Il 2 giugno 2025 è ormai dietro l'angolo. La Festa della Repubblica italiana si celebra ogni anno come ricorrenza nazionale e rappresenta un appuntamento fisso nel calendario civile e lavorativo del Paese. Cade nel 2025 di lunedì, il che la rende occasione per un possibile ponte lungo per molti lavoratori. Trattandosi di una festività riconosciuta dalla legge, influenza direttamente le retribuzioni e le condizioni lavorative, sia per chi lavora sia per chi decide (o ha diritto) di restare a casa.
Ma cosa prevede la normativa per chi presta servizio durante questa giornata? Cosa spetta, invece, a chi non lavora? Quali sono le maggiorazioni previste nei diversi settori secondo il CCNL?
Si lavora o meno il 2 giugno?
Il 2 giugno è ufficialmente un giorno festivo nazionale. In linea generale, i dipendenti non sono obbligati a lavorare, salvo diversa previsione nel contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) o negli accordi individuali. L’obbligo non può essere imposto unilateralmente dal datore di lavoro, ma deve basarsi su intese formalizzate.
Nel 2025, con il 2 giugno che cade di lunedì e con previsioni meteo favorevoli su gran parte d’Italia, si prevede una forte attività soprattutto nei settori del turismo, della ristorazione e del commercio. Per molti dipendenti di negozi, supermercati, hotel e ristoranti, si tratterà quindi di una giornata lavorativa a tutti gli effetti.
Chi lavora durante la festività ha diritto non solo alla normale retribuzione, ma anche a una maggiorazione specifica. Il valore di questo bonus è definito nel contratto collettivo del settore di appartenenza e può variare significativamente. Il diritto alla maggiorazione, infatti, non è fisso per legge ma flessibile in base al contratto.
Quanto spetta a chi non lavora il 2 giugno (Festa della Repubblica)
Se il lavoratore non presta servizio il 2 giugno 2025, ha comunque diritto alla retribuzione completa. Il trattamento economico è assimilabile a quello previsto per altre festività nazionali come il 1° maggio, il 25 aprile, il Natale e l’Epifania.
Nel caso specifico del 2 giugno 2025, che cade di lunedì, quindi in un giorno tipicamente lavorativo per molti, il dipendente che non lavora avrà comunque diritto a ricevere la normale retribuzione mensile. La festività sarà inserita come giornata di riposo retribuita nella busta paga.
È importante fare attenzione però a un dettaglio. Se la festività cade in un giorno non lavorativo (come la domenica per chi lavora dal lunedì al venerdì), si parla di “festività non goduta”. In quel caso, se il CCNL lo prevede, il lavoratore potrebbe avere diritto a una giornata di paga aggiuntiva. Ma per il 2 giugno 2025, trattandosi di lunedì, questo problema non si pone per la maggior parte dei lavoratori.
Busta paga giugno 2025, lo stipendio secondo il CCNL
Chi invece lavora il 2 giugno 2025, ha diritto a una maggiorazione salariale oltre alla normale retribuzione giornaliera. Ma di quanto si parla? Dipende dal settore.
Nel CCNL Commercio, uno dei più diffusi in Italia, la maggiorazione prevista per chi lavora durante una festività nazionale è del 30%. Un lavoratore di un centro commerciale, ad esempio, vedrà quindi aumentare la paga giornaliera del 30% rispetto alla sua retribuzione ordinaria.
Nel settore multiservizi, che include addetti alle pulizie e manutentori, la maggiorazione può arrivare fino al 50%. Più contenuta invece nel comparto della ristorazione collettiva e pubblici esercizi, dove la maggiorazione si aggira attorno al 20%.
Per conoscere l’importo preciso, è fondamentale consultare il proprio CCNL di riferimento. Ogni contratto stabilisce modalità e percentuali diverse, e alcune aziende possono prevedere trattamenti migliorativi in accordi integrativi aziendali.