Asia-Pacific contrastata. Nikkei 225 guadagna solo lo 0,08%

28/02/2023 08:30

Asia-Pacific contrastata. Nikkei 225 guadagna solo lo 0,08%

Dopo un avvio d'ottava in positivo per Wall Street (migliore dei tre principali indici newyorkesi il Nasdaq Composite, apprezzatosi dello 0,63% lunedì), alla riapertuta degli scambi sui mercati asiatici la tendenza si è fatta maggiormente contrastata, virando di fatto in negativo, anche se praticamente tutte le maggiori piazze segnano progressi.
Le pressioni sui listini sembrano allentarsi, visto che le economie globali stanno tenendo grazie alla riapertura della Cina dopo i mesi di duro lockdown e a una crisi energetica meno grave del previsto in Europa. Sotto i riflettori rimane l'inflazione, ancora ostinatamente alta, con aspettative che la stretta monetaria condotta dalla Federal Reserve (Fed) sia ancora lontana dall'essere esaurita.

Intanto l'indice dei prezzi core del Giappone stilato dalla Bank of Japan (BoJ) è salito del 3,1% annuo in gennaio, come in dicembre, in linea con il consensus. Settimana scorsa il ministero nipponico di Affari Interni e Comunicazione aveva comunicato che l'inflazione core del Sol Levante (al netto degli alimenti freschi e benchmark su cui la BoJ ha il target del 2%) è cresciuta in gennaio al 4,2% annuo dal 4,0% di dicembre, toccando i massimi dal settembre 1981.
Il clima complessivamente negativo viene comunque confermato dalla flessione intorno allo 0,20% dell'indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso.

Sul fronte valutario il Bloomberg Dollar Spot Index, paniere che monitora la divisa americana nei confronti delle altre dieci principali monete, è in aumento di circa lo 0,10% a fronte di un moderato indebolimento dello yen sul biglietto verde.

A Tokyo il Nikkei 225 guadagna lo 0,08% appena (andamento simile per l'indice più ampio Topix, apprezzatosi solo dello 0,03%). Sul fronte macroeconomico, in gennaio la produzione industriale ha segnato in Giappone un calo del 2,3% annuo, comunque in miglioramento rispetto al 2,4% della lettura finale di dicembre e sopra al declino del 2,9% stimato dagli economisti.
Le vendite al dettaglio sono invece cresciute del 6,3% annuo, in accelerazione rispetto al 3,8% di dicembre e sopra al 4,0% del consensus.

Altalenante la performance delle piazze cinesi. Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 guadagnano lo 0,66% e lo 0,63% rispettivamente, contro il progresso dello 0,81% dello Shenzhen Composite.

In negativo invece Hong Kong: a meno di un'ora dal termine delle contrattazioni l'Hang Seng perde infatti circa lo 0,50% (fa peggio l'Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell'ex colonia britannica per la Corporate China, con una contrazione superiore all'1%). Crescita dello 0,42% per il Kospi di Seoul, mentre a Sydney è stato dello 0,47% il rialzo dell'S&P/ASX 200 in chiusura.
In gennaio le vendite retail sono cresciute in Australia dell'1,9% mensile (rettificato stagionalmente) contro il declino del 4,0% di dicembre, prima contrazione dopo undici incrementi consecutivi e la più netta dal 4,4% del dicembre 2022. Il dato si confronta con il progresso dell'1,2% del consensus del Wall Street Journal.

Su base annuale le vendite al dettaglio sono invece salite del 7,5% contro il 7,4% precedente.

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