Borsa e calcio: gol o autogol?

26/09/2023 08:25

Borsa e calcio: gol o autogol?

Calcio e borsa: meno sport e più business

Calcio e borsa: un binomio che alcune società appartenenti a diversi campionati europei hanno scelto a partire dalla fine del secolo scorso. 

Il motivo? Lo sport più bello del mondo è diventato quasi ed esclusivamente un business.

Al bando ideali, etica, valori sportivi: a farla da padrona, è il Dio denaro. 

Ergo, le società calcistiche, sono alla ricerca costante di nuovi capitali ed opportunità di business. 

L’approdo in borsa può portare al soddisfacimento di uno di questi obiettivi, ovvero la raccolta di denaro da investire nell’attività per creare nuovo business.

Anche perché, da mero e semplice gioco, il calcio è ormai diventato principalmente un mix tra spettacolo ed intrattenimento

Oltre a soddisfare esigenze puramente economiche, la quotazione in borsa rappresenta una possibilità per ottenere una certa visibilità sul mercato. 

Inoltre, grazie al fatto che, per essere quotati, occorre rispettare parametri e regole ben precisi, anche agli occhi degli investitori, una società, può riuscire ad acquisire una immagine migliore e quindi un livello di considerazione più elevato. 

Calcio e borsa: quanto contano i risultati? 

L’andamento di un titolo emesso da una società di calcio è strettamente legato ai risultati che questa riesce ad ottenere sul campo? 

Non esiste una risposta esauriente ed esaustiva ma si può affermare, con la presunzione di essere dalla parte della ragione che, almeno nel lungo periodo, a prevalere sono altri aspetti, legati principalmente all’andamento gestionale e del business

Una prova lampante, in tal senso, è fornita dalle azioni del Manchester United, quotate a New York che, negli ultimi dieci anni, hanno subito un consistente apprezzamento nonostante i risultati piuttosto irrilevanti fatti segnare, sul campo, dalla squadra di calcio. 

Certo, la vittoria di un trofeo può generare momenti di entusiasmo ma, solitamente, si tratta di oscillazioni frutto di emotività e che hanno durata limitata. 

Momenti che possono essere sfruttati ai fini di una operatività di puro trading.

Discorso diverso nel caso in cui la squadra vinca un trofeo internazionale, quale ad esempio la Champions League.

In questa occasione, non è tanto la vittoria in sé a portare benefici al titolo, quanto gli introiti e le sponsorizzazioni, l’apprezzamento del brand, la possibilità di attrarre nuovi investitori. 

Calcio e borsa: lasciare da parte le emozioni 

Un investitore che voglia avvicinarsi al mondo del calcio, acquistando le azioni di una singola squadra, deve, innanzitutto, mettere da parte le proprie emozioni. 

Ovvero, deve riuscire a fare una valutazione scevra dal tifo e dall’emotività.

Se la squadra per la quale si fa il tifo è quotata in borsa, è nettamente più difficile riuscire a ragionare con lucidità. Non è impossibile, ma è una impresa non semplice. 

Quali sono gli aspetti da valutare? 

La presenza di strutture idonee a generare introiti quali, in primis, lo stadio di proprietà.
Poi, occorre valutare i ricavi da merchandising, da sponsorizzazioni, dai diritti televisivi, gli introiti derivanti dalla partecipazione alle competizioni internazionali e via dicendo.
 

Il colpo di mercato, l’acquisto altisonante possono creare oscillazioni momentanee, date dall’entusiasmo del momento.

Tutto, come sempre, va ricondotto alla qualità del bilancio e della gestione aziendale. 

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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