Piazza Affari peggiore in Europa con i bancari. FTSE MIB -2,4%.
Il FTSE MIB segna -2,4%, il FTSE Italia All-Share -2,3%, il FTSE Italia Mid Cap -1,8%, il FTSE Italia STAR -2,0%.
Mercati azionari europei in netto ribasso: EURO STOXX 50 -2,0%, FTSE 100 -2,0%, DAX -1,9%, CAC 40 -1,9%, IBEX 35 -1,9%.
Future sugli indici azionari americani deboli: S&P 500 -0,6%; NASDAQ 100 -0,2%; Dow Jones Industrial -0,6%.
Le chiusure dei principali indici USA nella seduta precedente: S&P 500 -1,85%; NASDAQ Composite -2,05%; Dow Jones Industrial -1,66%.
Mercato azionario giapponese negativo: l'indice Nikkei 225 ha terminato a -1,67%. Borse cinesi in netta flessione. L'indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen ha chiuso a -1,31%, l'Hang Seng di Hong Kong a -3,04%.
Euro sui massimi da martedì contro dollaro.
EUR/USD al momento quota 1,0595 circa.
BTP in miglioramento ma sale lo spread. Il rendimento del decennale segna 4,33% (chiusura precedente a 4,40%), lo spread sul Bund 180 bp (176) (dati MTS).
Forti vendite sui bancari: l'indice FTSE Italia Banche segna -3,1%, l'EURO STOXX Banks -4,0%.
A Milano BPER Banca -3,7%, Intesa Sanpaolo -3,1%, Unicredit -3,0%, Banco BPM -3,0%. I titoli europei del settore si muovono al ribasso in scia alla flessione accusata ieri dagli omologhi USA dopo il crollo (-60%) di Silicon Valley Bank (SVB).
Quest'ultima ha annunciato di aver perso quasi 2 miliardi di dollari vendendo asset a seguito di un declino dei depositi più grande del previsto.
Questo ha fatto temere che anche altre banche potrebbero essere costrette a subire perdite per raccogliere denaro. SVB ha visto una fuga di depositi dopo il declino delle startup tecnologiche e alcune società di venture capital hanno consigliato alle startup di ritirare i propri fondi dalla banca.
Molto volatile Leonardo (+0,7% a 10,79 euro) che guadagna terreno (si segnala anche un passaggio in asta di volatilità per eccesso di rialzo) dopo un avvio in forte calo in scia ai risultati 2022.
Lo scorso esercizio è andato in archivio con ordini in progresso del 20,7% a 17,3 miliardi di euro, ricavi a 14,7 miliardi (+4,1%), EBITA a 1,22 miliardi (+8,5%), e risultato netto ordinario a 697 milioni (+18,7%). Il portafoglio ordini sale del 5,5% a 37,5 miliardi, il FOCF a 539 milioni (+157,9%) e l'indebitamento netto scende a 3,02 miliardi da 3,12.
Proposto un dividendo di 0,14 euro per azione (uguale all'anno scorso).
Per il 2023 il management prevede ordini a circa 17 miliardi (quindi in leggero calo), ricavi a 15,0–15,6 miliardi, EBITA a 1,260–1,310 miliardi, FOCF a 600 milioni, indebitamento netto in ulteriore calo a 2,6 miliardi.
Per Equita i risultati 2022 sono in linea con le attese mentre ordini e FOCF 2023 sono superiori al previsto: raccomandazione buy confermata e target incrementato dell'8% a 13,00 euro.
Per il 2022-2026 sono attesi ordini cumulati per 90 miliardi (80 miliardi nel piano precedente), crescita media annua ricavi confermata nella fascia media a singola cifra (4-5%), crescita media annua dell'EBITA confermata nella fascia alta a singola cifra, generazione di cassa cumulata confermata a 3 miliardi nel 2021-2025 (incluse le Aerostrutture).
Pesanti flessioni nel risparmio gestito: Finecobank -3,9%, Banca Generali -3,6%, Banca Mediolanum -3,0%, Anima Holding -2,7%.
Male anche Azimut Holding -3,9% che chiude il 2022 con ricavi in calo a 1.287 milioni di euro rispetto a 1.449 milioni nel 2021 e utile netto a 402 milioni rispetto a 605. Il management conferma gli obiettivi 2023 (450 milioni di utile netto e 6-8 miliardi di raccolta netta) e 2024 (500 milioni di utile e 15% masse gestite nei Private Markets).
Il cda propone un dividendo di 1,30 euro per azione (uguale all'anno scorso).
In rosso Brembo -1,1% a 13,64 euro nonostante la decisione di Intesa Sanpaolo di incrementare il target del titolo da 15,00 a 16,50 euro, con raccomandazione buy confermata.
In verde Danieli & C +0,4% grazie ai buoni risultati semestrali al 31 dicembre 2022 approvati ieri dal cda: ricavi operativi +20% a 1,87 miliardi di euro, EBITDA +25% a 145,5 milioni, utile netto +24% a 74,5 milioni.
L'indebitamento netto si mantiene negativo (cassa netta) e anzi migliora a 1,32 miliardi da 1,21 a fine giugno. Il portafoglio ordini sale a 5,2 miliardi rispetto a 5,05 miliardi a fine giugno.
Gli appuntamenti macroeconomici di oggi: negli USA alle 14:30 nuovi lavoratori dipendenti non agricoli, indice retribuzioni e tasso di disoccupazione.
Simone Ferradini - www.ftaonline.com