Un 2025 senza precedenti per la borsa americana

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 30/04/2025 15:08

Gli investitori tirano un sospiro di sollievo: le perdite successive al famigerato 2 aprile sono state quasi integralmente riassorbite. Fra setup ribassisti che forse hanno esaurito i loro effetti, ed indicazioni prospettiche promettenti, quale futuro attende le borse?

La settimana appena trascorsa ha alimentato le speranze degli investitori, reduci da un mese di aprile da dimenticare. Le ultime quotazioni della passata ottava sono risultate prossime a quelle prevalenti prima della sciagurata sera del 2 aprile. Le prossime 72 ore risulteranno decisive per scongiurare un setup temporale senza precedenti.

Perché se l’attuale saldo mensile sullo S&P500 fosse confermato nella sua negatività, nel 2025 Wall Street sarebbe risultata positiva a gennaio, e di converso negativa nei mesi di febbraio, marzo ed appunto aprile. Una sequenza mai sperimentata, dal Dopoguerra ad oggi. Il che conferma la natura eccezionale ed esogena del ribasso degli ultimi tre mesi.

Non che un aggiustamento non fosse prevedibile ad inizio anno. Fra la Titanic Syndrome di dicembre, l’assenza di formali correzioni per tutto il 2024, l’attivazione del December Low Indicator, l’ambiguità dei setup stagionali invernali e, dulcis in fundo, il death cross sullo S&P500; c’erano fondati motivi per prescrivere una esposizione contenuta in azioni.

Ma questo è il passato. Ora agli investitori arride un momentum finalmente convincente, con ben tre sedute di fila sullo S&P500 dal saldo superiore al +1.5%; un’ampiezza di mercato pressoché corale, con tre casi in dieci giorni sul Nasdaq di rapporto fra azioni in rialzo ed azioni in ribasso superiore a tre volte. Ed infine, come esaminato la settimana passata, un formale Zweig Breadth Thrust che fa ben sperare.

Donald Trump può tirare un sospiro di sollievo. Lunedì sera la performance dall’inaugurazione di Wall Street risultava la peggiore della storia. Dopo il recente recupero la borsa americana ha recuperato visibilmente posizioni, pur rimanendo fra le peggiori da inizio anno: soltanto cinque listini nel G30 fanno peggio.

Se non la guerra commerciale bilaterale USA-Cina, numerosi altri conflitti però andranno risolti. Permane stridente la divergenza fra dati economici soft (essenzialmente, sondaggi) e dati hard: con le aspettative di famiglie ed imprese che non trovano ancora eco in un deterioramento delle effettive misure del ciclo economico. Ricorda i timori emersi dopo il fallimento di SVB nel 2023.

In seconda battuta, ma di riflesso, il deterioramento esogeno ancora non si è riflesso in una revisione verso il basso delle stime di profitto, stando alle trimestrali finora riportate: il 40% del totale, in termini di capitalizzazione di mercato. Gli amministratori appaiono fiduciosi: oltremodo?

Infine, resta da chiarire l’operato di Powell, stretto fra l’incudine di un vistoso rallentamento economico che minaccia di sfociare in recessione, e il martello di un’inflazione che minaccia a sua volta di rialzare la testa. Per adesso di tagliare i tassi proprio non se ne parla. Forse, a giugno. Se pure...

Gaetano Evangelista - www.ageitalia.net

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