Banche sottotono, la Bce chiede di tener conto della recessione per i dividendi

Avvio sottotono per Unicredit, che cede lo 0,43% durante i primi scambi, mentre Intesa segna un -0,09% e l'indice Ftse Italia Banche registra un lieve calo dello 0,15%

Il settore del credito appare dunque sostanzialmente poco mosso in reazione alle dichiarazioni di Kerstin af Jochnick, membro svedese del consiglio di vigilanza della Bce SSM, al Sole 24 Ore.
La vigilanza BCE non ha nei piani uno stop a dividendi e buy back come durante la pandemia, ma ha chiesto un aggiornamento delle posizioni di capitale per tenere conto della recessione, ha detto la banchiera centrale.
Af Jochnick ha però anche confermato la raccomandazione della vigilanza di evitare annunci sui dividendi da distribuire in valore assoluto, preferendo una percentuale dei profitti per non vincolare utili la cui entità in vista del prossimo difficile anno è incerta.

Come noto il tema è caldo in Italia perché Unicredit ha annunciato nel piano unlocked 2022-2024 una remunerazione degli azionisti di almeno 16 miliardi di euro nel periodo 2021-2024 tra dividendi cash e buyback. Quest'anno la remunerazione è di 3,7 mld (sul 2021) di cui una quota pari al 30% degli utili, mentre l'anno prossimo il dividendo sull'esercizio 2022 dovrebbe crescere al 35% dell'utile e mantenere almeno questa quota nei prossimi anni, con il resto in buyback e una remunerazione in progressivo aumento dal 2023 rispetto ai 3,7 mld complessivi di quest'anno.

Quel target di in valore assoluto di 16 mld però sembra stridere con le raccomandazioni BCE su indicazioni meno vincolanti. Unicredit ha inoltre avviato un buyback da 1 miliardo di euro.

Anche Intesa Sanpaolo prevede politiche di distribuzione generose, con un payout ratio giunto addirittura al 70% degli utili e un buyback approvato da 3,4 miliardi, dopo uno appena concluso da 1,7 miliardi di euro.