Aumento Sigarette, stangata in arrivo con la nuova tassa UE sul tabacco: ecco cosa prevede la riforma

Benna Cicala Benna Cicala - 14/07/2025 07:45

Aumento Sigarette, stangata in arrivo con la nuova tassa UE sul tabacco: ecco cosa prevede la riforma

È in arrivo un cambiamento destinato a far discutere milioni di cittadini europei: l’aumento sigarette proposto dalla Commissione Europea potrebbe diventare realtà nel giro di pochi anni. La bozza della riforma, che punta a rivedere completamente la tassazione sui prodotti del tabacco, prevede rincari senza precedenti su sigarette, sigari, e-cigarette e altri derivati. L’obiettivo ufficiale? Ridurre i consumi dannosi per la salute e finanziare direttamente il bilancio dell’UE.

Ma non tutti sono d'accordo. Gli Stati membri insorgono, parlano di "ingerenza fiscale" e temono un’esplosione del contrabbando. Intanto, milioni di fumatori si preparano a pagare di più per ogni pacchetto.

Ma cosa prevede la proposta dell’UE? Scopriamolo insieme.

Prima però vi lasciamo al video YouTube di Canale Notizie che illustra i possibili aumenti delle sigarette.

Aumento sigarette: ecco cosa prevede la proposta europea

L’idea di un aumento delle tasse sul tabacco gira da settimane nei corridoi di Bruxelles, ma ora prende forma concreta. La Commissione Europea, secondo documenti anticipati da fonti autorevoli, starebbe preparando un pacchetto di proposte fiscali che includerebbe una maxi-riforma sulla tassazione del tabacco, destinata a entrare in vigore con il prossimo Quadro Finanziario Pluriennale del 2028.

La novità più controversa? Una quota delle accise non andrebbe più interamente ai governi nazionali, ma finirebbe direttamente nelle casse dell’Unione Europea. Si parla di una cifra stimata attorno ai 15 miliardi di euro all’anno, una somma che attualmente rientra nei bilanci statali.

In questo piano, la tassazione verrebbe unificata tra i paesi membri, colpendo non solo le sigarette tradizionali, ma anche:

  • Tabacco trinciato
  • Sigari
  • Tabacco riscaldato
  • Sigarette elettroniche
  • Bustine di nicotina

Dietro la riforma, secondo i funzionari europei, ci sarebbe la necessità di creare nuove risorse fiscali per rafforzare il bilancio comunitario. Ma il prezzo politico della proposta rischia di essere molto alto.

Quanto costeranno le sigarette con il nuovo aumento

Secondo le bozze circolate tra i diplomatici, l’aumento delle accise sarà drastico e generalizzato. I numeri parlano chiaro:

  • +139% per le sigarette tradizionali
  • +258% per il tabacco trinciato
  • +1.090% per i sigari

Anche i prodotti “alternativi”, spesso pubblicizzati come meno dannosi, non saranno risparmiati: e-cigarette e tabacco riscaldato subiranno rincari importanti.

Tradotto in cifre concrete, in Italia, ad esempio, un pacchetto di sigarette potrebbe aumentare di oltre 1 euro, con un impatto medio sul prezzo al consumo superiore al 20%. Questo rincaro potrebbe contribuire anche all’aumento dell’inflazione nei Paesi membri, con effetti a catena sui consumi.

La Commissione difende la misura come uno strumento per disincentivare il fumo e migliorare la salute pubblica, ma esperienze precedenti - come quella francese - suggeriscono che un aumento eccessivo delle tasse possa favorire il contrabbando e ridurre il gettito fiscale.

Come sottolineato da un funzionario europeo, "il rischio è che si perda più gettito di quello che si incassa".

Gli Stati membri contro Bruxelles: tra contrabbando e polemiche

Le reazioni non si sono fatte attendere. Paesi come Svezia, Italia, Romania, Grecia e Bulgaria si sono subito detti contrari alla proposta. Il motivo? Il timore che Bruxelles voglia sfilare risorse fiscali nazionali e accentrarle a livello comunitario.

In Svezia, la ministra delle Finanze Elisabeth Svantesson ha dichiarato che «le tasse devono restare sotto controllo nazionale», ribadendo che la proposta è “completamente inaccettabile”. Il governo svedese porta ad esempio il successo del "snus", una forma di tabacco senza combustione che ha fatto crollare il numero di fumatori nel Paese.

Anche in Italia, dove il gettito delle accise sul tabacco è una voce importante del bilancio statale, la preoccupazione è forte. La riforma rischia di creare un precedente pericoloso, aprendo la strada a futuri tentativi di centralizzazione fiscale da parte dell’UE.

A pesare c’è anche il timore dell’aumento del contrabbando: un mercato parallelo alimentato proprio da rincari eccessivi e da consumatori disposti a cercare alternative più economiche. Un fenomeno già costato all’Italia oltre 660 milioni di euro in mancato gettito.

Infine, resta un nodo procedurale non da poco: la riforma richiede l’unanimità dei 27 Stati membri. E con tanti governi già pronti a mettere il veto, la strada appare tutta in salita.

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