Gli Stati Uniti accelerano la corsa alla sovranità tecnologica con il "Big Beautiful Bill", la nuova legge voluta da Donald Trump e già approvata dal Senato, che punta a rafforzare la produzione nazionale di semiconduttori attraverso un aumento significativo degli incentivi fiscali. Se passerà anche alla Camera, il credito d’imposta per le aziende che investono in chip made in USA salirà dal 25% al 35%, superando le previsioni iniziali e rappresentando uno stimolo senza precedenti per colossi come Intel, TSMC e Micron.
Obiettivi e contesto
L’obiettivo è ridurre la dipendenza dagli approvvigionamenti asiatici, in particolare da Taiwan e Corea del Sud, e rafforzare la catena produttiva interna entro il 2026. Questa iniziativa si inserisce nel solco della Chips and Science Act del 2022, che aveva già stanziato 39 miliardi di dollari in sussidi e 75 miliardi in prestiti per sostenere il settore, ma con un approccio più focalizzato sugli incentivi fiscali.
Dazi o incentivi? La visione Trump
Trump critica apertamente la strategia dell’amministrazione Biden, sostenendo che i dazi sulle importazioni tecnologiche siano lo strumento più efficace per riportare la produzione negli Stati Uniti. L’attuale indagine federale sui dazi conferma l’intenzione di Washington di usare leve protezionistiche per favorire il reshoring industriale.
Trump ha chiesto al Congresso di approvare il provvedimento entro il 4 luglio, giorno simbolico dell’Indipendenza americana, trasformando il "Big Beautiful Bill" in un pilastro della sua agenda economica e industriale. Tuttavia, il percorso legislativo resta complesso, con dibattiti accesi e critiche, anche da parte di figure di spicco come Elon Musk, che ha definito la legge un errore strategico per il futuro energetico e tecnologico degli Stati Uniti.
Reazioni del mercato e delle aziende tech
Dopo una brusca correzione all’inizio dell’anno causata dai timori legati ai dazi commerciali, i titoli tecnologici megacap come Nvidia, Microsoft e Broadcom hanno registrato un rimbalzo altrettanto rapido, trainando la ripresa dei principali indici azionari statunitensi. L’attenuarsi delle tensioni commerciali e l’ottimismo su un possibile ammorbidimento delle politiche protezionistiche dell’amministrazione Trump hanno esteso la crescita anche a settori più ampi, come quello finanziario, industriale e dei servizi pubblici.
I cosiddetti "Magnifici Sette" del settore tech continuano a dominare l’attenzione degli investitori, con l’intelligenza artificiale (AI) che rimane il principale motore di crescita. Nvidia, leader indiscusso nel mercato dei chip AI, ha visto la sua azione salire del 45,8% nel secondo trimestre, sostenuta da una domanda in crescita per i suoi prodotti nei data center. Microsoft, con una performance del +32,8%, ha beneficiato di risultati superiori alle attese soprattutto nel segmento cloud e AI, consolidando la sua posizione di gigante tecnologico. Broadcom ha seguito un percorso di crescita impressionante, con un aumento del titolo superiore al 120% nel 2024 e una capitalizzazione di mercato che ha superato il trilione di dollari. La società sta capitalizzando la domanda crescente di chip per l’infrastruttura AI, collaborando con colossi come Meta, Alphabet e ByteDance per sviluppare soluzioni personalizzate. Sebbene Nvidia resti il leader con una valutazione di mercato di oltre 3 trilioni di dollari, Broadcom è considerata la seconda forza nel settore, con prospettive di crescita solide e un posizionamento strategico nel networking AI.
La partecipazione più ampia alla ripresa, che coinvolge anche settori finanziari e industriali, ha spinto il Nasdaq Composite e l’S&P 500 a toccare nuovi massimi storici a giugno.
(Redazione)
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