Bonus Maroni 2025, date di pagamento ad agosto e tutti i vantaggi per chi rinvia la pensione

Benna Cicala Benna Cicala - 01/08/2025 08:00

Bonus Maroni 2025, date di pagamento ad agosto e tutti i vantaggi per chi rinvia la pensione

Il Bonus Maroni, ora esteso e rafforzato dalla Legge di Bilancio 2025, entra ufficialmente in pagamento. Parliamo di un incentivo economico in busta paga per chi sceglie volontariamente di posticipare il pensionamento, pur avendone già maturato i requisiti. Una misura pensata per favorire la permanenza al lavoro, offrendo un vantaggio economico immediato ai lavoratori del settore pubblico e privato che decidono di rimandare l’uscita anticipata.

Il beneficio consiste nell’esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico del lavoratore (pari al 9,19% della retribuzione lorda), che viene trasformato in un aumento netto dello stipendio. Tuttavia, l’importo versato in busta paga non viene più conteggiato nel montante contributivo per la pensione.

Quando arriva esattamente il pagamento? Quali sono i nuovi requisiti introdotti nel 2025? E soprattutto: quanto conviene davvero restare al lavoro invece di andare in pensione? Scopriamolo insieme.

Prima però vi lasciamo al video YouTube di Ciao Elsa - TFR e pensioni spiegati facili su cos'è il Bonus Maroni e come funziona.

Quando viene pagato il Bonus Maroni: le date da segnare

Il Bonus Maroni sarà in pagamento a partire dal 2 agosto 2025, ma la decorrenza effettiva varia in base alla categoria di lavoratori e alla gestione pensionistica di riferimento. Il pagamento avviene solo a partire dalla data in cui il lavoratore avrebbe potuto accedere alla pensione. La cosiddetta “finestra mobile”, insomma, resta valida anche per chi sceglie di restare in servizio.

Per i lavoratori del settore privato:

  • Se la pensione sarebbe a carico della Gestione esclusiva dell’AGO, l’incentivo parte dal 2 agosto 2025;
  • Se la pensione è a carico di una gestione diversa, si parte dal 1° settembre 2025.

Per i dipendenti pubblici, le date slittano di due mesi:

  • Dal 2 ottobre 2025 per chi rientra nella Gestione esclusiva dell’AGO;
  • Dal 1° novembre 2025 per gli altri casi.

Va sottolineato che l’incentivo cessa automaticamente nel momento in cui:

  • Il lavoratore cambia idea e decide di accedere alla pensione;
  • Raggiunge i requisiti per la pensione di vecchiaia;
  • Oppure rinuncia formalmente al bonus.

Chi può accedere al Bonus Maroni 2025 e come fare domanda

La platea dei beneficiari del Bonus Maroni 2025 è stata significativamente ampliata. Se nelle versioni precedenti l’incentivo era rivolto ai lavoratori che rientravano solo nella Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi), ora possono beneficiarne anche coloro che hanno maturato i requisiti per la pensione anticipata ordinaria:

  • 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini;
  • 41 anni e 10 mesi per le donne, indipendentemente dall’età anagrafica.

L’adesione al bonus non è automatica: va richiesta espressamente dal lavoratore, accedendo al sito INPS con le proprie credenziali (SPID, CIE o CNS).

In alternativa, è possibile affidarsi a CAF o Patronati, che possono assistere gratuitamente nella presentazione della richiesta. 

Quanto vale davvero e come incide sulla pensione

L’incentivo previsto dal Bonus Maroni è concreto: più soldi subito, ma una pensione leggermente più bassa in futuro. Secondo i calcoli dell’Ufficio parlamentare di bilancio, chi sceglie di restare al lavoro può guadagnare fino a 6.900 euro netti all’anno in più. Tradotto in cifre mensili, si parla di circa 575 euro al mese, completamente esentasse.

Naturalmente, più si è vicini all’età per la pensione di vecchiaia, minore sarà l’incremento mensile, perché la finestra temporale per usufruire del bonus si riduce.

Ma come incide tutto ciò sull’importo finale della pensione?

La componente contributiva subirà una riduzione, perché la quota versata in busta paga non contribuisce a formare il montante pensionistico. Tuttavia, le quote retributive (cioè quelle calcolate sulla base dell’ultima retribuzione) non vengono toccate. Quindi, per molti lavoratori, il vantaggio economico immediato può superare la lieve penalizzazione futura, soprattutto se si intende restare al lavoro per un periodo breve.

 

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