Da oltre due anni a questa parte, e precisamente a partire dallo scoppio della pandemia, a più riprese sono tornati di moda i beni rifugio.
L'instabilità dei mercati finanziari e in particolare di quelli azionari, ha spinto gli investitori a puntare su asset class più difensive, con l'obiettivo di trovare una certa protezione ai propri portafogli.
Oro torna in auge
Dagli inizi del 2020 c'è stata una grande richiesta di oro che ha visto balzare in pochi mesi le sue quotazioni, arrivando a segnare nuovi massimi di sempre.
A inizio febbraio 2020 il gold quotava poco meno di 1.600 dollari l'oncia, da cui però è schizzato di quasi 500 dollari.
Nelle prime sedute di agosto dello stesso anno, l'oro ha aggiornato il suo massimo storico in area 2.070 dollari, livello di prezzo rivisto alla fine della prima decade di marzo quest'anno.
Come spiegare questa forte crescita del gold?
Oro: il bene rifugio per eccellenza
L'oro è un bene rifugio, anzi è il bene rifugio per eccellenza, considerato tale in primis perchè ha un valore intrinseco che tende a mantenere nel tempo.
Di fatto questa materia prima non subisce modificazioni o alterazioni materiali con il passare del tempo e ciò fa sì che il suo valore sia preservato, rendendolo facilmente identificabile e quantificabile in qualsiasi Paese del mondo.
Gli investitori puntano sull'oro solitamente quando i mercati sono traballanti e in fase ribassista e più in generale in presenza di una crisi economica o anche politica.
Il gold torna in auge anche in caso di guerre, come abbiamo visto prima parlando di quanto accaduto in seguito allo scoppio del conflitto in Ucraina che ha portato le quotazioni del metallo giallo a schizzare sui massimi di sempre.
Oro come bene rifugio: la quotazione attuale conviene?
Proprio alla luce dei movimenti cui abbiamo assistito nelle scorse settimane, molti si chiedono se la quotazione corrente dell'oro sia conveniente.
Come indicato in precedenza, il gold è balzato sui top di sempre in area 2.070 dollari a inizio marzo, da cui però ha ripiegato molto velocemente fino a quota 1.900 dollari.
Da questo livello si è avuto un recupero che ha visto le quotazioni attestarsi in area 1.950 dollari all'inizio della seconda decade di aprile.
Siamo quindi circa 120 dollari più in basso dei top di inizio anno e questo potrebbe indurre più di qualcuno a ritenere appetibili le quotazioni correnti per un nuovo ingresso long.
Prima di fornire indicazioni in tal senso, è bene tenere a mente che per qualsiasi asset, quindi non solo per l'oro, vale il principio secondo cui il fatto che i prezzi siano scesi da determinati livelli, non è motivo sufficiente nè valido per un acquisto.
In altre parole non si compra per il semplice fatto che un asset si è deprezzato, piuttosto bisogna andare a indagare l'esistenza di motivi validi che possano rendere più o meno interessante l'acquisto in un dato momento.
Oro come bene rifugio: i livelli da tenere d'occhio nel breve
L'oro al momento sta oscillando intorno all'area dei 1.950 dollari e sarà questo un primo livello da sorvegliare, essendo il limite superiore del trading range nel quale le quotazioni si muovono da alcune settimane.
La parte bassa di questo movimento laterale è in area 1.900/1.890 dollari e sarà con la rottura di uno di questi due estremi che si potrà assistere a nuovi spunti direzionali.
Con la violazione confermata di area 1.950 dollari, l'oro si spingerà a testare i due ostacoli successivi a 1.965 e a 1.980 dollari prima di un approdo sulla soglia psicologica dei 2.000 dollari.
Lo sfondamento anche di quest'ultima barriera aprirà le porte ad apprezzamenti più profondi, con primo approdo in area 2.050 dollari e target successivo sui massimi storici intorno a quota 2.070 dollari.
La mancata rottura di area 1.950 dollari potrebbe proiettare nuovamente al ribasso il gold, con primo step intorno ai 1.930/1.920 dollari.
Ulteriori indebolimenti vedranno un arretramento più marcato fino ad area 1.900/1.890 dollari, soglia di rilevante importante dove ci sarà un test chiave per l'oro.
In caso di abbandono dei 1.900/1.890 dollari, il gold subirà flessioni più decise verso i 1.850 dollari, con buone probabilità di una discesa più netta, anche in tempi brevi, fino ad area 1.800 dollari, raggiunta la quale almeno in prima battuta si dovrebbe assistere a una reazione corsi.
Oro come bene rifugio: per gli analisti salirà ancora
Guardando anche un po' più in là del breve termine, le prospettive per l'oro sono positive, almeno secondo le indicazioni delle banche d'affari.
Goldman Sachs, ad esempio, di recente ha indicato un target a tre mesi per il gold a 2.300 dollari, ben sopra quindi i massimi storici segnati fino a ora.
La banca USA si aspetta inoltre che nell'arco di 6 mesi le quotazioni possano salire fino a 2.500 dollari l'oncia.
Diversi sono i motivi che alimenteranno l'ulteriore crescita delle quotazioni, tra cui in particolare un incremento della domanda di oro non solo da parte degli investitori, ma anche delle Banche Centrali.
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