Repubblica-De Benedetti: in arrivo un possibile colpo di scena?

19/01/2018 18:59

Repubblica-De Benedetti: in arrivo un possibile colpo di scena?

Il caso è scoppiato mercoledì scorso, 17 gennaio, quando Lilli Gruber durante una puntata di Otto e mezzo ha intervistato Carlo De Benedetti il quale si è scagliato con veemenza contro Eugenio Scalfari.

C'eravamo tanto amati

La particolarità sta nel fatto che De Benedetti è stato editore e, a suo dire, fondatore di Repubblica, mentre Scalfari ne è stato direttore dal 1976, anno della sua fondazione, fino al 1996.
Non solo, ma De Benedetti è andato anche oltre accusando l'intera testata di aver perso, nel tempo, la sua identità. Secca ed immediata la risposta di tutti quelli coinvolti nella polemica, in primis l'Assemblea di Redazione di Repubblica che ha rimandato indietro le accuse in un comunicato in cui si legge:

Il Comitato di Redazione respinge le accuse lanciate ieri sera a Otto e mezzo dall’Ingegner De Benedetti nei confronti di Repubblica e di Eugenio Scalfari.

Non è la prima volta che Carlo De Benedetti, da quando ha lasciato gli incarichi operativi all’interno del Gruppo Espresso, si unisce al coro di chi con cadenza quasi quotidiana attacca questo giornale e ciò che rappresenta. Ma vogliamo tranquillizzare Carlo De Benedetti: l’identità e il coraggio che Repubblica dimostra nell’informare i propri lettori e nel portare avanti le proprie battaglie sono vivi e sono testimoniati innanzitutto dal lavoro dei giornalisti che ogni giorno difendono e dimostrano la propria indipendenza senza bisogno che qualcuno gliela conceda.

L’assemblea dei redattori di Repubblica si riunirà oggi per ribadire la propria determinazione a rispondere a ogni attacco che voglia mettere in dubbio la loro professionalità e il patrimonio di valori che il giornale in quarant’anni si è costruito.

Le risposte dei diretti interessati

A difendere il giornale anche il suo attuale direttore, Mario Calabresi, sceso in campo con le classiche armi di un giornalista, ovvero carta e penna.

Nel suo editoriale odierno, infatti, risponde

Carlo De Benedetti è stato per oltre un quarto di secolo l’editore di questo giornale, finché cinque anni fa decise di dare la società ai suoi figli per tenerne solo la presidenza. Alla fine di giugno dello scorso anno ha lasciato anche quella mantenendo solo la carica di presidente onorario, senza alcun ruolo decisionale.
Purtroppo questa transizione — è ormai sotto gli occhi di tutti — invece di essere risolta in modo sereno, ha lasciato strascichi polemici contro il giornale ma che danneggiano innanzitutto il lascito e la storia di De Benedetti come editore. La rottura con Eugenio Scalfari e le critiche ingenerose al fondatore di Repubblica non erano immaginabili, così come quelle mosse al giornale, alla sua identità e a questa direzione.

In queste settimane anche al New York Times un padre ha lasciato la guida della società al figlio. Non accadrà mai di vedere quel padre attaccare il giornale sugli schermi televisivi di un gruppo concorrente. Inconcepibile farlo mentre si dice di amare profondamente questa testata e la sua storia.

Nella disputa interviene, come facile prevedere, anche lo stesso Scalfari che in un'intervista su Repubblica sottolinea 1) De Benedetti ha finanziato la fondazione di Repubblica, il che non lo legittima come fondatore.

“Repubblica è figlia dell’Espresso che fu fondato da Adriano Olivetti, Carlo Caracciolo ed Eugenio Scalfari.

Non ce ne solo altri”

2) Carlo De Benedetti allora presidente degli industriali di Torino intervenne con cinquanta milioni, chiedendo esplicitamente che la sua partecipazione non venisse resa pubblica.

“Poi” specifica ancora Scalfari “quando De Benedetti divenne proprietario della Mondadori gli vendemmo le azioni di Repubblica con il patto che alla fine della famosa guerra di Segrate, quella con Berlusconi, gli avremmo venduto tutte le azioni allo stesso prezzo.

E così fu. Fu un affare per lui che divenne il proprietario di Repubblica. Quello dell’editore è un mestiere che non ha mai fatto. È stato l’amministratore dei suoi beni. Oltre a Repubblica aveva un patrimonio personale molto ragguardevole”.

Fin qui i fatti

Poi ci sono le interpretazioni su quelle che potrebbero essere le mosse future.
A farle è Giovana Predoni dalle colonne di Lettera43 in cui ipotizza la possibilità di un ritorno di Carlo De Benedetti come proprietario di Repubblica.

In realtà, le aziende che gestiva erano state date ai figli Rodolfo, Marco ed Edoardo, riuniti in Cofide controllata da Cdb&Figli Sapa.

Era la primavera del 2013 e la volontà dell'Ingegnere era quella di pianificare la successione senza creare difficoltà tra gli eredi ma garantendo, per volontà di Statuto, soprattutto la continuità gestionale del gruppo sebbene, come fa notare l'editoriale della Predoni, non si conosca la ripartizione delle quote tra i figli né la presenza di un eventuale usufrutto con diritto di voto su qualche quota da parte dell'Ingegnere.
Di fronte a questi punti interrogativi la Predoni non esclude un possibile colpo di scena con un Carlo De Benedetti il quale, tra l'amareggiato e il collerico, potrebbe tornare alla carica per riprendere le redini (e le quote) del famoso quotidiano Magari con l'aiuto di alleati internazionali per contrastare la Gedi, la neonata casa editrice che possiede Espresso-Repubblica e La Stampa.

Casa editrice che, tra le altre cose, vede tra i suoi azionisti anche la famiglia Agnelli. Da qui la giusta osservazione della Predoni: da un lato la nota passione di John Elkann per la carta stampata che fa da contraltare alla fredda partecipazione dei figli di Carlo potrebbe avere buoni argomenti per far cedere a Rodolfo, Marco ed Edoardo le rispettive quote.
Magari proprio alla Exor e, perché no, con la presenza di un certo Rupert Murdoch.

Fonte: News Trend Online

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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