Airbnb: ritenuta fiscale del 21% sugli affitti brevi in Italia

02/01/2024 16:49

Airbnb: ritenuta fiscale del 21% sugli affitti brevi in Italia

A partire da quest'anno, Airbnb inizierà a trattenere la ritenuta fiscale del 21% dai guadagni degli host. Questa decisione arriva dopo la risoluzione di un contenzioso con l'Agenzia delle Entrate, che ha portato Airbnb a pagare circa 575 milioni di euro per gli anni dal 2017 al 2021. Ora, la piattaforma si allinea alla legge italiana riguardante gli affitti di breve durata. In una comunicazione inviata agli host, Airbnb ha spiegato che la ritenuta fiscale si applicherà ai guadagni di host non professionali, ovvero coloro che non possiedono una partita IVA e affittano meno di cinque alloggi. Gli host dovranno indicare entro il 14 gennaio 2024 se sono soggetti o meno alla ritenuta del 21%. 

La controversia con l'agenzia delle entrate

Era stata la Procura di Milano a contestare a Airbnb la mancata dichiarazione e il mancato versamento della cedolare secca del 21% sui canoni di locazione breve. La Procura aveva stimato in 3,5 miliardi di euro i canoni riscossi nel periodo considerato e in circa 780 milioni le tasse non pagate allo Stato italiano. A seguito di questa vicenda, Airbnb ha raggiunto un accordo con l'Agenzia delle Entrate, chiudendo il contenzioso per il quinquennio 2017-2021. La società pagherà 576 milioni di euro, comprendenti 174 milioni a titolo di sanzioni amministrative e 49 milioni di interessi. 

Tuttavia, la questione rimane aperta per gli anni 2022 e 2023, per i quali Airbnb non ha raggiunto un accordo con le autorità italiane. Al momento, la piattaforma ha invitato gli host a dichiarare i compensi del 2022 non ancora tassati, attraverso il ravvedimento operoso, entro il 28 febbraio. Per il 2023, i compensi dovranno essere dichiarati nella prossima dichiarazione dei redditi. 

Cambiamenti importati per gli affitti brevi

Si prevede che il 2024 sarà un anno di cambiamenti significativi per gli affitti brevi, in seguito all'entrata in vigore di una nuova direttiva dell'Unione Europea. L'obiettivo di questa direttiva è regolamentare il mercato e imporre una maggiore trasparenza e responsabilità a piattaforme come Airbnb, Expedia e Booking. Nella prima metà del 2023, gli ospiti hanno trascorso circa 237 milioni di notti in alloggi in affitto a breve termine prenotati tramite piattaforme online in Europa. Di queste, oltre 34 milioni di notti sono state trascorse in Italia, che si posiziona al terzo posto dopo Spagna e Francia. Nonostante ciò, durante i mesi invernali, l'Italia scivola indietro nelle classifiche, con la sola Toscana rappresentata tra le prime dieci regioni.

Il titolo Airbnb a Wall Street

Dal 19 dicembre il titolo sta tracciando un evidente trend discendente, tuttavia rispetto ad inizio 2023 il titolo è ancora impostato al rialzo. 
Attualmente la quotazioni di Airbnb a Wall Street si riporta sotto ai 135 punti per azione.

(Redazione)

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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