CAPITOLO 4

L'EFFICIENZA DEI MERCATI

4.1     Una prima classificazione

     È opportuno delimitare fin dall'inizio l'ambito di indagine che costituirà oggetto di studio, vista la potenziale molteplicità di accezioni del termine efficienza.
Per questo scopo è agevole riferirsi alla ben nota classificazione di Tobin, 1 che ha distinto quattro possibili definizioni del significato di efficienza:

  1. l'efficienza informativa, cioè i prezzi dei titoli riflettono in ogni momento tutte le informazioni disponibili;


  2. l'efficienza valutativa, cioè le quotazioni riflettono esattamente il valore dell'impresa determinato in base ai cosiddetti fondamentali;


  3. l'efficienza di completezza, o di totale assicurazione, cioè la possibilità di realizzare scambi a tutte le scadenze ed in qualunque circostanza futura;


  4. l'efficienza funzionale, cioè il contributo che il mercato finanziario dà all'economia nel suo complesso.

     A queste quattro definizioni se ne può aggiungere una quinta che riguarda l'efficienza tecnico-operativa, cioè l'insieme delle organizzazioni e delle procedure attraverso le quali il mercato svolge le sue funzioni, razionalizzando la propria struttura di costi.

     Nelle analisi teoriche e nelle ricerche empiriche è prevalso un ordine logico-temporale di questo tipo: i primi studi hanno analizzato ampiamente l'efficienza informativa e valutativa, su cui tra l'altro è concentrato principalmente questo capitolo.
L'interesse degli studiosi si è poi successivamente rivolto anche agli ulteriori tre concetti d'efficienza; in particolare per l'efficienza tecnico-operativa si è registrato un recente interesse per gli aspetti di regolamentazione e di relativa evoluzione dei mercati.

     I primi studi degli anni trenta presentavano infatti analisi teoriche dedicate all'efficienza valutativa 2, mentre le ricerche empiriche si concentravano sull'andamento dei prezzi nel tempo, utilizzando un modello (il random walk) che ha poi costituito la base delle ricerche sull'efficienza informativa.
Nel corso degli anni '60 e '70 gli studi teorici hanno consentito di definire in modo esauriente questo concetto di efficienza informativa 3, mentre si procedeva alle corrispondenti verifiche empiriche.
Questa era un'area insolitamente fruttuosa per la ricerca economica, in quanto una massa molto ampia di dati poteva confrontarsi con una ipotesi semplice e verificabile derivata dal paradigma economico della concorrenza.
Solo negli anni '70 invece si riprende l'analisi teorica dell'efficienza valutativa e se ne iniziano le prime verifiche empiriche.

     In quanto segue sarà sviluppato innanzitutto il concetto di efficienza informativa, in quanto si ricollega direttamente allo scopo di questo intero lavoro.
Si vedrà infatti come l'analisi tecnica possa essere un significativo test indiretto dell'ipotesi di efficienza informativa; la possibilità di battere il mercato attraverso le previsioni del technicians implicherebbe inefficienza del mercato finanziario e allo stesso modo l'affermazione dell'efficienza informativa implicherebbe l'inutilità dell'analisi tecnica.

     Verrà approfondito, anche se in via subordinata, il concetto di efficienza valutativa, allo scopo di specificare più rigorosamente il valore dell'analisi fondamentale.
Infatti l'inefficienza valutativa del mercato finanziario significherebbe la scarsa utilità di ogni previsione basata sui fondamentali, rivalutando così indirettamente l'analisi tecnica come strumento principale utilizzabile dall'analista finanziario.


1 Tobin J., On the Efficiency of the Financial System, Lloyds Bank Review(1984).
2 Graham B. e Dodd D.L. Security Analysis New york , Mc Graw Hill (1934).
(1934); Williams J.B. The Theory of Investment Value, Cambridge, Harvard University Press (1958).
3 In realtà già nel 1900 Bachelier aveva utilizzato un modello di random walk per spiegare l'andamento dei prezzi azionari, ma la sua analisi non aveva avuto seguito.