Bonus Giorgetti 2025: due parole che stanno già facendo il giro tra i corridoi degli uffici pubblici e privati, tra chi è vicino alla pensione e chi sta valutando se restare ancora un po’ in servizio. Con la circolare INPS n. 102 del 16 giugno 2025, l’incentivo economico pensato per chi rinvia l’uscita dal lavoro prende nuova forma. Non si tratta di un semplice aggiornamento del Bonus Maroni, ma di una riformulazione completa che modifica i criteri di accesso, semplifica la procedura e amplia la platea.
L’obiettivo da raggiungere è chiaro: chi può già andare in pensione ma decide di restare in attività, riceve in busta paga l’equivalente dei propri contributi IVS. In pratica, un aumento netto dello stipendio mensile, con cifre che possono superare i 180 euro. Ma conviene davvero? E chi può fare domanda? Come cambia rispetto al passato?
Prima di scoprirlo, vi lasciamo al video YouTube di Pensioni Semplici sull'argomento.
Bonus Giorgetti 2025: cosa cambia rispetto al bonus Maroni
Il Bonus Giorgetti 2025 prende il posto del Bonus Maroni, attivo fino al 2024, ma lo fa con un salto di qualità. Se la vecchia versione era destinata solo a chi maturava la cosiddetta Quota 102 o Quota 103, oggi la misura si estende a chi raggiunge anche la pensione anticipata ordinaria.
L'agevolazione è riservata ai lavoratori dipendenti del settore pubblico o privato, iscritti all’AGO o a forme sostitutive/esclusive che maturano entro il 31 dicembre 2025:
- i requisiti per la pensione anticipata ordinaria (42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 e 10 mesi per le donne);
- i requisiti per la pensione flessibile (Quota 103: 62 anni di età e 41 anni di contributi);
- che non percepiscono una pensione diretta (fatta eccezione per l’assegno ordinario di invalidità);
- che non abbiano ancora compiuto 67 anni.
Il passaggio più importante riguarda proprio l’accesso: non servono più combinazioni anagrafiche particolari. È sufficiente aver maturato i contributi richiesti, indipendentemente dall’età, purché si sia sotto la soglia della pensione di vecchiaia.
La decorrenza del beneficio è automatica: si parte dalla prima data utile per la pensione oppure dal mese successivo alla domanda, senza finestre mobili o attese burocratiche. Anche questo segna un distacco netto dalla precedente impostazione, più rigida e frammentata.
Come funziona il bonus Giorgetti 2025 e quali vantaggi comporta
Il meccanismo è pensato per essere trasparente. Il lavoratore che ha i requisiti per il pensionamento può decidere di restare in servizio e attivare il bonus. In tal caso, la quota di contributi IVS a suo carico non viene più versata all’INPS, ma restituita in busta paga sotto forma di integrazione allo stipendio.
Il vantaggio economico è immediato. Sulle retribuzioni lorde intorno ai 2.000 euro, il beneficio può variare tra 180 e 200 euro netti in più al mese. La somma non è tassata, né soggetta a ulteriori trattenute. Per molti, può rappresentare un’integrazione utile nel breve termine.
Tuttavia, la scelta ha effetti anche sulle pensioni future. I contributi non versati non concorrono a formare il montante contributivo, che serve a calcolare l’importo della pensione con il sistema contributivo. Anche se il datore di lavoro continua a versare la propria quota, il valore dell’assegno finale potrebbe risultare lievemente ridotto. L’incidenza cambia da caso a caso, in base alla retribuzione, all’anzianità e al periodo di permanenza nella misura.
Il Bonus Giorgetti rimane attivo fino a:
- il raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia (67 anni);
- l’accesso a una pensione diretta;
- una eventuale revoca, ammessa una sola volta nella vita lavorativa.
Come presentare domanda
È necessario presentare una domanda online all’INPS per ottenere il Bonus Giorgetti 2025. La procedura è interamente digitalizzata. Il lavoratore interessato deve:
- Accedere al portale INPS tramite SPID, CIE o CNS;
- Compilare il modulo dedicato nella sezione “prestazioni e servizi”;
- L’INPS verifica i requisiti entro 30 giorni;
In caso positivo, invia conferma al datore di lavoro. Fatto questo, il datore attiva il bonus in busta paga, sospendendo il versamento della quota IVS del dipendente.
Il meccanismo è compatibile con gli sgravi contributivi già previsti per il datore di lavoro, ma non può essere cumulato con altri esoneri contributivi sulla quota lavoratore.
La misura può essere attivata solo una volta nell’intera vita lavorativa, con la possibilità di una sola revoca.