell'offshore del Messico, gli analisti credono che la stessa possa portare ad un incasso di 0,5 miliardi di dollari, meno dell'1% della capitalizzazione di mercato di ENI.
Secondo i colleghi di Mediobanca Securities è probabile che la cessione rappresenti un'importante mossa strategica per il gruppo, perchè credono che possa consentire ad ENI in Qatar, dal momento che il paese sta cercando nuovi partner stranieri entro la metà del 2019 per espandere la sua produzione di gas.


Confermata la strategia bullish sul titolo che per Mediobanca merita una raccomandazione "outperform", con un target price a 21 euro.

Un'occasione d'acquisto è offerta anche da Saipem, almeno secondo le indicazioni di Equita SIM che nei giorni scorsi ha ribadito il rating "buy", con un fair value a 5,1 euro.
La conferma bullish giunge dopo che la stampa ha riportato le dichiarazioni di un portavoce della società, secondo cui l'attacco informato subito dalla stessa non avrà alcun impatto sui ricavi.

Buone notizie anche da Banca Akros che al pari della SIM milanese suggerisce di acquistare Saipem, con un prezzo obiettivo a 6,4 euro.

Relativamente all'ipotesi di un gasdotto tra Israele e l'Italia, gli analisti ritengono che sia ragionevole presumere che Saipem possa svolgere un ruolo fondamentale se il progetto dovesse essere approvato e quindi andasse avanti.

Tenaris invece piace a Mediobanca Securities che sul titolo mantiene invariata la raccomandazione "outperform", con un target price ridotto però da 19,8 a 15,5 euro.
Questa sforbiciata riflette una revisione delle stime che sono state tagliate del 30% per l'anno prossimo e per il successivo, per tenere conto di una visione meno costruttiva sul mercato degli OCTG.

Più cauta la view di Kepler Cheuvreux che su Tenaris ha un rating "hold", con un fair value a 14,5 euro, anche se il broker ritiene che la vicenda giudiziaria ch vede coinvolto il presidente del gruppo, Paolo Rocca, non avrà conseguenze pratiche sull'operatività quotidiana di Tenaris che ha il 90% della quota di mercato in America Latina.


C'è da dire che le notizie relative alla maxi inchiesta in Argentina, nota come Notebooks Case, creano incertezza su Tenaris e un potenziale rischio overhang, come evidenziato da Equita SIM che sul titolo ha una raccomandazione "hold", con un prezzo obiettivo a 16,8 euro.

Spostando lo sguardo sui titoli a minore capitalizzazione, Societè Generale consiglia di mantenere in portafoglio Saras, con un target price ritoccato al rialzo nei giorni scorsi da 1,8 a 1,85 euro.

Gli analisti hanno migliorato le stime sull'utile per azione del gruppo da 0,12 a 0,18 euro per il 2019 e da 0,18 a 0,26 euro per il 2020, alla luce di un trend in miglioramento nei margini di raffinazione.

Contrastati i giudizi espressi su Maire Tecnimont, finito non più tardi di ieri sotto la lente di alcune banche d'affari dopo che il gruppo attraverso la sua controllata Tecnimont si è aggiudicato una commessa in Russia da circa 200 milioni di euro.

Banca IMI giudica positivamente la notizia visto che la stessa conferma il potenziale di nuovi ordini nel settore dei fertilizzanti, ribadendo così la raccomandazione "buy" su Maire Tecnimont, con un fair value a 6 uro.
Meno entusiasti i colleghi di Equita SIM, i quali segnalano che il contratto rappresenta il 6% della raccolta ordini da loro attesa per quest'anno.

Gli esperti prevedono dei margini in linea con un contratto Epc, ossia a metà della singola cifra. Non cambia la view cauta sul titolo, coperto con un rating "hold" e un prezzo obiettivo a 4,7 euro. 

Fonte: News Trend Online

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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