Il Rally delle materie prime si è risvegliato in seguito allo storico voto Brexit del 23 giugno
Le scommesse al rialzo sulle materie prime hanno raggiunto il punto più alto degli ultimi due anni
I metalli preziosi rappresentano un porto sicuro
In particolare, l’argento continua a crescere poiché il suo rapporto con l’oro è ancora al di sopra della media storica
Ci sono le condizioni per una crescita dell’oro fino a $1,400/oz
Il settore del grano si discosta dal trend generale perché la crescita della produzione incide negativamente sul prezzo
Il mais ha raggiunto il picco più basso degli ultimi nove anni a causa della crescita della raccolta negli USA
La domanda in tutti i settori delle materie prime, ad eccezione del grano, è aumentata in seguito al voto Brexit del 23 giugno. Il record negativo dei rendimenti dei titoli obbligazionari, conseguenza delle speculazioni relative a possibili nuove azioni della Banca Centrale, ha supportato i metalli di tutti i tipi. Lo zucchero e il caffè hanno trovato supporto in Brasile, mentre il petrolio si è stabilizzato dopo la stretta iniziale e il gas naturale si è ristabilito su fondamentali migliori.
Il Bloomberg Commodity Index è aumentato del 13% nel secondo trimestre, con le materie prime che hanno superato le performance di azioni, obbligazioni e del dollaro. Questo è stato il migliore trimestre dal 2010 e ha evidenziato il rinnovato interesse nelle materie prime, in seguito ad alcuni anni di eccesso di offerta e prezzi deboli.
Il ribilanciamento, in particolare nel caso del petrolio, è ben avviato, mentre gli investitori sono alla ricerca dei metalli, che rappresentano un porto sicuro contro le turbolenze del mercato e i timori legati all’aumento dell’inflazione.
Gli hedge fund sono stati grandi acquirenti di materie prime durante il trimestre con scommesse al rialzo che hanno raggiunto il punto più alto degli ultimi due anni. Le posizioni lunghe nette in WTI e Brent, oro, soia, mais e zucchero hanno rappresentato il 78% del totale.
La sterlina rimane debole sull’onda del caos politico e dell’aumento dell’incertezza. L’alta domanda iniziale di dollaro nei confronti dell’euro e dello yen, più stabili, ha iniziato a diminuire con il recupero dei mercati azionari, non da ultimo nel Regno Unito dove i titoli degli esportatori hanno registrato un forte incremento.
I rendimenti obbligazionari continuano a collassare con gli investitori che rimangono alla ricerca di qualsiasi rendimento possano trovare negli USA. Il rendimento dei titoli trentennali ha segnato un record negativo mentre l’intera curva dei rendimenti dei titoli governativi svizzeri fino al 2064 è scesa sotto lo zero.
La possibilità di un rialzo dei tassi degli Stati Uniti prima del prossimo marzo è inferiore al 10%.
Le materie prime, in particolare i metalli, hanno reagito con grande intensità a questi eventi. La domanda degli investitori di oro attraverso prodotti negoziati in borsa è aumentata di circa 50 tonnellate in seguito al voto. L’interesse per i futures sull’oro COMEX ha toccato il punto più alto degli ultimi sei anni e gli acquisti continuano nonostante il grande aumento della domanda da parte degli hedge fund prima del voto.
Le materie prime non metallifere hanno trovato supporto dal Brasile dove il real ha raggiunto il massimo da un anno e le condizioni climatiche continuano a destare preoccupazioni sull’offerta disponibile di zucchero e caffè.
I mercati dei cereali sono stati movimentati dall’ultimo aggiornamento sulla semina e sulle scorte degli USA. Il grano ha raggiunto il punto più basso degli ultimi nove anni, mentre il mais è crollato dopo che gli agricoltori americani ne hanno piantato di più rispetto alle due colture che erano previste.
Il mais ha perso il 19% nelle ultime due settimane poiché le prospettive di una grande coltura hanno determinato l’uscita degli hedge fund che erano stati grandi acquirenti all’inizio di giugno, quando un’ondatra di caldo sembrava dare supporto ai prezzi.
La soia si è mossa nella direzione opposta poiché la semina, pur essendo a livelli record, non ha raggiunto le aspettative degli analisti.
Il gas naturale è aumentato del 20% nell’ultimo mese e il rally del secondo trimestre è stato il più intenso dal 2000. L’aumento della domanda legato al clima caldo, insieme a varie interruzioni delle forniture, sono stati la causa dei cali nelle scorte superiori alle attese.
Le scorte totali per questo periodo dell’anno rimangono le più alte da almeno dieci anni e questo solleva la questione sul fatto che sia probabilmente troppo presto per sfidare il mercato a 3 $/therm.
L’oro ha vissuto una settimana di consolidamento in seguito all’ultima ondata di rialzo. Questo ha determinato, per gli investitori, una ricerca del valore relativo tra gli altri metalli. L’hanno trovato nell’argento, che rimane relativamente economico rispetto alle medie di lungo periodo, e nel platino, dove lo sconto rispetto all’oro aveva raggiunto il livello record di 350 $/oz.
Nonostante la richiesta e il posizionamento per i metalli preziosi siano già elevati, il quadro complessivo rimane favorevole. Il rallentamento della crescita, il potenziale per una politica monetaria ancora più semplice e il record negativo dei rendimenti obbligazionari hanno contribuito a creare una domanda forte e costante da parte di investitori con denaro reale.
Inoltre, lo slancio positivo dell’oro continua ad attrarre hedge fund e CTA attraverso i futures. Questi investitori hanno una maggiore sensibilità nei confronti dei movimenti sfavorevoli, ma avendo visto un supporto mantenuto a $1,305/oz, questi trader non hanno trovato nessun motivo per alleggerire una posizione lunga che rappresenta già un record.
Finché i tre driver sopracitati continueranno a comportarsi in questo modo, dovremmo assistere ad un generale supporto per il settore e questo dovrebbe spingere l’oro verso $1,400/oz nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.
Il rapporto oro/argento, che misura il numero di once di argento necessarie per comprare un’oncia di oro, ha raggiunto un picco post-crisi dal 2008, toccando 83.5 lo scorso marzo. Da allora un miglioramento delle condizioni della domanda ha portato il rapporto a scendere fino a 69, valore più basso dal 2014. Essendo la media di lungo periodo di questo rapporto pari a 60, l’argento potrebbe continuare a sovraperformare.
L’oro attualmente punta ad un target di 1,366 $/oz, come evoluzione del rally di maggio-giugno. 1,400 $/oz rappresenta il prossimo ostacolo. Il supporto è posizionato a 1,305 $/oz e solo una rottura di 1,290 $/oz potrebbe innescare qualche impulsiva chiusura di posizioni lunghe.
Il greggio sta ricevendo scarsa attenzione questa settimana poiché ci attendiamo che il prezzo continui a lavorare lateralmente anche nelle prossime settimane. Il contango, che riflette un mercato caratterizzato da eccesso di offerta, è cresciuto ulteriormente. Ciò dimostra che il mercato sta creando spazio per l’arrivo di barili dalla Nigeria e dal Canada.
Le preoccupazioni relative all’impatto della Brexit sulla crescita della domanda e la debole crescita globale, dovrebbero contribuire a limitare il rialzo durante il terzo trimestre. Nel breve periodo, il greggio WTI si è stabilizzato in un range tra i 45.80 e i 50.00 dollari al barile.
Articolo a cura di Ole Hansen, Head of Commodity Strategy – Saxo Bank
Fonte: www.finanzaoperativa.com
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